ghisa
Prodotto siderurgico consistente in una lega ferro-carbonio con tenore in carbonio fra 1,9% e 6,5%. Oltre al carbonio possono essere presenti altri elementi (silicio, manganese, zolfo, fosforo), o come impurezze nei minerali di ferro di partenza o aggiunti per determinati scopi (rame, nichel, cromo ecc.). Nella quasi totalità la g. è prodotta per riduzione dei minerali di ferro all’altoforno ed è per la massima parte destinata alla fabbricazione dell’acciaio. Le g. si distinguono in ipoeutettiche (carbonio fra il 2% e il 4,3%), eutettiche (carbonio uguale al 4,3%) e ipereutettiche (maggiore del 4,3%). A differenza degli acciai (leghe Fe-C con tenore di carbonio inferiore all’1,9%), nelle g. il carbonio si ha in forma elementare di grafite o combinato in carburo di ferro Fe3C (cementite). Se prevale la grafite, si ha g. grigia, o grafitica, e la superficie di frattura ha colore grigio; se prevale la cementite, si ha g. bianca, o cementitica, e la superficie di frattura è bianca argentea. La g. bianca, di elevata durezza e resistenza all’usura ma alquanto fragile, è impiegata per la produzione degli acciai; la g. grigia, molto più malleabile della g. bianca, è utilizzata, nelle sue varie forme, per la produzione di pezzi meccanici (cuscinetti, anelli, supporti massicci ecc.) e di particolari di forni e caldaie, per la realizzazione di tubi, incastellature di macchine e cilindri di laminatoio, e nell’industria chimica. Nel 2010 la produzione mondiale g. ha sfiorato i 910 milioni di tonnellate e i Paesi maggiori produttori sono stati la Cina, il Giappone, la Russia e l’India.