giacere
Verbo ad alta frequenza, di largo impiego soprattutto nella Commedia; è usato in diverse accezioni.
Il significato più frequente è quello proprio di " essere sdraiato " su un piano orizzontale, con tutta la persona o con parte di essa: If VI 37 Elle [le anime dei golosi] giacean per terra tutte quante; X 7 e 118, XIV 22 Supin giacea in terra alcuna gente, i violenti (per cui cfr. anche i vv. 26 e 47, XV 38); XXV 130, XXXIV 13. In If XXV 23 è detto del draco che ‛ giace ' sulle spalle del centauro Caco; in XXIX 68 dei falsari: Qual sovra 'l ventre e qual sovra le spalle l'un de l'altro giacea (e cfr. anche XXX 93). In Pg XIX 72 vidi gente per esso [la quinta cornice del Purgatorio] che piangea, giacendo a terra tutta volta in giuso, il verbo indica il contrappasso secondo cui è comminata la pena degli avari e prodighi: " a dinotare che 'l loro animo e desiderio nel mondo fu alli beni della terra " (Ottimo); così anche in Pg XX 143, XXI 11, 67 e 80; in XIX 79 g. è sostantivato: Se voi venite dal giacer sicuri...
In accezione meno propria il verbo è usato in Pd XXV 112 Questi è colui che giacque sopra 'l petto / del nostro pellicano, detto dell'apostolo Giovanni, che " poggiò il capo " sul petto di Cristo (il pellicano, secondo una diffusa immagine allegorica) durante l'ultima cena. Cfr. Ioann. 13, 23 " Erat ... recumbens... in sinu Iesu ".
Talvolta vale " g. senza vita ": Vn XXIII 26 64 vieni a veder nostra donna che giace; in tal senso è anche accompagnato dal participio passato ‛ morto ' o da espressioni equivalenti: Vn XXIII 8 morta giace la nostra donna; Fiore CXL 2; Vn VIII 1 una donna giovane... lo cui corpo io vidi giacere santa l'anima; Pg XV 135 disanimato il corpo giace. In Pg XII 29 Vedéa Briaréo fitto dal telo / celestial giacer, vale " cadere morto ". Con diverso valore: Pd X 127 Lo corpo ond'ella [l'anima] fu cacciata giace [" è sepolto "] j giuro in Cieldauro; Rime dubbie IV 10. Con soggetto astratto, in Pd XXI 27 giacque ogne malizia morta.
In Vn XII 3 quasi nel mezzo de lo mio dormire... uno giovane... mi riguardava là ov'io giacea, vale " giacere addormentato ". Cfr. anche Rime LXXVII 9 E tal [il padre di Forese] giace per lui nel letto tristo per tema non sia preso a lo 'mbolare.
Il verbo è anche usato per indicare la scarsa ripidezza di alture o passaggi in salita: If XIX 35 quella ripa che più giace, " più è giacente verso il piano orizzontale, meno ripida " (Mattalia); Pg III 76 dove la montagna giace; e ancora: If XXIII 31, 129 e 138. Analogamente, a indicare la posizione di un astro: If XI 114 'l Carro tutto sovra 'l Coro giace, " tendit ad occasum; quia Corus est ventus occidentalis " (Benvenuto), " giace inclinato " (Mattalia).
Nel senso di " essere situato ", detto di località: Suso in Italia bella giace un laco (If XX 61).
In Cv IV XII 7 E queste tutte parole sono di Tullio, e così giacciono in quello libro che detto è, vale, semplicemente, " trovarsi "; significato analogo, ma più intenso, sembra avere in Fiore CLXXXII 7 le fallace / in che la volpe si riposa e giace. Più specifica l'accezione del verbo in Pd II 114 Dentro dal ciel de la divina pace [l'Empireo] / si gira un corpo [il Primo Mobile] ne la cui virtute / l'esser di tutto suo contento giace, " consistit " (Benvenuto), " ha fondamento " (Lombardi, Andreoli, Scartazzini-Vandelli, Chimenz), " consiste in potenza " (Torraca); ovvero, ma meno chiaramente, " soggetto in modo da ricevere i suoi movimenti e influenze " (Venturi), " è condizionato " (Mattalia). Analoghe le interpretazioni del Daniello, Vellutello, Tommaseo, Porena.
È " abbattuto ", " precipitato ", l'arco sesto (il ponticello fra la sesta e la settima bolgia), che giace / tutto spezzato al fondo (If XXI 107).
Nel senso figurato di " restare abbattuto ", " essere prostrato ": riferito a persone: Rime LXXI 2 chi è esta donna che giace sì venta?; Pd VII 28 l'umana specie inferma giacque giù per secoli molti in grande errore; con soggetti inanimati: Rime Cv12 questa vertù che nuda e fredda giace; If XIII 77 la memoria mia [il ricordo di me]... giace / ancor del colpo che 'nvidia le diede. Affine a questa accezione è l'altra di " rimanere inerte, inoperoso, inattivo ": Pd XXVII 57 o difesa di Dio, perché pur giaci?, " continui a giacere inerte, quasi dormendo? " (Mattalia); anche con costrutto intransitivo pronominale, accompagnato da un complemento predicativo: Pd XXIX 19 torpente si giacque.