GERONA
(lat. Gerunda; catalano Girona)
Città della Spagna nordorientale, nella comarca del Gironese, capoluogo della provincia omonima, in Catalogna, situata alla confluenza dei fiumi Ter, Onyar, Güell e Galligants. La città antica è situata su un'altura e quella moderna in una depressione formata da terreni alluvionali; il primitivo nucleo medievale coincide con i confini della G. iberica e romana, le cui mura ciclopiche di fortificazione, dette Força Vella, si conservano ancora in parte.G., menzionata già da Plinio (Nat. Hist., 3, 23), era situata lungo il tracciato della via Augusta. Prudenzio, nel Peristephanon (IV, 30), cita il martire Felice di G., vissuto all'epoca di Diocleziano, alla cui chiesa in seguito il re visigoto Recaredo (m. nel 601) donò una corona votiva (Giuliano di Toledo, Historia Wambae regis; MGH.SS rer. Mer., V, 1910, p. 522). Divenuta centro importante in epoca visigota, con la creazione del vescovado di G. nel sec. 5°, la città coniò moneta fino alla dominazione araba, intorno al 714; nel 785 fu liberata da Carlo Magno, che creò la contea di G., unita nell'878 a quella di Barcellona dal conte Goffredo I. Nei secc. 11° e 12° la città cominciò a espandersi fuori delle mura con i quartieri di Santa Maria, di San Pere e di El Mercadal, e già dal sec. 10° ebbe un importante quartiere ebraico.L'inizio dell'espansione urbana comportò la creazione di infrastrutture come l'ospedale di Mesells e i bagni pubblici, detti Banys Arabs. Lo sviluppo urbano ricevette un impulso notevole nel 1248, quando il re Giacomo I concesse alla città diritti uguali a quelli di Barcellona. Nel 1285 G. venne assediata dalle truppe di Filippo l'Ardito durante le lotte tra il re di Catalogna Pietro II e il papato, appoggiato dalla casa degli Angiò. Il momento di massimo splendore della città coincise con il sec. 14° e, infatti, nel 1365 G. contava ottomila abitanti. Nel sec. 15°, tuttavia, quando ascese al trono la casa dei Trastamara, la città perse rapidamente il suo prestigio.Fu l'architettura gotica a definire il carattere di G., sia con l'ampliamento nel sec. 14° della zona fortificata di Sant Pere e Sant Feliu e la c.d. Muralla del Mercadal nel sec. 15°, sia con la costruzione di piazze, strade, palazzi (palazzo vescovile), conventi (La Mercè, El Carme, Sant Domènec), chiese (Sant Feliu), e con l'erezione della grande fabbrica vescovile.La cattedrale di Santa Maria, fondata in epoca visigota, conserva, inglobati nell'edificio gotico, resti della costruzione romanica: il chiostro, due ali degli annessi canonicali e la torre campanaria, la c.d. torre di Carlo Magno. Il campanile segue modelli del sec. 11°, accogliendo influenze dell'architettura lombarda. Il chiostro, realizzato nella seconda metà del sec. 12°, presenta nel pilastro sudoccidentale la Creazione di Eva e temi veterotestamentari, come nell'ala orientale, mentre nel pilastro centrale dell'ala meridionale compaiono temi neotestamentari; sono frequenti anche scene di caccia, di lotta e di lavori relativi alla costruzione di edifici. Risulta evidente la relazione stilistica tra queste sculture e quelle del chiostro di Sant Cugat del Vallès, e ancora con la c.d. terza bottega di Notre-Dame-de-la-Daurade di Tolosa.La cattedrale gotica - sorta sul luogo della precedente, con pianta a navata unica e cappelle tra i contrafforti interni - venne iniziata nella prima metà del sec. 14°: a quest'epoca risalgono l'abside e il deambulatorio, ai quali lavorarono, tra gli altri, i maestri Jaume Faveran, Guillem de Cors e, successivamente, Francesc Saplana, Pere Sacoma, Guillem Morell, Antoni Canet e Guillem Bofill, autore tra il 1370 e il 1382 della porta degli Apostoli. Nel 1416 il vescovo Dalmau de Mur indisse un concorso di architetti per definire il progetto della navata (m. 50 di lunghezza, m. 34 di altezza, m. 22,98 di larghezza).All'interno si conservano: dell'epoca romanica la mensa d'altare e la cattedra episcopale del sec. 11°; squisite opere di oreficeria del sec. 14°, quali il retablo dell'altare maggiore, opera di di Pere Bernés, e il baldacchino di maestro Bartomeu; i sepolcri di Raimondo Berengario II e della moglie, la contessa Ermessenda, sono opera di Guillem Morell, come attesta un documento del 1385. Al sec. 14° risalgono anche le notevoli vetrate gotiche.Il monumento romanico più importante di G. è il monastero di Sant Pere de Galligants, del sec. 12°, come risulta dalle donazioni fatte dai conti Raimondo Berengario III nel 1131 e Raimondo Berengario IV nel 1134. La chiesa, a tre navate, presenta in quella centrale una copertura a botte sostenuta da archi trasversi poggianti su semicolonne addossate a pilastri. Notevole è la decorazione scultorea del capocroce, eseguita prima del 1150, che rivela un'influenza tolosana.Le sculture del chiostro sono state messe in relazione con quelle del chiostro della cattedrale di G. e con quelle di Sant Cugat del Vallès; a Sant Pere de Galligants, tuttavia, spiccati caratteri originali hanno spinto la critica a cercare confronti in opere del Rossiglione. Nel recinto del cimitero del monastero è situata la cappella di Sant Nicolau, risalente alla fine del sec. 12°, a una sola navata con capocroce triconco e lanterna ottagonale al centro.Nei dintorni di G. sorge il monastero di monache benedettine di Sant Daniel, fondato nel 1017, la cui chiesa venne consacrata nel 1086. Il complesso ha subìto in seguito molte trasformazioni: la parte inferiore del chiostro fu realizzata nel 13° e quella superiore nel 15° secolo.Tra i monumenti gotici è di particolare rilievo la collegiata di Sant Feliu. Si trattava di una canonica vincolata alla cattedrale, situata all'esterno delle mura e per questo fortificata in diverse occasioni. Nel 1313 si intraprese la costruzione dell'edificio attuale e nel 1326 fu coperta la navata centrale; Pere Sacoma, architetto della cattedrale, eresse nel 1386 la torre campanaria. Nel presbiterio della chiesa si conservano otto sarcofagi romani, di cui due del sec. 2°, con temi profani (Ratto di Proserpina, battuta di caccia), e sei del sec. 4°, con temi cristiani. Nella chiesa si trova inoltre la tomba di s. Narciso (1328), opera scultorea gotica di influenza fiamminga, attribuita al maestro Joan de Tournai. È opportuno citare anche la figura di Cristo del gruppo scultoreo del Santo Sepolcro, commissionata al maestro Aloi de Montbrai nel 1350.Il convento di Sant Domènec, all'interno del secondo recinto di mura medievali, fu fondato nel 1253, ma la chiesa venne consacrata solo nel 1339; la parte inferiore del chiostro è gotica, mentre quella superiore è di epoca barocca.Molti sono gli edifici medievali che si aprono sulle vie dell'antico nucleo cittadino. La strada della Força, il primitivo cardine romano, si trasformò nel Medioevo nell'asse del quartiere ebraico (Call), la cui comunità, benché non numerosa, rappresentò un'importante forza culturale nei secc. 13° e 14°, alla quale si attribuiscono studi della cabala di una certa importanza. Altre strade medievali sono il Carrer dels Alemanys e il Carrer dels Ciutadans, su cui si affacciano diversi palazzi del 15° secolo.Tra gli edifici di carattere civile si distingue quello delle terme, noto come Banys Arabs, documentato nel 1194 e ricostruito alla fine del sec. 13°, come risulta dalla donazione del re Giacomo II nel 1294. Nell'edificio si riconoscono chiaramente gli ambienti del calidarium, del tepidarium e del frigidarium, con una piscina ottagonale al centro e un lucernario in alto; questo modello trova il precedente in quello delle terme romane, giunto fino al sec. 13° attraverso la mediazione delle terme arabe.Costruzione tardoromanica è il palazzo Fontana d'Or, ampliato nei secc. 14° e 15°, con corte centrale, scalinata e galleria al piano nobile. Il palazzo della Pia Almoina, risalente al sec. 13°, ospitava un'istituzione benefica e tra il 1415 e il 1421 acquistò parte del suo aspetto attuale. La Casa de la Pabordia risale al 13° e 14° secolo. Il palazzo vescovile conserva resti romanici in una struttura quasi interamente appartenente al sec. 14°, con l'aggiunta di un ampliamento del 16° secolo. L'edificio è sede del Mus. d'Art, che contiene una delle collezioni più importanti di arte medievale della Catalogna: tra le opere conservate si segnalano il retablo proveniente da Sant Pere di Púbol di Bernat Martorell, il retablo proveniente da Sant Miquel di Cruïlles di Lluís Borrassà e inoltre diverse immagini sacre, opere di oreficeria e codici miniati di epoca romanica, come l'Omeliario di Beda.Il Mus. de la Catedral ospita il Tapís de la Creació, ricamo di grandi dimensioni della fine del sec. 11° o degli inizi del 12°, in cui sono raffigurate scene della Creazione del mondo e, nella parte inferiore, storie della Vera Croce. Altro oggetto di particolare valore è il codice di Beato, datato 975 (Arx. i Bibl., 7); è da segnalare infine la scultura nota come Sant Carlemany di Jaume Cascalls, datata 1345-1350.
Bibl.: L. Torres Balbás, Arquitectura gótica (Ars Hispaniae, 7), Madrid 1952; Guia d'arquitectura de Girona, Girona 1980; J. Marques i Casanovas, Girona Vella, 2 voll., Girona 1982; P. Freixas, L'art G'otic a Girona, Girona 1983; A. Pladevall, J. Olavarrieta, El nostre patrimoni, Girona ciutat, Girona 1986; G. Roura, Girona carolìngia. Del 785 a l'any 1000 (Quaderns d'història de Girona), Girona 1988; Girona (Catalunya romànica, 5), Barcelona 1991; C. Guilleré, Girona medieval. L'etapa d'apogeu (1285-1360) (Quaderns d'història de Girona), Girona 1991; N.M. Amich, J.M. Nolla, Girona Goda I Sarraïna (476-785) (Quaderns d'història de Girona), Girona 1992; C. Guilleré, Girona medieval. Crisis i desenvolupament (1360-1460) (Quaderns d'història de Girona), Girona 1992; J. Clarà, Introducció a la historia de Girona, Girona 1993.E. Carbonell i Esteller