Gherardo da Cremona
Filosofo (1114-1187), uno dei più grandi divulgatori della scienza araba nel mondo latino. Dopo aver studiato in patria filosofia e scienze, si trasferì a Toledo, dove apprese l'arabo e si diede alla traduzione di numerosissime opere sia filosofiche che astronomiche. Tornato in patria, vi morì a 73 anni.
Importantissima è la sua opera di traduttore e di divulgatore della scienza e della filosofia greca e araba nella cultura occidentale: tra l'altro si deve a lui la versione del De Causis, che godette di grande fortuna, come dimostrano i commenti di s. Tommaso, Egidio Colonna e Alberto Magno. Lo stesso D. dovette attribuire una grande autorità a quest'operetta filosofica, da lui spesso citata nel Convivio (III II 4 e 7, VI 4 e 11, VII 2, IV XXI 9), nella Monarchia (I XI 17) e nelle Epistole (XIII 57 e 61); non si limitò a prendere solo uno spunto dal De Causis, ma spesso procedette a una traduzione pressoché letterale, come dimostrano i puntuali raffronti del Murari, sicché appare chiaro come egli, più che leggere, abbia studiato con sommo interesse la traduzione di Maestro Gherardo. Non si fermano qui i debiti di D. nei confronti di G.; infatti la versione latina degli Elementi astronomici di Alfragano, compiuta dal traduttore cremonese, fu dal poeta fiorentino utilizzata come fonte diretta, cui egli attinse dati e notizie di carattere astronomico per la Commedia.
Bibl.- L. Leclerc, Histoire de la médecine arabe, II, Parigi 1876; B. Boncompagni, Della vita e delle opere di G. Cremonese traduttore del secolo duodecimo e di G. da Sabbioneta astronomo del secolo decimoterzo, Roma 1851; F. Ravaisson, Catalogue général des manuscripts des bibliothèques publiques des départements publié sous les auspices du Ministre de l'Instruction Publique, I, Parigi 1849, 218-219; G. Wustenfeld, Die Uebersetzungen Arabischer Werke in das Lateinische seit dem XI Jahrhundert, in " Abhandlungen der Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen " XXII (1877); O. Bardenhewer, Die pseudo-aristotelische Schrift, Ueber das reine Gute bekannt unter dem Namen Liber de causis, Friburgo 1882; F. Novati, I codici Trivulzio-Trotti, in " Giorn. stor. " IX (1887) 161166; R. Murari, Il De causis e la sua fortuna nel M. Evo, ibid. XXXIV (1899) 98-117; P. Toynbee, D. studies and researches, Londra 1902, 58-77; E. Moore, Studies in D., s. 3, Oxford 1903, passim.