GIABARTI
. Nome che oggi gli Abissini dànno ai musulmani delle regioni del nord e del centro etiopico. Questi musulmani hanno una loro letteratura popolare, che è redatta in amarico molto frammisto all'arabo e ha specialmente carattere polemico anticristiano. Presso i Somali del Nord, invece, Giabarti è il nomignolo col quale sono designati i Somali del Benadir (specialmente Rahanwēn o liberti) emigrati ad ‛Aden, dove essi tradizionalmente facevano tappa - spesso per anni - nella loro via al pellegrinaggio della Mecca, vivendo dei più umili mestieri. Nei paesi arabi dell'Africa del Nord, ancora, Giabarti designa in genere i musulmani provenienti dalla costa eritrea e somala. L'origine di questo appellativo deve ricercarsi nel nome (Giabara o Giabart) di una regione dello stato musulmano dell'Ifāt nell'Etiopia sud-orientale, già attestato dallo scrittore arabo al-Maqrīzī nel sec. XV e poi figurante in contrapposto ad Abissinia in un opuscolo di ‛Abd al-Qādir al-Anşārī nel sec. XVI. Il lungo periodo nel quale l'Ifāt esercitò la sua egemonia fra gli staterelli musulmani dell'Abissinia (vedi ifāt) è stato causa di questa diffusione ed estensione del nome Giabarti. Recentemente fu supposto, poi, che il nome stesso dell'attuale popolazione musulmana dell'Ifāt (Argobbā) sia derivato da Giabart.
Bibl.: al-Maqrīzī, Kitāb al-ilmām, ed. G. Zaydān, Cairo 1893; ‛Abd al-Qādir al-Ansārī, Umdat aş-şafwah, in De Sacy, Chrest. Arabe, I, 1806; C. Conti Rossini, St. d'Etiopia, I, Roma 1928; E. Cerulli, in Riv. degli St. orient., XII (1929), p. 358; M. Cohen, Études sur l'éthiopien meridional, Parigi 1931.