Antropologo e psicanalista (Budapest 1891 - New York 1953). Interessato al folclore e alla mitologia, lavorò per qualche tempo al Museo nazionale ungherese, ma fu costretto ad abbandonare il suo posto dopo la caduta del regime di Béla Kun (1919). Si era intanto sottoposto ad analisi con F. Ferenczi e aveva pubblicato nel 1921 un saggio sul totemismo australiano che gli valse il premio Freud per la psicanalisi applicata. Nel 1928 intraprese spedizioni sul campo, per tentare una conferma antropologica delle teorie psicanalitiche freudiane (Australia, isole Normanly, California, Arizona e Nuovo Messico). Notevoli i suoi studî, sempre in prospettiva antropologica, sul sogno e le ricerche sui rapporti tra pensiero magico e schizofrenia. Opere principali: Australian totemism; a psychoanalytic study in anthropology (1925); The origin and function of culture (1943; trad. it. 1972); The eternal ones of the dream; a psychoanalytic interpretation of Australian myth and ritual (1945; trad. it. 1972); War, crime and the covenant (1952); The gates of dream (1952; trad. it. 1973); Magic and schizophrenia (post., 1955; trad. it. 1973); Animism, magic and the divine king (post., 1972; trad. it. 1975).