GERMANO di San Stanislao (al secolo Vincenzo Ruoppolo)
Nacque il 17 genn. 1850 a Vico Equense, nella penisola sorrentina, da Francesco e Carmela Tozzi. Trasferitosi a Napoli con la famiglia, frequentò i corsi dell'istituto religioso Amato e le attività della congregazione spirituale degli allievi, che lo orientarono verso una scelta religiosa avversata dai genitori. Nell'estate del 1865 lasciò Napoli per raggiungere a Roma la Congregazione dei passionisti cui l'aveva indirizzato il sacerdote Giacinto Perrone, professore di latino e greco all'Amato. Ammesso al noviziato passionista presso il santuario della Scala santa, assunse il nome di religione di Germano di San Stanislao e, dopo la professione dei voti (ottobre 1866), passò come studente al ritiro dei Ss. Giovanni e Paolo.
La canonizzazione del fondatore dei passionisti Paolo della Croce, celebrata solennemente in S. Pietro il 29 giugno 1867, aveva rafforzato enormemente la comunità e rinvigorito sia il voto cristologico della Congregazione, sia il suo impegno di fedeltà al papa. La presa di porta Pia produsse una ancor più marcata coesione della comunità religiosa in difesa della Curia e incise profondamente sulla mentalità dei più giovani. Con altri ventuno studenti della casa romana, infatti, G. abbandonava il territorio italiano - e "quella terribile tempesta che ha fatto piangere tanti" - e, per sfuggire alle leggi che rendevano obbligatorio il servizio militare per chierici e religiosi, riparava in Belgio.
Dopo l'ordinazione sacerdotale (novembre 1872, a Tournai), G. venne destinato all'apostolato in Francia, ma nell'ottobre 1876, ritenendo rientrati i rischi circa l'obbligo di leva, tornò a Roma come insegnante alla Scala santa. Cominciò in questi anni - per fini didattici ma sulla scia della rinnovata fortuna del tomismo nella filosofia cattolica italiana, incoraggiata dalla Aeterni Patris di Leone XIII (1879) - a lavorare a tre corposi volumi in latino, pubblicati a Roma tra il 1903 e il 1908, nella serie Praelectiones philosophiae scholasticae: I, Logica et ideologia; II, Ontologia et cosmologia; III, Psychologia et theologia.
Trasferito nella zona dei monti Cimini tra le case passioniste di Vetralla e Soriano, G., lettore-direttore dello studentato di filosofia, avviò le prime ricerche di archeologia cristiana attorno al santuario di S. Eutizio in Soriano, ricavandone i volumi S. Eutizio di Ferento e il suo santuario posto nel territorio di Soriano. Memorie storiche (Roma 1883, Tonneins 1886) e Memorie archeologiche e critiche sopra gli atti e il cimitero di S. Eutizio di Ferento, precedute da brevi notizie sul territorio dell'antica via Ferentana (ibid. 1886).
Tali monografie, arricchite di un vasto apparato critico, ricostruivano la fisionomia originale del santuario, evidenziandone storia e leggenda, continuità cultuale e "invenzione delle reliquie", e valsero all'autodidatta G. i primi riconoscimenti della comunità scientifica. Nominato socio onorario dell'Accademia delle scienze e lettere di Viterbo (1883), membro della Commissione di archeologia sacra e della Pontificia Accademia romana di archeologia tra il 1887 e il 1895, avviava strette relazioni scientifiche con i protagonisti dell'archeologia romana, O. Marucchi, G.B. De Rossi, M. Armellini.
Dalla fine del 1883 G. era di nuovo a Roma quale docente di teologia, diritto canonico e storia ecclesiastica per i professi del ritiro passionista, e poi come segretario della Congregazione; ricercato nuovamente dalla questura per la vecchia pendenza come renitente alla leva, si rifugiò a Parigi e a Bilbao; tornato a Roma (dopo aver risolto presso il tribunale militare di Salerno il problema della leva militare), si dedicò sistematicamente alla ricerca del sepolcro dei santi Giovanni e Paolo, che una vasta quanto debole tradizione cristiana collocava negli ipogei della basilica affidata ai passionisti. I risultati delle sue lunghe ricerche, pubblicati a Roma nel 1894 e nel 1907 (La casa celimontana dei ss. martiri Giovanni e Paolo scoperta ed illustrata…; La memoria dei ss. Giovanni e Paolo, martiri romani…), sarebbero stati confermati nelle linee essenziali dagli scavi guidati da A. Prandi nei successivi anni Cinquanta. Protagonista di un'archeologia sacra scientificamente fondata, G. veniva nominato nel 1902 consultore della congregazione delle Indulgenze.
Postulatore generale del suo istituto dal 1890, G. predispose le cause di beatificazione di alcuni religiosi passionisti, tra cui Gabriele dell'Addolorata, del quale pubblicò una fortunata biografia (Vita del b. Gabriele dell'Addolorata, studente passionista…, ultima ed. completa, ibid. 1908), e si occupò del recupero del ritiro passionista di Isola del Gran Sasso, ove il beato era sepolto e venerato.
Il nome di G. - confessore, esorcista e direttore spirituale di numerose laiche quali Giuseppina Imperiali, Gertrude Pettinari, Rosa Calucci, Cecilia Giannini - è soprattutto legato alla vicenda di Gemma Galgani. G., che ne era stato consigliere e confidente dal 1900 alla morte (1903), pubblicò la prima edizione, molto rimaneggiata, dell'epistolario (Lettere ed estasidella serva di Dio Gemma Galgani…, ibid. 1909) e l'ampia Biografia di Gemma Galgani, vergine lucchese (ibid. 1907), opera apprezzata dai card. R. Merry del Val, segretario di Stato, C. Gennari, A. Agliardi, F.A. Gasquet, aspramente criticata da S. Trovarelli (Rehuel), esaminata dal card. P. Gasparri nel 1910 prima della sesta edizione. Testimone delle esperienze mistiche della giovane lucchese, ne incentivò - contrastato, come documentano ampiamente i Processi, da G. Volpi, confessore della giovane, poi vescovo ausiliare di Lucca - l'amore a Cristo, la partecipazione viva al mistero della Passione, l'impegno per la riparazione e l'"espiazione per i molti peccati degli uomini" attraverso il culto eucaristico. A tale scopo G. promosse (in memoria della Galgani) la fondazione del monastero passionista di Lucca e il sodalizio di laici ed ecclesiastici Pia Unione del collegio di Gesù, che, sia pure in forme autonome e originali, si inseriva nella strategia per l'impegno dei laici in favore della Chiesa perseguita da Leone XIII.
Il prestigio ottenuto grazie alle ricerche archeologiche, le ampie relazioni con le gerarchie di Curia e con gli ambienti del cattolicesimo tradizionalista francese mantenute dagli anni dell'esilio, infine l'appartenenza a una famiglia religiosa di piena fedeltà al papa valsero a G. la ricordata carica alla congregazione delle Indulgenze, la chiamata ad "affari spinosissimi" per conto di Leone XIII (a Caprarola, Terni, Spoleto nel febbraio 1902, come indicano le Lettere) e la soluzione di un delicato dissidio con il cardinal vicario di Roma L.M. Parocchi: avendo il porporato nutrito gravi sospetti circa la frequentazione di G. con la superiora del monastero romano delle Turchine (dichiarato sciolto dal S. Uffizio il 31 genn. 1901), la ritrattazione del Parocchi e l'impegno di G. a interrompere ogni relazione, anche epistolare, con la religiosa nonché un suo opportuno trasferimento al ritiro passionista di Corneto chiusero la questione.
La posizione di G. si rafforzò con l'elezione di Pio X, che il passionista conosceva personalmente (anche per incarichi di ispezione su religiosi sospesi a divinis) e dal quale ottenne, con l'approvazione del già ricordato monastero di Lucca, elargizioni per il mantenimento di quella comunità. Soprattutto, nel 1905, G. veniva nominato - nell'ambito della "sacra visita" promossa dal papa in tutte le diocesi italiane - visitatore apostolico a Firenze e successivamente (tra il 1906 e il 1907) a Fiesole, Colle di Val d'Elsa, Lucca, San Marco Argentano e Bisignano, e Cassano Ionio che si ritenevano infiltrate di modernismo (copia delle relazioni delle visite nell'Archivio storico dei passionisti, Roma).
L'ispezione alla diocesi di Firenze fu confutata aspramente dall'arcivescovo A.M. Mistrangelo, ex generale degli scolopi, che il 4 giugno 1906 inviò un esposto a mons. G. De Lai segretario della congregazione del Concilio, denunciando il carattere persecutorio e i modi inquisitoriali adottati dal passionista, che dal canto suo rispondeva con un contro-esposto indirizzato a Pio X (analitica documentazione nei Processi), dimostrando di aver rispettato completamente il suo mandato. Nel corso della visita alle diocesi calabresi G. difese l'azione in favore dei contadini promossa dal clero locale attraverso le leghe cattoliche e le casse rurali.
G., che dedicò gli ultimi anni di vita all'avvio del processo di beatificazione della Galgani (aperto a Lucca nel 1910), morì a Roma nella casa passionista l'11 dic. 1909; la salma fu successivamente traslata a Lucca nel sepolcro di Gemma; nell'aprile 1957, ancora sulla scia della mistica lucchese, proclamata santa nel 1940, veniva introdotto il processo di canonizzazione di G.: dopo lo svolgimento del processo ordinario a Roma e di sette processi rogatoriali, ne è stata proclamata l'eroicità delle virtù.
Altre opere di G.: Lettere ed altri scritti spirituali del ven. servo di Dio Gabriele dell'Addolorata, Milano 1896; Vita del servo di Dio Gabriele dell'Addolorata, Roma 1897; Brevi notizie sulla vita del ven. servo di Dio Gabriele dell'Addolorata, ibid. 1900; Vita del b. Gabriele dell'Addolorata in forma compendiosa, ibid. 1908; Compendio della biografia della serva di Dio Gemma Galgani, ibid. 1909; Pia Unione del collegio di Gesù. Regolamento, ibid. 1910.
Fonti e Bibl.: Nell'Archivio della curia generalizia dei passionisti (Roma) si conservano: una raccolta di lettere di G. (manoscritte e in trascrizione dattilografica: ai familiari, di direzione spirituale, e sugli affari trattati per la congregazione, ecc.) o a lui dirette (della Giannini, dell'Imperiali, ecc.); le relazioni delle visite apostoliche del 1905-07; le Domande e risposte (su Gemma Galgani fornite dalla famiglia Giannini, settembre 1905); i manoscritti di Il protestantesimo e i falsi profeti evangelici, della Synopsis theologiae moralis e dei Principî e teoremi d'aritmetica, matematica, geometria; e vari profili biografici di G., anche allegati agli atti del processo di canonizzazione.
Per notizie generali su G. si vedano: Romana seu Ferentina canonizationis servi Dei Germani a Sancto Stanislao… positio super virtutibus, Roma 1990 (con Summarium, documenti e biografie di F. Gorgini, E. Zoffoli, S. Battistelli, Aurelio della Passione); Rehuel [S. Trovarelli], Note sulla biografia di Gemma Galgani scritta dal p. G., Napoli 1919; L. Bedeschi, Lineamenti dell'antimodernismo. Il caso Lanzoni, Parma 1970, ad indicem; Id., La Curia romana durante la crisi modernista, Urbino 1982-83, ad indicem; G. De Sanctis, Padre G. di S. S. passionista, direttore spirituale di s. Gemma Galgani, Roma 1986; G.M. Vian, Riforma della Chiesa per la restaurazione cristiana della società. Le visite apostoliche delle diocesi e dei seminari d'Italia promosse durante il pontificato di Pio X, I-II, Roma 1999, ad indicem; Dict. de spiritualité, VI, coll. 311 s.