BOCCANERA, Giacinto
Nacque a Leonessa (Rieti) l'11 marzo 1666. Probabilmente ancor molto giovane, si trasferì a Roma dove ebbe come maestro di pittura Giacinto Brandi. Allo stato attuale delle conoscenze non sappiamo in quale anno si stabilì a Perugia, verosimilmente prima del 1717, data della sua prima opera rimasta. Certo a Perugia svolse tutta la sua attività; qui, fra l'altro, prese moglie e nacquero i suoi figli. Fu eletto (non si sa in quale data) direttore dell'Accademia di Belle Arti ed era ancora in carica nel 1737, quando l'istituto fu chiuso per ordine delle autorità (G. Cecchini). A Perugia morì il 17 marzo 1746.
L'Adorazione dei Magi nella chiesa di S. Maria di Colle, firmata e datata 1717, è l'opera più antica del B. che ci sia rimasta: è improntata a un disinvolto ma non spiacevole ecclettismo in cui non mancano, oltre ai riflessi del suo maestro Giacinto Brandi, venetismi alla Trevisani. Datata 1718 è una delle due pale d'altare dipinte per S. Bernardo (attuale Intendenza di Finanza); tra le sei tele rappresentanti i santi protettori di Perugia, destinate alla cappella del palazzo comunale, e oggi nei magazzini della pinacoteca, i SS. Filino e Gratiniano mostrano, insieme con i dati consueti, analogie non generiche con il perugino Montanini; negli stessi magazzini è il Martirio di s. Giuliana, mentre nella chiesa di S. Spirito è il Battesimo dell'imperatore Costanzo, datato 1731. Due ovati con Santi ornano un altare della chiesa di S. Teresa degli Scalzi costruito nel 1734. Ultime opere documentate del B. sono gli affreschi nel braccio destro del transetto della chiesa di S. Filippo, compiuti nel 1735 (gli ornati sono di P. Brizi: Siepi, p. 855), nei quali si riaffaccia il repertorio alla Brandi. Così quasi al termine di una traiettoria vaga ed inconclusa, il B. tornava a rievocare le "attitudini" intrepide e le forzature mimiche in voga cinquant'anni prima nella cerchia del Brandi, interpretandole con quella licenza e sovrabbondanza che tanto dispiaceranno al "classicista" Orsini.
Tra gli altri dipinti perugini del B. in parte oggi dispersi, le fonti ricordano: una Ultima Cena nel vecchio seminario, quattro quadri con il Martirio di s. Lorenzo, la Samaritana, il Martirio di s. Stefano, Lot ebbro in S. Maria della Misericordia (oggi sede del Credito italiano), decorazioni nell'oratorio della Confraternita dei SS. Fiorenzo e Simone e nell'appartamento nobile del palazzo Donini (oggi Banca Naz. del Lavoro).
Fonti e Bibl.: L. Pascoli, Vite de' Pittori, scultori ed architetti perugini, Roma 1732, p. 259; B. Orsini, Guida al forestiere per l'Augusta Città di Perugia, Perugia 1784, passim; Id., Memorie de' Pittori Perugini, Perugia 1806, p. 33; S. Siepi, Descriz. topologico-istor. della città di Perugia, Perugia 1822, passim; L. Bonazzi, Storia di Perugia, Perugia 1875, II, p. 454; A. Lupattelli, Storia della pittura in Perugia..., Foligno 1895, pp. 76 s., 79, 81; G. Cecchini, L'Accad. di Belle Arti di Perugia, Firenze s. d., pp. 78 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, IV, pp. 151 s. (con ulteriore bibl.).