CAMASSEI, Giacinto
Le notizie che lo riguardano sono scarse e vaghe: non è chiaro se fosse fratello (Alberti, p. 7), nipote (Thieme-Becker) o cugino (Presenzini) del più famoso Andrea. Per la Pasqua del 1648 negli Stati d'anime della parrocchia di S. Lorenzo in Lucina a Roma compare un "Iacinto da Bevagna", convivente con la famiglia di Andrea Camassei (Sutherland, p. 68). L'anno successivo, in casa Baratelli, dipendente dalla parrocchia di S. Maria in Posterula, e registrato con i Camassei un "Diacinto lor[o] ser[vito]re" (ibid., p. 69). Nel 1661 "Giacinto Camassei" compare negli Stati d'anime della stessa parrocchia, abitante con Pietro Todeschi cognato di Andrea Camassei (Roma, Archivio storico del Vicariato, Stati d'Anime 1661-1671, S. Maria in Posterula, c. 19v). Dell'8 maggio 1673 è il mandato Barberini per il cartone (Roma, Gall. naz.) e il bozzetto (Roma, propr. A. Barberini: un disegno simile, già attribuito a C. Ferri, si conserva nella Royal coll. di Windsor) raffiguranti Urbano VIII che preserva Roma dalla peste e dalla carestia:la scena fu riportata in un arazzo (conservato nei Musei Vaticani) tessuto da M. Maddalena della Riviera (Barberini, p. 97). Proposto ed eletto accademico di S. Luca, rispettivamente il 17 settembre e il 1º ott. 1679, il C. donò all'Accademia una tela con S. Francesco d'Assisi (dispersa) il 27 apr. 1681. Dopo essere stato nominato "provveditore" dell'Accademia con Filippo Carcani in data 10 genn. 1683, dal 23 agosto non è più citato negli Atti. Allo stato attuale degli studi non è possibile stabilire quali delle opere perdute, attribuite genericamente a "Camassei" negli inventari, siano di Andrea o di Giacinto: negli inventari Barberini sono attribuiti al C. il Martirio di s. Stefano e diverse altre figure ed il Tempio con un idolo, e sacrificio con diverse figure (Sutherland, p. 67), perduti come la Madonna con Bambino, il Tevere incatenato (Thieme-Becker) e la decorazione della volta nella cappella di S. Nicola da Bari (Roma, S. Lorenzo in Damaso) ricordata dal Pascoli.
Nel volumetto di B. Piergili, Idea del perfetto religioso, Todi 1662, compare una incisione allegorica, su disegno del C., eseguita da un "C. Camassei". Sia lo Zani che il Le Blanc ricordano un Carlo Camassei incisore, senza registrame le opere. Nel documento del 1626 che registra la presenza a Roma di Andrea Camassei (Sutherland, p. 68), questi risulta abitare nella parrocchia di S. Andrea delle Fratte con un F. Sanero pittore e con un "Carlo fratello putto": se il "fratello" è riferito ad Andrea, questi potrebbe ben essere l'incisore in questione.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. dell'Acc. di S. Luca, Libro de' decreti delle Congregationi, vol. 45 (1674-1699), ff. 69, 70v, 91, 1023, 104, 107, 109v, 113; L. Pascoli, Vite de' pittori..., Roma 1730, I, p. 44; F. Alberti, Notizie ant. e mod. riguardanti Bevagna..., II, in Racc. ferrarese di opuscoli, XX, Venezia 1788, pp. 7, 130; K. H. Hemecken, Dictionnaire des artistes..., Leipzig 1790, III, p. 535; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 5, Parma 1820, p. 235 (per Carlo); M. Missirini, Memorie per servire alla storia della Romana Accademia di S. Luca fino alla morte di A. Canova, Roma 1823, p. 464; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 572 (per Carlo); A. Presenzini, Vita ed opere del pittore A. Camassei, Assisi 1880, pp. 8, 224; U. Barberini, Gli arazzi e i cartoni della serie"Vita di Urbano VIII" della arazzeriaBarberini, in Bollett. d'arte, s. 5, LIII (1968), 2-3, pp. 97 s., ill. 90; A. Sutherland Harris, A Contr. to A. Camassei Studies, in The Art Bull., LII (1970), 1, pp. 66-69; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 426.