GERONA (catal. Girona, A. T., 41-42)
L'antica Gerunda, città della Spagna di NE., capoluogo della provincia omonima, nella Catalogna, sulla ferrovia Perpignano-Barcellona, a 105 km. a nord di quest'ultima città e a 68 km. dalla frontiera, a 187 m. s. m., con 18.700 ab. Nel piano, lungo le rive del Río Onya, che poco oltre confluisce nel Ter, si sviluppano i sobborghi e gli edifici industriali; qui si conservano, rovinati dal tempo, le mura e i bastioni. Per strade strette, tortuose, ripide, le quali si svolgono sui fianchi di una collina nuda, rocciosa, ove ad anfiteatro è costruita la città vecchia, si giunge alla sommità del colle Montjuich ("monte dei Cappuccini"), coronato dai vecchi forti, ora usati come prigioni, dalla Cattedrale e dalla Collegiata di San Felíu (San Felice). La città che è sede vescovile, possiede altre chiese, pregevoli o per antichità o per stile, con eleganti chiostri; un seminario, una biblioteca pubblica, un teatro; ha qualche piccola industria: cartiere, lanifici, cotonifici; è uno dei più importanti centri di raccolta e di lavorazione del sughero, che viene poi imbarcato nel vicino porto di San Felíu, unito a Gerona da una ferrovia (40 km.); un'altra linea ferroviaria si dirige a NO. a Olot. Le fortificazioni di Gerona, insieme con quelle della più settentrionale Figueras, sbarrano la valle longitudinale che fra le due catene dei Monti Catalani della Francia conduce in Spagna.
Monumenti. - La cattedrale gotica è ad una sola navata, eretta sul luogo ove sorgeva un tempio romanico, di cui non rimane altro che una torre, chiamata di Carlomagno, e il chiostro. I lavori della nuova cattedrale furono intrapresi sul principio del secolo XIV, e nel 1416 non era compiuta che l'abside con deambulatorio e con il principio di tre navi; allora l'architetto Bofill propose di costruire il corpo anteriore con una sola amplissima navata gotica: questo progetto, approvato dopo lunga discussione, ha dato all'interno il suo aspetto originalissimo. Il campanile è del 1581 e la facciata principale venne costruita alla fine del sec. XVIII sotto la direzione dello scultore barcellonese Pere Costa. Sono notevoli l'altare maggiore d'argento (1325-1360), il ciborio, il tabernacolo (sec. XV), una statua di Carlomagno, di alabastro (sec. XIV), l'arazzo della Creazione (secolo XII), preziosi manoscritti miniati. Vanno ricordati poi la collegiata di S. Felice (1245-1318) con un campanile ottagonale (fine del sec. XIV) e la chiesa di S. Pietro di Galligans, presso il fiume omonimo, del periodo romanico, con un bel portale.
V. tavv. CXXIX e CXXX.
Storia. - Scarse notizie se ne hanno nei tempi visigotici: sappiamo di alcuni vescovi (p. es. Giovanni Biclara, autore d'una cronaca); sono conosciuti i decreti d'un concilio del 517; batté moneta. Presa dai Mori, venne riconquistata dai Franchi nel 785, diventò capitale della contea omonima nella Marca Hispanica; presto ebbe come suoi conti sovrani gli stessi di Barcellona (v. barcellona; catalogna). Famosi, nel sec. X, i vescovi Gotmar, Arnulfo, Miró Bonfill, promotori di cultura. Con Renallo (sec. XII) al quale di recente è stata attribuita la collezione canonica Cesaraugustana, s'inizia la tradizione giuridica di Gerona. Sotto Pietro il Grande (I di Sicilia), fu gravemente danneggiata dall'invasione francese. La carneficina di Ebrei del 1391, particolarmente violenta in questa città, è causa di decadenza della sua celebre sinagoga. Lottò contro Filippo IV e Filippo V, come tutta la Catalogna; ma più di qualunque altra città soffrì, in tutti i tempi, guerre e assedî innumerevoli, l'ultimo, e il più famoso, durante l'invasione napoleonica (1809).
La provincia di Gerona.
È una delle quattro che compongono la Catalogna, con un'area di 5865 kmq. e una popolazione di 347.800 ab. (calcolati al 31 dicembre 1930), cioè 60 ab. per kmq. Ha a nord per confine la frontiera francese, segnata dalla cresta dei Pirenei orientali, tocca a est e sud-est il Mediterraneo, a sud e a sud-ovest la provincia di Barcellona e a nord-ovest quella di Lérida. Il terreno è prevalentemente montuoso, in specie a nord-ovest e a nord dove si estendono le aspre giogaie dei Pirenei, i quali verso est vanno abbassandosi sino al mare con la catena degli Albères, e mandano a sud dei contrafforti che si collegano con le alture litoranee. A settentrione delle località di Olot e di Castellfullit si spiega una regione vulcanica, con numerosi coni eruttivi, dighe basaltiche e colate di lava in gran parte obliterati dall'azione degli agenti atmosferici e sepolti da un manto di vegetazione, e le cui uniche manifestazioni odierne si limitano ai bafadores, o soffioni di aria fredda e asciutta. La zona pianeggiante più cospicua è quella dell'Ampurdán (oltre 1800 kmq.) che si estende tra i contrafforti dei Pirenei orientali e le catene costiere catalane, e che, pur avendo inverni rigidi ed estati calde e secche, per la grande fertilità del suolo si presta, oltre che all'allevamento del bestiame, alla coltura dei cereali, della vite, dell'olivo, degli alberi da frutta. La costa a nord è alta, con numerose articolazioni e aggetti, tra cui il saliente di Cabo de Creus, la punta più orientale della penisola; diventa poi regolare e piatta nel Golfo de Rosas, con le piane pantanose dei Llanos di Ampurdán, che ora vanno colmandosi per le alluvioni; indi presenta di nuovo un rilievo vigoroso. I fiumi che irrigano la provincia nascono dai Pirenei e con un corso verso sud-est sfociano nel Mediterraneo. I principali sono il Ter con l'affluente Onya, il Fluviá e il Muga, non molto ricchi d'acqua ma che pure alimentano i numerosi stabilimenti industriali scaglionati lungo il loro corso (cartiere, filande e cotonifici, mulini, ecc.). La popolazione, si dedica all'allevamento degli animali nelle parti elevate della provincia, all'agricoltura nelle piane, dove il clima più temperato e umido lo consente, alla pesca, alla raccolta e alla lavorazione del sughero, di cui esistono estesi boschi. I giacimenti minerarî non sono adeguatamente sfruttati, come pure le molte sorgenti termali e minerali. Attivo è il commercio.
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Monumenti: J. Bassegoda, La catedral de Gerona, Barcellona 1889; N. Blanch Illa, Gerona histórico-monumental, Gerona 1853; E. Bonnet, Les sarcophages chrétiens de l'église Saint Félix de Gérone et l'école arlésienne de sculpture funéraire, in Bull. Archéol. du Comité des Travaux historiques, 1911; J. Botet i Sisò, Girona, in Geografia general de Catalunya, Barcellona s. a.; J. Coroleu, Noticias históricas sobre los muros de Gerona, Gerona 1888; A. Gelabert, Ullada artistica a Gerona, 1871; E. C. Girbel, Lo Judios sen Gerona, Gerona 1870; id., Estudios histórico-artisticos de los llamados Baños Árabes de Gerona, Madrid 1888; E. Gonzalez Hurtebise, La excolegiata de San Félix de Gerona; X. Monsalvatge, J. Plà, J. Esteva e M. Ibarz, Guia de Gerona y su provincia, Gerona 1917; J. Puig i Cadafalch, J. Falguera e J. Goday, L'arquitectura romànica a Catalunya, Barcellona 1906-1918, voll. 4; C. Rahola, La ciutat de Girona, Barcellona 1929; S. Sanpere y Miquel, El frontal de oro de la catedral de Gerona, Barcellona 1876.