ghiacciare
Solo in Rime CII 32 dinanzi dal sembiante / mi ghiaccia sopra il sangue d'ogne tempo, dove D. spiega l'effetto tormentoso di un volto amato (sembiante), ma gelidamente lontano sulla sua persona (" mi s'agghiaccia addosso sempre il sangue "). Il comune verbo vale quindi " congelare ", " raggelare ", ma con una sfumatura tecnica connessa alla sospensione degli spiriti vitali e dell'attività raziocinante che la dottrina stilnovistica dell'Amore postulava nell'incontro tra ‛ madonna ' e ‛ fedele ': e sono da ricordare in proposito i versi dello stesso poeta nella Vita Nuova ove, nella programmatica canzone Donne ch'avete intelletto d'amore, si dice: lei, quando va per via, / gitta nei cor villani Amore un gelo, / che onne lor penero agghiaccia e pere (XIX 9 32 ss.).
Il participio passato sostantivato ricorre in If XXXII 125 io vidi due ghiacciati in una, buca, / sì che l'un capo a l'altro era cappello, dove il termine designa " duos maximos principes, unum ecclesiasticum alterum vero civilem: videlicet Archiepiscopum pisanum et contem Ugolinum " (Guido da Pisa), che appaiono al poeta " in uno foro di ghiaccia " congelati in un unico ammasso, " tanto... stretti insieme stavano in una buca " (Buti).