germanismi
Assai prima dell'epoca di D. erano penetrati nelle parlate italiane numerose voci di origine germanica con varia stratificazione: attraverso il latino tardo, dal gotico, dal longobardo e dal francone (specie attraverso il francese antico). L'elenco completo dei g. usati da D. risulterebbe perciò assai lungo e superfluo; una buona parte si è conservata con significato uguale anche nei secoli successivi, mentre alcune voci di origine germanica dell'epoca di D. hanno avuto una scarsa circolazione o hanno mutato il significato.
Tra le prime si ricorderà, ad es., il denominale arrostarsi (If XV 39), " farsi schermo, riparo ", tratto da rosta (XIII 117), " frasche e rami intrecciati di riparo " dal long. hrausta, " craticula ": cfr. arostare, " barricare " (Serventese dei Lambertazzi e dei Geremei 633, in Contini, Poeti I 872); gualdana (If XXII 5), " scorreria in territorio nemico per predare " (attestato anche in Iacopone e Bono Giamboni): cfr. in b. lat. waldana (Rolandino a. 1262) forse in rapporto con l'ant. gualdo (gualdana, waldana " primitus fuerit venatorius excursus in silvam ", Ducange), " bosco ", dal long. wald, a meno che non si tratti di paraetimologia come sostiene ad es. il Gamillscheg (Rom. Germ. II 188) il quale richiama il m. a. ted. waldan, " schiere a cavallo che compiono scorrerie "; aggueffarsi (If XXIII 16), " far matassa ", probabile conio dantesco da gueffa, " matassa ", derivato dal long. wiffa (cfr. ted. Weife, " aspo "). Tra le voci germaniche che hanno mutato di significato si menzionerà, ad es., tresca (If XIV 40), " ballo saltereccio, ove sia grande e veloce movimento " (Buti) e trescare, " ballare ", Pg X 65 (attestato anche nel Novellino, in Sacchetti, ecc.) dal germ. (probabilmente attraverso il francone) *thrĭskan che sopravvive (attraverso il got. o il long.) nel senso di " trebbiare " (cfr. ted. dreschen id.), cioè " pestare " (antico sistema di trebbiatura) in dialetti abruzzesi.
Assai discutibile è l'etimologia germanica di lurco (If XVII 21) normalmente interpretato come " crapulone ", dal latino lurco, -one; si è richiamato, da parte di alcuni studiosi, il ted. Lurch (dal medio basso ted. lork), " batraco ", " anfibio ".
Interessanti sono alcuni toponimi quali Osterlicchi (If XXXII 26), adattamento di Oesterrich cioè Oesterreich, " Austria " (per cui v. le testimonianze delle varie forme, " Storlich ", " Austerich ", " osterlicchi ", addotte dal Parodi, Lingua 271-272); Soave (Pd III 119), forma corrente nell'italiano antico per Schwahen, " Svevia " (cfr. ancora l'identico Soave, in provincia di Verona, attestato come Suavium nell'874).
In VE I VIII 4-5 D. attribuisce la particella affermativa jo (quod quasi praedicti omnes jo affirmando respondent) del ted. merid. (ted. ja) ai vari popoli (Sclavones, Ungaros, Teutonicos, Saxones, Anglicos et alias nationes), e qui egli rivela cognizioni errate circa la presunta lingua originaria che Slavi e Ungheresi avrebbero avuto in comune con i popoli di stirpe germanica. Non si può d'altro canto escludere che egli abbia udito la forma jó dell'ungherese corrispondente a " buono " (ed equivalente al nostro " bene "?) e l'abbia scambiata per l'avverbio affermativo.