Francovich, Géza de
Storico dell'arte, nato a Gorizia il 28 agosto 1902, morto a Roma il 24 novembre 1996. Laureatosi nel 1925 all'università di Firenze, divenne ispettore della soprintendenza di Perugia (1926-28) e successivamente fu chiamato da G. Gentile come redattore per la storia dell'arte all'Enciclopedia italiana, dove lavorò a fianco di P. Toesca, L. Venturi e M. Salmi, dei quali fu anche assistente all'università di Roma. Libero docente dal 1937, è stato dal 1956 al 1972 professore di storia dell'arte medievale presso l'università di Roma. Per il CNR diresse le ricerche per Studi di architettura medievale armena (4 voll., 1971-73) e Studi sulla pittura medievale campana (3 voll., 1974, 1977, 1981).
Personaggio atipico del mondo accademico, durante l'arco della sua lunga vita spaziò, con rigore sistematico, intelligenza e curiosità, in molti campi e aspetti della storia dell'arte, con ricerche del tutto innovative. Autore di fondamentali testi quali Arte carolingia e ottoniana in Lombardia (pubbl. in Römisches Jahrbuch für Kunstgeschichte, 6, 1942-44), di opere sulla scultura romanica (Scultura medievale in legno, 1943), e della ponderosa monografia, patrocinata da B. Berenson, Benedetto Antelami, architetto e scultore e l'arte del suo tempo (2 voll., 1952), de F. fu particolarmente interessato allo studio dei rapporti tra Oriente e Occidente, cogliendone le risultanze formali e ideologiche, che lo portarono a ricercarne le radici nel mondo iranico (sull'arte achemenide e sasanide incentrò anche alcuni corsi all'università). Su queste tematiche, esemplari sono saggi come L'arte siriaca e il suo influsso sulla pittura medioevale nell'Oriente e nell'Occidente (1951) e Il concetto della regalità nell'arte sasanide e l'interpretazione di due opere dell'arte bizantina del periodo della dinastia macedone: la cassetta eburnea di Troyes e la corona di Costantino IX Monomaco di Budapest (1964), ripubblicati con altri scritti in Persia, Siria e Bisanzio nel Medioevo artistico europeo (1984); e ancora Osservazioni sull'altare di Ratchis a Cividale e sui rapporti tra Occidente e Oriente nei secoli VII e VIII d. C., in Scritti di storia dell'arte in onore di Mario Salmi (1961), L'Egitto la Siria e Costantinopoli, in Rivista dell'Istituto nazionale d'archeologia e storia dell'arte (1963), Il Palatium di Teodorico a Ravenna e la cosiddetta "architettura di potenza" (1970). Al rigore storico, de F. accompagnò sempre una puntuale e diretta verifica dei monumenti analizzati, percorrendo instancabilmente, oltre all'Europa, i territori dell'antico impero bizantino e del Medio Oriente; il suo cammino critico a ritroso nella storia si concluse con la pubblicazione sui Santuari e tombe rupestri dell'antica Frigia (1990).