CENATEMPO (Cenatiempo, Genatempo), Gerolamo (Geronimo)
La prima notizia relativa a questo pittore napoletano, nato presumibilmente tra l'ottavo e il nono decennio del XVII secolo, risale al 1705, quando a Napoli risulta iscritto alla Confraternita dei SS. Anna e Luca, sodalizio a scopo religioso-assistenziale con annessa una "Accademia del nudo" (Ceci, 1898). L'opera del C., volta alla diffusione del linguaggio di Luca Giordano, è quasi sempre completa di firma ("Cenatempo") e di data, cosicché se ne possono, seguire con sicurezza alcune tappe. L'artista lavorò in prevalenza a Napoli dove nella chiesa di. S. Pietro a Maiella si conservano diversi suoi dipinti: nella cappella di San Benedetto è la pala d'altare raffigurante S. Benedetto in atto di congedarsi da s. Scolastica, firmata e datatà 1705; nella cappella di S. Caterina la grande tela con lo Sposalizio mistico di s. Caterina, firmata e datata 1706, e infine in quella di S. Pietro Celestino rimangono, sulla volta, gli affreschi che rappresentano una Gloria di angeli e l'Apoteosi di s. Pietro Celestino e, sulle pareti laterali, i due quadri a olio con la Nascita di s. Pietro Celestino e la Morte del santo (Filangieri, p. 39) databili, molto probabilmente, attorno agli stessi anni.
Nel 1709 il C. è documentato all'Aquila, dove il 16 settembre firmava il contratto per gli affreschi sulla volta della cappella di S. Bernardino nella chiesa omonima, raffiguranti S. Bernardino che predica con i ss. Giovanni da Capestrano e Giacomo della Marca, firmati e datati (Chierici, p. 43). Del 1711 sono il Martino di s. Colomba in S. Maria della Sapienza a Napoli e la Maddalena penitente, con firma e data, sua parete destra nella chiesa della SS. Trinità a Sansevero Foggia (Gambacorta). Sempre a Napoli, nella quarta cappella a sinistra del Gesù Vecchio trovano posto, sull'altare, il dipinto raffigurante S. Stanislao ed i martiri giapponesi e, ai lati, i Miracoli di s. Stanislao, risalenti al 1712. In S. Pietro Martire, nella quarta cappella a destra (già Rubino, poi Alfieri), sono tre quadri ad olio che illustrano Episodi della vita di s. Antonino vescovo di Firenze, i cuipagamenti risultano registrati tra il febbraio e l'agosto del 1722: quello al centro, sull'altare, è del C., mentre i due laterali spettano a suo fratello Ignazio (Cosenza, p. 138), pittore non altrimenti documentato. Nella chiesa di S. Maria Donnaromita, ai lati della tribuna, restano del C. due grandi tele con il Banchetto di Erode e la Decollazione di s. Giovanni Battista, risalenti al 1724.
Ancora all'Aquila, sul soffitto della chiesa di S. Bernardino, sono del C. tre grandi tele mistilinee, con al centro l'Assunta ed i ss. Bernardino e Giovanni da Capestrano e, ai lati, due Episodi della vita di s. Bernardino, databili al 1725 circa. Al 1733 risale invece il dipinto raffigurante la Madonna in gloria ed i ss. Massimo e Giorgio nell'abside del duomo della medesima città. Dopo il 1730 l'artista affrescava la cupola della prima cappella a destra nella chiesa della Nunziatella a Pizzofalcone a Napoli e, nel 1742, la cappella di S. Francesco di Paola nel santuario di S. Maria di Pozzano (Castellammare di Stabia). Nel Museo nazionale d'Abruzzo (L'Aquila) sono attribuiti al pittore tre dipinti ad olio, S. Benedetto abate, S. Scolastica e il Martirio di una santa monaca agostiniana, provenienti dalla distrutta chiesa di S. Maria Maddalena e già presso il Museo diocesano. Nella Galleria nazionale di Parma si conserva una Crocifissione di s. Andrea (firmata),proveniente dalla cattedrale diFidenza (cfr. A. Quintavalle, Ricostruzione e riapertura della Gall. naz. di Parma,in Bollettino d'arte, XXXIV(1948), p. 275 fig. 15.
Bibl.: C. Celano, Notizie... della città di Napoli... Con aggiunz. di G. B. Chiarini, Napoli 1970. a c. di A. Mozzillo-A. Profeta-F. P. Macchia, pp. 847, 1109, 1372; G. Sigismondo, Descriz. ... di Napoli…, I, Napoli 1788, p. 231; II, ibid. 1789, pp. 53, 198 n. 303; G. Filangieri di Satriano, Chiesa e convento di S. Pietro a Maiella in Napoli..., Napoli 1884, pp. 35, 39, 40; G. Ceci, La corporaz. dei pittori, in Napoli nobiliss., VII (1898, p. 11; G. Cosenza, La chiesa ed il convento di S. Pietro Martire, Trani 1900, p. 138; M. Moretti, Museo Naz. d'Abruzzo..., L'Aquila 1968, pp. 202, 205, 348; U. Chierici, La basilica di S. Bernardino a L'Aquila, Genova 1969, pp. 43 s.; A. Gambacorta, La Maddalena di G. C. Pittore napoletano a Sansevero, in Corr. di Sansevero, 20 nov. 1971; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, pp. 279 s. (s. v. Cenatiempo, Geronimo).