AVENATI, Giacinto
Nacque a Feletto (Torino) il 15 ag. 1809 da Brunone e Luigia Nizia. Arruolatosi nell'esercito come cadetto, divenne nel 1831 sottotenente di fanteria, luogotenente nel 1836 e capitano nel 1843, e con questo grado partecipò alla campagna del 1848, distinguendosi nel combattimento di Santa Lucia, ove si guadagnò una medaglia d'argento. Nel 1849 a Novara, ferito più volte, ebbe un'altra medaglia d'argento.
Terminata la guerra, l'A. per le ferite riportate passò nel corpo degli invalidi e dei veterani e, promosso maggiore, fu destinato comandante in seconda del collegio per i figli dei militari in Racconigi, del quale poi nel 1856 assunse la direzione.
Poco prima dell'inizio della guerra del 1859, l'A. fu richiamato in servizio attivo e come colonnello ebbe il comando del 12º reggimento fanteria. Con esso prese parte il 24 giugno alla battaglia di San Martino, inquadrato nella brigata "Casale" della 5ª Divisione.
Quando la brigata venne lanciata all'attacco contro le posizioni tenute dall'VIII corpo austriaco, l'A. guidò personalmente all'assalto il 1º battaglione del suo reggimento, iniziando una seria minaccia d'aggiramento contro il fianco destro dello schieramento nemico. L'arrivo di alcuni reparti di rinforzo permise, però, al Benedek di contrattaccare e di ricacciare indietro la brigata "Casale", ad eccezione del 1º battaglione del 12º reggimento, che quantunque isolato proseguì nella sua azione, minacciando sempre più pericolosamente il fianco destro austriaco e ripiegò solo dopo lunghi e violenti combattimenti, nel corso dei quali il battaglione subì perdite gravissime e lo stesso A. rimase ferito. Per le qualità militari dimostrate in quella giornata, si meritò la croce d'ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia, mentre dall'imperatore Napoleone III gli furono conferite le insegne di ufficiale della Legion d'Onore.
Posto al Comando della brigata "Regina", il 18 sett. 1860 si batté a Castelfidardo contro l'esercito pontificio, al quale tagliò la via della ritirata, varcando di sua iniziativa l'Aspio alla testa del 9º reggimento fanteria. Si meritò la croce di commendatore dell'Ordine Militare di Savoia. L'anno dopo col grado di maggior generale comandò le truppe che operarono contro la guarnigione borbonica rinchiusa nella cittadella di Messina, costringendola in breve tempo a capitolare.
Luogotenente generale nel 1862, ebbe come tale il comando della divisione militare territoriale di Salerno e della 16ª divisione e s'adoperò attivamente per reprimere il brigantaggio nelle province sottoposte alla sua giurisdizione. Nel 1865 fu a capo della divisione militare territoriale d'Ancona, ma i disagi sofferti e le ferite riportate in guerra avevano indebolito la sua salute, per cui a soli 57 anni ottenne di essere collocato a riposo. Vittorio Emanuele II, che già lo aveva insignito del gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, allorché nel 1868 venne istituito il nuovo Ordine della Corona d'Italia, gliene concesse la croce di commendatore. Morì a Torino il 17 marzo 1876.
Bibl.: Ministero della Guerra, Comando del Corpo di Stato Maggiore, Ufficio Storico, La battaglia di Castelfidardo, Roma 1903, pp. 32, 72; C. Cesari, La brigata Pistoia a Messina,in Riv. militare ital., Roma 1911, pp. 8, 11 (estr.); Ministero della Guerra, Comando del Corpo di Stato Maggiore, Ufficio Storico, La guerra del 1859 per l'indipendenza d'Italia,II,Roma 1912, pp. 162-66, 169; C. Cesari, Il brigantaggio e l'opera dell'esercito italiano dal 1860 al 1870,Roma 1920, pp. 116, 134; P. Bosi, Diz. Storico-Biografico-Topografico-Militare d'Italia, 2 suppl., Torino 1882, pp. 11 s.; Encicl. militare, I, p.863; Dizionario del Risorgimento nazionale, II, pp. 128 s.