GHERARDO di Giovanni del Fora e suo fratello Monte
Coltivarono in Firenze, sullo scorcio del sec. XV, la pittura, il mosaico, l'intaglio in rame, ma specialmente la miniatura. Delle opere di pittura ricordate dal Vasari, l'unica che ci permetta tuttora di giudicare di G. è l'affresco del tabernacolo di via Cavour a Firenze, rappresentante una Vergine col Bambino e Santi. Come mosaicista lavorò per Santa Maria del Fiore insieme col fratello Monte. Difficile è poter determinare la fisionomia di G. miniatore, sempre a causa della collaborazione col fratello. Si può tuttavia affermare, basandosi sulle opere rimaste e sui documenti, che l'operosità di M. dovette essere assai superiore a quella di G., morto troppo giovine (1497). M. invece morì vecchissimo (1529). Come pittore, egli si rivela in una tavoletta dell'Annunciazione della Galleria Estense di Modena, attribuitagli dal Toesca. Le miniature dei due fratelli mostrano forti influssi esotici, specie fiamminghi, e qualità coloristiche eccezionali. Delle molte opere loro di miniatura, ricordiamo: Messale del Museo Nazionale di Firenze; Salterio della Biblioteca Laurenziana (Plut. 15, 17); Bibbia conservata alla "Torre do Tombo" di Lisbona; Messale dei SS. Pietro e Orso ad Aosta; Antifonario del duomo di Firenze (segnato C.), ecc.
Bibl.: Oltre B.C.K., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIII, Lipsia 1920 (con bibl.) vedi specialmente: P. Toesca, Dipinti nella Galleria Estende di Modena e nel Museo Kircheriano di Roma, in L'Arte, IX (1906), p. 376; P. D'Ancona, La miniatura fiorentina Firenze 1914, I, p. 76.