BURLAMACCHI, Gherardo
Nacque postumo a Lucca da Gherardo di Pietro e da Elisabetta di Giovanni Franchi l'8 sett. 1520 .
Il padre Gherardo fu mercante: nel 1488 era fattore della "Battista di Bartolomeo Arnolfini e C."; in seguito fu associato ai fratelli Michele e Iacopo. Fu attivo a Lione dove incappò nel "mal franzese"; morì in Lucca il 18 ag. 1520. Aveva già avuto due figli, Vincenzo, nato nel 1502 e Pietro, nato nel 1506. Vincenzo fu in Fiandra al servizio della compagnia Stefano e Niccolò Burlamacchi. Dopo la nascita, nel 1531, di un figlio naturale, Carlo, che si laureò a Bologna nel 1554, Vincenzo (che fece testamento nel 1560), rientrato a Lucca, sposò nel 1533 Maddalena di Filippo Calandrini con la quale ritornò ad Anversa, dove nacquero Zabetta nel 1536, Maria nel 1537 e Ippolita nel 1538. Nel 1539 rimpatriò e a Lucca gli nacquero Antonia nel 1541, Giulia nel 1543, Laura nel 1545, Pompeo nel 1549, Fabrizio nel 1553 e Arrigo nel 1556. Ippolito si trasferì ventenne a Lione; nel 1561 passò a Parigi (dove era ancora nel 1567) con il B. suo zio; rientrato a Lucca tornò più tardi a Lione; morì ad Annecy nel settembre 1577. Arrigo fu mercante a Lione, a Tolosa e nuovamente a Lione; nel 1579 fu a Reggio Emilia e più tardi a Ferrara col B., al servizio dei Buonvisi. Da Pompeo, morto nel 1619, nacquero Carlo e Salvatore; da Carlo nacque Arrigo.
Pietro di Gherardo Burlamacchi fu anche egli mercante; sposò nel 1532 Maria di Gherardo Penitesi; fra i suoi figli si ricordano Buglione, mercante al servizio dei Buonvisi, attivo a Lione, in Spagna, a Bordeaux, a Venezia e a Ferrara, dove morì nel 1581; e Tommaso anch'egli mercante a Lione, con lo zio Vincenzo (1549) e poi con il cugino Gherardo (1573), che fu ucciso da un contadino nel suo podere di Nozzano nel 1583. È con questo Tommaso che dovrebbe esser identificato il "messer Tommaso Burlamacchi" in corrispondenza epistolare con Bernardo Tasso e con Annibal Caro.
Il B., rimasto orfano anche di madre all'età di dieci giorni, si avviò alla carriera mercantile e già a quattordici anni era ad Anversa con il fratello Vincenzo. Dal 1538 al 1540 risiedette a Lucca dove fu cassiere del banco Burlamacchi. Fra il 1540 e il 1543 fu in Francia in varie località; nell'aprile 1543 si stabilì a Lione; rientrato a Lucca, nel nov. 1545 passò al servizio della compagnia "Niccolò, Adriano, Paolo Burlamacchi e C.". Nel 1548 sposò Piagentina di Pietro Lamberti con dote di 1.500 ducati. Il 20 febbr. 1552 lasciò Lucca per Anversa per dare il cambio a Paolo Burlamacchi. Nel settembre dello stesso anno fu catturato, fra Calais e Boulogne, e trattenuto prigioniero a Lille per quattro mesi; liberato, rientrò ad Anversa e poi a Lucca nella primavera del 1553. Nello stesso anno si trasferì in Lombardia e a Venezia con Bartolomeo Cenami. Nell'ottobre 1554 ripartì per le Fiandre con Paolo e con Michele Burlamacchi; rimase là fino al 1559, quandopassò a Parigi; di qui si trasferì a Lione nel 1563; l'anno dopo ripartì per Parigi ed Anversa. Nel 1570 era nuovamente a Lione, prima con Cesare di Federico Burlamacchi, poi con Lionello di Niccolò Burlamacchi e infine con Tommaso di Pietro Burlamacchi. Intorno al 1579-80 passò al servizio Buonvisi a Reggio Emilia e a Ferrara insieme con il nipote Arrigo. A partire dal 1583 il B. costituì una compagnia triennale, con sede a Lione, con il nipote Tommaso di Pietro. Finalmente il B. ritornò a Lucca nel 1586: non si sarebbe più mosso e avrebbe cominciato a stendere le sue memorie relative sia alla storia della sua famiglia, sia alle vicende storiche di cui era stato testimone.
Sotto il nome di Diario è tradizionalmente noto il manoscritto 1941 della Biblioteca governativa di Lucca steso dal B. negli ultimi anni della sua vita. Nella prima parte il B. scrisse alcuni appunti relativi alla storia della famiglia Burlamacchi dal secolo XIII al secolo XV; seguono poi brevi note biografiche di tutti i membri che vissero nel corso del sec. XVI. Nei quaderni successivi il B. raccolse, con dovizia di informazioni, varie notizie sulla storia lucchese cinquecentesca: "l'esposizione è indubbiamente discontinua e confusa, ma si tratta della diretta testimonianza di mezzo secolo di vita lucchese, ed è l'unico libro cinquecentesco di ricordi che sia stato conservato" (Berengo, p. 34 n.). Sempre nella Biblioteca governativa di Lucca si trova il ms. 928 autografo del B. dedicato alla Sollevazione dei Poggi, d'ispirazione nettamente conservatrice. Infine nell'Arch. di Stato di Lucca (Raccolte Speciali,Santa Maria Corteorlandini, n. 189)si conserva un manoscritto autografo del B. sulla storia delle famiglie lucchesi.
Il B. morì a Lucca, il 5 dic. 1590.
Fonti e Bibl.: Lucca, Bibl. govern., ms. 1108: G. V. Baroni, Notizie genealogiche delle famiglie lucchesi (sec. XVIII), pp. 258, 304, 343, 376; Archivio di Stato di Lucca, Comune,Corte dei mercanti, n. 86, c. 2v; Ibid., Notari, n. 758 (ser Benedetto Franciotti, 1496-97), c. 81; n. 759 (id., 1498-1500), c. 242; n. 763 (id., 1509-1512), 1511 febbr. s; B. Tasso, Lettere, II, Padova 1733, pp. 469 s.; A. Caro, Lettere familiari, a cura di A. Greco, II, Firenze 1959, pp. 98 s.; G. Lucchesini, Storia letter. del ducato di Lucca, in Mem. e docum. per servire all'istoria... di Lucca, IX (1825), pp. 200 ss.; G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca dall'anno MIV all'anno MDCC, in Arch. stor. ital., X (1847), App., p. 148; H.Lapeyre, Une famille de marchands: les Ruiz…, Paris 1955, pp. 169 s.; F. Gasali, L'azienda domestico-patrimoniale di Ludovico Buonvisi e la sua partecipazione alle compagnie principali del casato, tesi di laurea, università di Pisa, istituto di storia economica, (1964), ad Indicem; M.Berengo, Nobili e mercanti nella Lucca del Cinquecento, Torino 1965, ad Indicem.