Gherardesca
Antica famiglia toscana, le cui origini si vogliono far risalire, sia pure con una documentazione non storicamente valida (ha dimostrato infatti il Cristiani che tra i più antichi documenti concernenti la stirpe se ne nascondono di falsi e di interpolati) a un longobardo s. Walfrido (morto nel 765 circa), nipote dei re Rachis e Astolfo, fondatore e primo abate dell'abbazia di S. Pietro in Palazzuolo. Il primo personaggio della famiglia storicamente accertato è un Gherardo (morto nel 990 circa), signore di feudi nella Maremma sia pisana che volterrana. Agli albori del 1000 i G. già appaiono come rappresentanti dell'Impero nella regione predetta e in Pisa stessa, dove presto s'inurbarono partecipando attivamente al governo consolare della città. I loro possessi erano allora principalmente accentrati intorno a Donoratico e a Gherardesca, dalla quale ultima località, che ripeteva il nome o dal Gherardo del X secolo o dai molti di quel nome che costellarono ogni generazione, derivò il nome della casata. Mentre essi costituirono una consorteria in città, nei loro feudi più che il cognome consortesco, il quale comincia ad apparire nel corso del secolo XIII, tennero quello del feudo che abitavano di preferenza, e che costituiva il centro dei possessi del ramo cui essi appartenevano.
La stirpe dei G. appare infatti divisa sin da antichi tempi in un ramo principale e in rami collaterali. Il tronco principale dei conti di Forcoli, Donoratico e Miranduolo si estinse nel secolo XIII. Si hanno poi: il ramo dei conti di Biserno che si estinse nel 1400; quello dei conti di Castagneto il quale si estinse nel 1459. Da questo diramarono i conti di Segalari estinti nel secolo XV e il ramo dei conti di Donoratico e Settimo dall'ornonimo castello nei pressi di Pisa, il più importante nella storia politica, in quanto vi appartennero il conte Ugolino di dantesca memoria e i vari Donoratico, signori di Pisa e sovrani della sesta parte del regno cagliaritano in Sardegna, che si estinsero nel 1408.
Riprende poi un ramo dei conti di Castagneto, che si estingue nel 1459. Sopravviene infine il ramo dei conti di Montescudaio e Guardistallo, poi conti della G., ramo ancora esistente.
Un Gherardo del ramo dei conti di Biserno prese parte all'impresa delle Baleari nel 1113-14, Tedice del ramo di Castagneto è il primo podestà cittadino di Pisa di cui si abbia conoscenza (1190). Quella consorteria costituì il centro di raccolta del ceto nobiliare cittadino ghibellino contro la minaccia di prevalenza della consorteria guelfa dei Visconti e contro il popolo che a Pisa fu tenacemente e tradizionalmente legato alle sorti della Parte ghibellina. Verso la metà del Duecento (1256) la famiglia acquistò larga influenza ed estesi possessi in Sardegna, sino a esser signora della sesta parte del regno o giudicato di Cagliari. Col conte Ugolino, si ha un avvicinamento del ramo principale di Donoratico alla Parte guelfa e a Firenze, che era in Toscana l'altro polo di attrazione politica. Ambizioso e avido di signoria, il conte Ugolino praticamente la tenne in Pisa negli ultimi tempi della sua vita. Dové però soccombere di fronte alla coalizione delle forze ghibelline sia popolari sia nobiliari capeggiate dall'arcivescovo Ruggeri (v.).
Gaddo della G. ebbe parte nella cacciata di Uguccione della Faggiola, e inoltre, poggiando sulle cariche riunite di capitano e di gonfaloniere, tenne in Pisa una signoria. Questa fu retta successivamente dai conti Gaddo, Ranieri, Bonifazio Novello e Rinieri Novello, tutti del ramo di Donoratico (1317-1347), e fu perduta per essersi formati nuovi schieramenti politici che portarono alla signoria famiglie popolari, i Dell'Agnello prima, i Gambacorta poi. Alla fine del Quattrocento la repubblica fiorentina obbligò i G. all'accomandigia dei feudi e all'abitazione in Firenze, e così essi perdettero, com'era avvenuto a buona parte delle casate feudali, anche l'ultima autonomia politica. Nel 1534 ottennero la cittadinanza fiorentina, e in Firenze ancora risiedono, pur avendo vastissimi possedimenti nella Maremma toscana.
Bibl. - M. Maccioni, Difesa del dominio de' conti della G. sopra la signoria di Donoratico, Bolgheri, Castagneto ecc. raccomandata alla protezione della R. Corona di Toscana, Lucca 1771; ID., Elogio di Gherardo e di Ranieri della G., Elogio di Bonifazio e di Ranieri Novello della G., in Memorie istoriche di più uomini illustri pisani, II, Pisa 1791; L. Passerini, Conti della G. di Pisa, in P. Litta, Famiglie celebri d'Italia, XXV, Milano 1860; ID., Armi e notizie storiche delle famiglie toscane che son nominate nella D.C., in L'Inferno di D.A., a c. di G.G. Warren Lord Vernon, II, Documenti, Firenze-Londra 1862; R. Loddo, Il sigillo del vicario del conte Ugolino della G. di Donoratico (vedine notizia in " Arch. Stor. It. " LXXVII [1919] 292); F. Ardito, Nobiltà, popolo e signoria del conte Fazio di Donoratico in Pisa, Cuneo 1920; G. Rossi-Sabatini, L'espansione di Pisa nel Mediterraneo sino alla Meloria, Firenze 1935; ID., Pisa al tempo dei Donoratico (1316-1347), ibid. 1938; N. Toscanelli, I conti di Donoratico della G., signori di Pisa, Pisa 1939; E. Cristiani, Per l'accertamento dei più antichi documenti riguardanti i Conti della G., in " Bull. Stor. Pisano " XXIV-XXV (1955-56); ID., Nobiltà e popolo nel Comune di Pisa, Napoli 1962 (particolarmente notevole per la delineazione della storia pisana, sociale e politica, dalla Meloria alla fine del secolo XIII o meglio fino alla signoria dei Donoratico, vale a dire anche per il periodo in cui il conte Ugolino dominò in Pisa).