BORDONI, Gherardo
Figlio di Chele, lo troviamo attivo nella vita politica fiorentina intorno alla metà del secolo XIV.
Non si può fare molto affidamento sulle liste di feditori alla battaglia di Montecatini (1315) e a quella di Altopascio (1325) edite nelle Delizie degli eruditi toscani (XI [1778], p. 211; XII [1779], p. 265), in entrambi le quali compare un Gherardo Bordoni: nella prima gli è infatti attribuito il patronimico "di Pagno", con evidente confusione con lo zio, morto nel 1308.
Nell'aprile 1343 il B. figura, insieme con lo zio Bernardo di Pagno e con Paolo di Neri Bordoni, in una lista di duecentoventisei consiglieri del duca di Atene (Mercati, p. 162).
Diversi membri della famiglia Bordoni, e specialmente Paolo, furono attivi nella vita pubblica sotto il dominio di Gualtieri di Brienne (Becker, p. 282). I Bordoni compaiono tuttavia come promotori, insieme con gli Adimari, i Medici e i Rucellai, di una delle tre congiure che determinarono il rovesciamento della signoria del duca; e Paolo fu del numero dei sei podestà creati dopo la cacciata del duca, per reggere la città fino all'arrivo del nuovo podestà Giovanni da Valiano (C. Paoli, Della Signoria di Gualtieri di Brienne, in Giornale stor. degli archivi toscani, VI, 3 [1862], p. 172).
Nel 1344 il B. figura in un gruppo di ostaggi inviati a Mastino Della Scala (Arch. di Stato di Firenze, Camarlinghi della Camera del Comune,Uscite, VII, c. 79v): si erano infatti riprese le pratiche, sospese al tempo del duca, circa gli ostaggi che dovevano garantire il saldo del debito per l'acquisto di Lucca. Nel luglio-agosto 1347 ricoprì la carica di priore. Nel dicembre di quello stesso anno il B. faceva parte della solenne ambasceria che, guidata da Tommaso Corsini, era stata inviata dalla Repubblica fiorentina ad incontrare Luigi d'Ungheria alla sua discesa in Italia.
Partiti l'11 dicembre, gli ambasciatori si incontrarono con il re a Forlì (19 dicembre) e lo seguirono a Rimini e poi a Foligno, dove il B., insieme con altri due degli oratori fiorentini, fu ordinato cavaliere. Lasciato il re, essi si recavano poi a Perugia, per conferire con il cardinale legato Bertrando di Deux e con i rettori della città; rientravano infine a Firenze l'11 genn. 1348.Nell'aprile 1349 il B. faceva parte di un'ambasceria a Bologna e quindi, nel maggio, a San Miniato (Camera del Comune,Uscite, LIII, c. 200 rv). Nel novembre gli veniva poi affidata una legazione a Siena, in compagnia di Filippo Bastari, con il compito di operare una mediazione in favore di Orvieto, nel contrasto sorto fra i due Comuni a proposito dei diritti su alcuni castelli. Il 15 febbr. 1350 era estratto podestà di Buggiano, ma rinunciava all'incarico (Arch. di Stato di Firenze, Tratte, 205). Nel marzo seguente era ambasciatore, insieme con Donato Velluti e Bernardo Arringhelli, presso i Pepoli, a Bologna, per chiedere sostegno in un'azione contro gli Ubaldini: senza ottenere risultati positivi, come sappiamo dagli appunti del Velluti nella sua Cronica domestica. Il 9 aprile era estratto per il vicariato della Valdinievole, per la durata di sei mesi (Tratte, 205, e Camera del Comune, LXVIII, c. 638). L'11 dicembre era estratto fra i Dodici buonuomini per il quartiere di S. Maria Novella (Tratte, 205).
Verso la metà del maggio 1352 il B. si recava, con Tommaso Corsini, Pino dei Rossi e altri ambasciatori, alla corte di Carlo IV, per sollecitarlo a scendere in Italia, in funzione antiviscontea (Arch. di Stato di Firenze, Signoria,Carteggi,Missive I Cancelleria, X, c. 131, e cfr. c. 118 bis). Nel novembre poi gli veniva affidata, insieme con Nicola Tornaquinci, un'altra missione a Siena (Ibid., ibid., XI, c. 11), questa volta per svolgere opera di mediazione in favore del Comune di Montepulciano.
Nell'anno 1353 ebbe luogo l'episodio - che è narrato con notevole rilievo dalle cronache - della condanna del fratello Bordone alla pena capitale, in quanto implicato in ingenti furti organizzati da bande di popolani grassi. Malgrado il pressante intervento del B. e dei suoi consorti, la determinazione del podestà, Paolo Vaiani di Roma, riusci a imporsi, e Bordone fu decapitato. L'episodio ebbe uno strascico di rancori e inimicizie, che sboccò, nel luglio dell'anno seguente, in zuffe armate fra Bordoni da una parte e Mangioni e Becchenugi dall'altra, determinando, il 2 ag. 1354, la condanna e lo sbandimento del B. e dei suoi. Pochi anni dopo, peraltro, ritroviamo il B. di nuovo attivo al servizio della Repubblica: in una lettera alla Signoria del 4 sett. 1358 si firma quale ambasciatore fiorentino e viceconservatore di Castiglione (Arch. di Stato di Firenze, Signori,Carteggio,Responsive, V, n. 32). Non ci risulta l'anno della sua morte.
Fonti e Bibl.: G. Villani, Cronica, XII, 108-110, ediz. F. Gherardi-Dragomanni, IV, Firenze 1845, pp. 161-167; M. Villani, Cronica, III, 58, ediz. F. Gherardi-Dragomanni, I, Firenze 1846, p. 251; IV, 20, ibid., p. 322; Marchionne di Coppo Stefani, Cronica fiorentina, a cura di N. Rodolico, in Rer. Ital. Script., 2 ediz., XXX, 1, pp. 229, 244; La cronica domestica dimesser DonatoVelluti, a cura di I. Del Lungo e G. Volpi, Firenze 1914, pp. 194 ss., 212 s.; F. T. Perrens, Histoire de Florence, IV, Paris 1879, pp. 473 ss.; D. Marzi, La cancelleria della Repubblica fiorentina, Rocca San Casciano 1910, pp. 663 s., 673 s.; A. Mercati, Tentativo del duca di Atene di ottenere l'investitura della Romagna, in Riv. stor. degliarchivi toscani, IV (1932), pp. 153-163; A. Brucker, Florentine Politics and Society 1343-1378, Princeton 1962, pp. 122 n., 130 s.; M. B. Becker, A study in Political Failure: The Florentine Magnates (1280-1343), in Mediaeval Studies, XXVII (1965), pp. 281 s.; Id., Florence in Transition, I, The Decline of the Commune, Baltimore 1967, ad Indicem.