germogliare
Solo quattro presenze di questa forma verbale, sempre in contesto figurato, con probabile rimando, come per ‛ germinare ' (v.), a matrice linguistica biblica.
Così in Cv IV XXI 13 è da sapere che 'l primo e lo più nobile rampollo che germogli... si è l'appetito de l'animo, e XXIII 3 è da sapere che questo seme divino [la nobiltà] ... ne la nostra anima incontanente germoglia, mettendo e diversificando per ciascuna potenza de l'anima, secondo la essigenza di quella. Germoglia... per la vegetativa, per la sensitiva e per la razionale. Il verbo equivale dunque a un " rampolla ", " germina ", e non appare lontano il ricordo di Is. 61, 11, sia pure adattato a diverso contesto.
Assai notevole, e tipica del sistema concettuale dantesco, l'opposizione tra If XIII 99, ove si parla dell'anima che germoglia come gran di spelta nella selva dei suicidi, e Pd XXVIII 115 che vede la stessa metafora in un clima di gioioso tripudio: L'altro ternaro, che così germoglia / in questa primavera sempiterna / ... perpetüalemente ‛ Osanna ' sberna. Il ternaro angelico, cioè, " mette fuora e polla, come pollano gli alberi a primavera, che ogni bronco mette fuori le sue fronde e rami e fiori, e così questi ordini sempre mettono fuori bontà, scienza e giustizia " (Buti).