FERRI, Gesualdo
Nacque a San Miniato, in provincia di Pisa, il 2 genn. 1728. Studiò pittura a Firenze con G. Piattoli e fu poi allievo a Roma di G. Bottani e P. Batoni. Esordì in provincia, a Castelfranco di Sotto, dove dipinse una tela con La Vergine in gloriacon il beato Gherardo e santi (distrutta durante la seconda guerra mondiale). All'attività giovanile sono da ricondurre anche le due tele con Storie di s. Antonino vescovo, datate 1746, nella Compagnia di Carraia di Calenzano nei pressi di Firenze, dove si trova anche il dipinto con S. Isidoro e s. Antonino, che il F. terminò nel 1762. Il 9 genn. 1763 fu nominato novizio accademico presso l'Accademia del disegno di Firenze; nello stesso anno eseguì un'Adorazione dei pastori (catal. Sotheby, Londra, 16 dic. 1959, n. 39).
Dalla metà del settimo decennio il F. si affermò sulla scena cittadina grazie alla posizione che acquisì nell'Accademia fiorentina e forte del favore concessogli dal granduca di Toscana Pietro Leopoldo, al quale, nel 1766, dedicò un dipinto raffigurante i santi eponimi Pietro e Leopoldo (Pinto, 1979: ubicazione ignota). Contemporaneamente ricevette l'incarico di eseguire uno "sfondo" per la chiesa del Carmine in Firenze che, terminato nel 1769, fu distrutto dalle fiamme nel 1771 (Borroni Salvadori, 1979, p. 1234).
Nel 1767, in vista dell'Esposizione dei pittori al chiostro dell'Annunziata, organizzata dall'Accademia del disegno, il F. fu nominato festaiolo professore con l'incarico di organizzare la mostra e curare la redazione e stampa del catalogo.
In questa occasione furono esposte alcune sue opere: La morte di Lucrezia, appartenuta al conte V. degli Alberti, La Natività, del senatore Incontri, entrambe di ubicazione ignota, e un Autoritratto, da identificarsi con quello dipinto tra il 1760 e il 1765 (dal 1768 nella Galleria degli Uffizi). Al 1767 risalgono un S. Lorenzo in gloria, dipinto su richiesta di L. Niccolini per la cappella della villa di Bibbiena, nei pressi d'Arezzo, e una Sacra Famiglia, eseguita per la villa Del Nero a Maiano, nelle vicinanze di Fiesole. Al 1768 circa risale il disegno (Uffizi, Gabinetto disegni e stampe) per l'Autoritratto, pubblicato ad incisione da O. Marrini (P. A. Pazzi, Serie di ritratti di eccellenti pittori,II,2, Firenze s.d. [1768-69], pp. XXXXIII s.).
Dal 1770 fu impegnato nei lavori di ristrutturazione della villa granducale del Poggio Imperiale e nel 1772 concluse otto sovrapporte con graziose scene galanti di gusto rocaille. Nel maggio del 1771, in occasione della consegna del Toson d'oro all'arciduca Ferdinando, primogenito di Pietro Leopoldo di Toscana, il F. fu incaricato di eseguire un disegno raffigurante la cerimonia, che fu inviato a Vienna all'imperatrice Maria Teresa. Al 1775 risale la tenda d'organo in S. Firenze con L'elemosina di s. Filippo Neri (bozzetto in convento). Nel 1778 dipinse ancora per i padri filippini un S. Florenzio che consegna la chiesa a s. Filippo Neri (Firenze, oratorio nuovo di S. Firenze). Quell'anno, nelmese di luglio, ricevette il pagamento dei progetti (Ibid., Opificio delle pietre dure) per le cornici di due commessi di pietre dure realizzati su disegno di G. Zocchi e rappresentanti La Musica e Le Arti liberali (cfr. Gonzales Palacios, 1986, II, figg. 226-227).
Intanto, il 24 marzo 1776, era stato nominato provveditore dell'Accademia del disegno; sia in qualità di novizio che di provveditore il F. svolse l'attività di perito di parte nelle controversie giuridicoeconomiche tra artisti e committenti e tale incarico mantenne anche dopo il 1784, quando tali contenziosi diventarono di competenza della magistratura cittadina. Nel 1782, con il pittore F. Zuccarelli e lo scultore I. Spinazzi, ebbe l'incarico di redigere il programma della costituenda Accademia di belle arti che, per volontà granducale, sostituì la precedente Accademia del disegno; il 22 febbr. 1785 ne divenne professore aggregato e l'anno successivo ebbe la cattedra di pittura. Il 29 apr. 1789 il F. eseguì, per conto della Galleria degli Uffizi, una perizia su due dipinti acquistati dal pittore e mercante d'arte G. Hamilton e destinati al mercato inglese. Nel 1793, trovandosi in gravi difficoltà economiche, propose alla stessa Galleria l'acquisto di un dipinto di autore nordico, di sua proprietà, con scene di caccia. Infine, tenuto conto delle difficili condizioni finanziarie in cui versava, ottenne un sussidio di 10 zecchini per gli anni 1796 e 1797 (Borroni Salvadori, Committenti..., 1985, p. 156). Dopo questa data non si hanno altre notizie del F.; ignoto è l'anno di morte.
Del F. si ricordano inoltre La morte di s. Giuseppe, dipinta nel 1780 per villa Le Maschere dei marchesi Gerini del Mugello, e, di due anni dopo, L'imperatore Eraclio porta la Croce di Cristo in Gerusalemme (Firenze, S. Maria del Carmine). Nel 1790 dipinse la tenda dell'organo della chiesa fiorentina di S. Lorenzo. Di incerta datazione sono il S. Felice da Cantalice e S. Giuseppe da Leonessa e altri santi ricevono la palma del martirio (chiesa dei cappuccini, Montughi); il perduto Battesimo di Cristo eseguito per il duomo di Livorno; La visione di Gesù Bambino nel presepe per la chiesa di S. Margherita in Cortona (dove, nella chiesa di S. Maria Nuova, restaurò un S. Carlo di L. B. Ciarpi).
Fonti e Bibl.: Firenze, Arch. d. Galleria degli Uffizi, f. XXII: "Permessi d'esportazione", 29 apr. 1789; P. A. Orlandi, Abecedario pittorico, V,13, Firenze 1776, col. 1334; D. Moreni, I contorni di Firenze, I,Firenze 1791, p. 37; IV, ibid. 1793, p. 214; F. Inghirami, Storia della Toscana, XI,Firenze 1843, p. 329; M. Fantozzi, Nuova guida di Firenze, Firenze 1850, pp. 244, 430, 708, 755; F. Borroni Salvadori, Le esposizioni d'arte a Firenze dal 1674al 1767, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XVIII(1974), p. 84; O. Panichi, Il rinnovamento dell'architettura e della decorazione di interni a Firenze nell'età leopoldina, in Actes du Colloque Florence et la France (1977), Firenze-Paris 1979, pp. 24, 35 n. 35, fig. 22; F. Borroni Salvadori, Memorialisti e diaristi a Firenze nel periodo leopoldino. 1765-1790, in Annali della Scuola normale sup. di Pisa, s. 3, IX (1979), pp. 1210 s., 1228, 1234-1236, 1256, 1265, 1282; Gli Uffizi. Catalogo generale, Firenze 1979, p. 870 (A346); S. Pinto, La promozione delle arti negli Stati italiani dall'età delle riforme all'Unità, in Storia dell'arte italiana (Einaudi), VI, Torino 1979, p. 840; F. Borroni Salvadori, A passo a passo dietro a Giuseppe Bencivenni Pelli al tempo della Galleria, in Rass. stor. toscana, XXVIII(1983), pp. 5, 42, 160, 170, 188; Id., Pittori del Settecento a Firenze o di persona o in effigie (catal.), Firenze 1984, ad Indicem; Id., Committenti scontenti, artisti litigiosi nella Firenze del Settecento, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XXIX (1985), ad Indicem; Id., Ilcoinvolgimento dell'Accademia del disegno nella politica artistico-museale del granduca Pietro Leopoldo, in Rass. stor. toscana, XXXI(1985), pp. 5, 23 s., 34, 37, 45; A. Gonzales Palacios, Iltempio del gusto. Il Granducato di Toscana e gli Stati settentrionali, I,Milano 1986, ad Indicem; La pittura in Italia. Il Settecento, Milano 1989, I, p. 337, tav. 478; II, p. 718; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI,p. 483.