CHAUVELIN, Germain-Louis de
Nato nel 1685, fu prima avvocato generale presso il Parlamento di Parigi; poi dal cardinale Fleury fu nominato guardasigilli di Francia e segretario di stato per gli Affari esteri. Mentre però il cardinale voleva conservare l'alleanza con l'Inghilterra e l'amicizia della Spagna e non considerare più l'Austria tradizionale nemica della Francia, Ch. invece presentò al cardinale un progetto di alleanza, spedito da Madrid nell'agosto del 1729, tra la Spagna e la Francia. La Spagna otteneva dalla Francia mano libera per l'occupazione dei ducati in Italia, non acconsentiva a nessuna concessione commerciale a favore dell'Inghilterra, fino a quando questa non restituisse Gibilterra e Minorca. Ma il cardinale, mentre riusciva col trattato di Siviglia (nov. 1729) a placare il dissidio tra Spagna e Inghilterra, procurava alla Spagna l'autorizzazione a sbarcare seimila uomini in Italia, per assicurare a Don Carlos il possesso dei ducati. Si evitò così la guerra con l'Austria. Ma ecco la successione al trono polacco. In Francia, regina, re, opinione pubblica sostengono la candidatura di Stanislao Leczinski padre della regina di Francia. Il partito di Ch. grida esser necessario dar soddisfazione al paese. Il cardinale vide il pericolo di guerra; ma prevalse lo Ch. E fu la guerra all'Austria (ottobre 1733). Il ministro voleva distruggere l'influenza dell'Austria in Italia, creando nella penisola una federazione di stati vassalli della Francia. L'imperatore, per vendicarsi di lui, fece al card. Fleury proposte di trattative dirette per la pace. Ma quando si trattò di trasformarne i preliminari del 3 ottobre 1735, il cardinale incaricò Ch. di rappresentarlo ai negoziati del gennaio 1736. Gli emuli però lo accusarono di aver tradito l'interesse della Francia per somme favolose e d'altro; ma la verità era che il card. Fleury volle sbarazzarsi di un uomo in contrasto stridente con la sua politica. Il 20 febbraio 1737, una lettre de cachet esiliava Ch. a Bourges. Egli si difese con un memoriale in cui attaccava il governo del cardinale. Il re gli cambiò il luogo d'esilio e lo mandò a Issoire, in Alvernia; tre anni dopo gli concesse di andare nella sua terra natia. Morì a Parigi il 1° aprile 1762.
Bibl.: Réaulx, Le roi Stanislas et Marie Leczinski, Parigi 1895; H. Sage, Dom Philippe de Bourbon infant de Parme, Parigi 1904; H. Carré, Le règne de Louis XV, Parigi 1909.