GERICO (ebr. Yeriḥü; ar. Erīhā; A. T., 88-89)
Fu la prima città che gl'Israeliti, al comando di Giosuè (v.), incontrarono nel paese di Canaan dopo il passaggio del Giordano e la cui conquista fu accompagnata da straordinarî avvenimenti. La città cananea, assegnata alla tribù di Beniamino, era situata a circa 2 km. a nord dell'attuale villaggio, vicino alla fonte es-Sultān (detta anche "di Eliseo") e ai piedi del monte Quarantena. Dopo lo scisma delle dieci tribù, Gerico appartenne al regno del Nord, e al tempo del re Acab, un certo Ḥiel di Betel ne riedificò le mura, attirando sopra di sé le maledizioni che Giosuè aveva pronunziato contro chi l'avesse riedificata. Nella città israelitica fiorì una scuola di profeti spesso visitata da Elia ed Eliseo.
Saccheggiata al tempo dell'invasione babilonese, e deportata la popolazione, la città venne riedificata e tornò a prosperare dopo l'esilio. Per gli splendidi giardini i cui alberi da balsamo costituivano una considerevole rendita, Marco Antonio ne fece dono alla regina Cleopatra che la vendé ad Erode il Grande. Con questo monarca la città, spostata più al sud della Cananea lungo l'uadi elKelb, raggiunse il più alto grado di prosperità e d'importanza sia per la sua posizione geografica sulla via che collegava i paesi transgiordanici con Gerusalemme, sia per la sua straordinaria fertilità. Erode vi costruì un ippodromo, un anfiteatro, la dotò di giardini irrigati da lavori idrici e vi stabilì una residenza invernale. Durante le feste di Pasqua, Gerico era il ritrovo dei Giudei che dalla Perea e dalla Galilea si recavano a Gerusalemme. Anche Gesù vi passò più volte e nell'ultimo suo viaggio alla santa città vi operò la guarigione dei due ciechi ed accolse l'invito del pubblicano Zaccheo.
Sede vescovile nel 325, fu all'epoca bizantina popolata di "laure" i cui monaci vivevano sotto la direzione di S. Eutimio o di S. Saba. Nel sec. VI Giustiniano vi fece costruire una chiesa sacra alla Madre di Dio e un grande ospizio per pellegrini.
Dopo il passaggio delle truppe di Cosroe (614), la città ando sempre declinando e nel sec. XII non era che un ammasso di rovine. I crociati fondarono una nuova città a est delle due prime nel sito dell'attuale villaggio, ma con la fine del regno latino finì pure la prosperità di Gerico insieme con la sua vegetazione di datteri, zucchero, balsamo e altri prodotti subtropicali. Prima dell'occupazione inglese (1918) Gerico era un povero villaggio con case di fango abitate da una razza mista di beduini; con la nuova amministrazione l'oasi sta riprendendo la decantata floridezza sia per il ripristino dei lavori d'irrigazione sia per la costruzione di case europee, alberghi e uffici, e ha ora 1000 ab., di cui 900 musulmani.
Scavi metodici condotti sul sito della città antica a cura d'una società tedesca dal 1907 al 1909 e da archeologi inglesi nel 1930 e segg. hanno rivelato, dallo studio del diverso sistema di fortificazioni, dall'esame dei tipi di ceramica, degli strumenti di selce, di bronzo e ferro, varie fasi della città dall'età neolitica sino all'israelitica. Speciale attenzione ha suscitato l'assenza d'ogni fortificazione, per circa tre secoli, dal tempo dell'ultima città cananea, distrutta improvvisamente come indicano le quantità di ceneri nelle mura e nelle case, sino a quello della nuova città israelitica. Vi si è vista una conferma al racconto biblico della presa di Gerico da parte di Giosuè e della susseguente ricostruzione fattane da Hiel.
Bibl.: E. Sellin, C. Watzinger, Yericho, Lipsia 1913; C. Garstang, Yerich, in Palestine Expl. Fund Quart. Stat., 1930, 18.