ALLUCINGOLI, Gerardo
Di nobile famiglia lucchese, parente del papa Lucio III, era già stato eletto vescovo dal clero lucchese, quando venne creato nel 1182, proprio da Lucio III, cardinale diacono di S. Adriano, comparendo tra le sottoscrizioni delle bolle nell'agosto di quell'anno.
Uomo di fiducia dei pontefici da Lucio III ad. Innocenzo III, fu incaricato di molte e delicate missioni diplomatiche: nel 1193 fu mandato a Benevento come legato, per sorvegliare da vicino le vicende della lotta tra Tancredi ed Enrico VI, restandovi fin verso il 1195; tre anni dopo era inviato da Innocenzo III a Narni per ricevervi il giuramento di sottomissione di Corrado di Urslingen e per prendere in consegna il territorio spoletino.
La più importante legazione dell'A. è, però, connessa con la difficile e delicata questione della tutela di Federico d'Hohenstaufen, il bambino affidato al papa dalla madre Costanza. L'A. dovette, infatti, recarsi in Terra di Lavoro con l'altro cardinale Gregorio diacono di S. Maria in Portico per organizzarvi la resistenza ai tentativi di Marcovaldo di Anweiler e di altri signori tedeschi di prendere il controllo politico e militare del paese. Essi riuscirono, prima di tutto, ad ottenere l'obbedienza di Roffredo, abate di Montecassino e poi, il 20 febbr. 1199, a negozia re la rinuncia di Marcovaldo all'assedio dell'abbazia, tornando poi subito a Roma, dopo aver così assicurato al pontefice la possibilità di libero accesso da Montecassino al Mezzogiorno d'Italia.
Per l'esperienza e l'abilità dimostrata in questa legazione, Innocenzo mandò l'A. in Sicilia, il 10 apr. 1204, per curare gli interessi di Federico II, del quale, più tardi, veniva nominato "baiulus",cioè reggente. Prima, però, si trattenne in Terra di Lavoro qualche mese per riportare quei territori all'obbedienza dell'autorità pontificia. Alla fine del settembre 1204 era in Sicilia, ove riuscì ad ottenere da Guglielmo Capparone il giuramento di fedeltà, che si rivelò presto di poco valore, perché questi, di nuovo ribellatosi, rifiutando ogni accordo con Gualtieri di Palearia, arcivescovo di Palermo, a proposito del giovane Federico, costrinse l'A. a fuggire da Palermo e a ritirarsi a Messina. Solo due anni dopo perciò, nella primavera del 1207, Federico poté esser tolto al Capparone e consegnato all'A., che lo tenne in tutela sino alla fine della tutela di Innocenzo III, il 26 dic. 1208.
Ignoriamo l'anno di morte dell'AIlucingoli.
Fonti e Bibl.: Jaffé-Loewenfeld, Reg. Pontif. Rom., II, Lipsiae 1888, pp. 431, 536, 577 A. Potthast, Reg. Pontif. Rom.,I, Berolini 1874, p. 465;S.Borgia, Memorie istoriche della pontifizia città di Benevento,III, 1Roma 1769, pp. 167-170; E. Winkelmann, Philipp von Schwaben und Otto IV von Braunschweig, II, Leipzig 1878, cfr. Indice;T. Toeche, Kaiser Heinrich VI,Leipzig 1867. pp. 144 n. 3, 321 n. 5;A. Luchaire, Innocent III, Rome a l'Italie,Paris 1907, pp. 102-107, 158-163, 188-193; H. Zimmermann, Die päpstliche Lega tion in der ersten Hdlfte des 13. Yahrhunderts,Paderborn 1913, pp. 36-37 e passim;F. Baethgen, Die Regentschaft Papst Innocenz III. im Konigreich Sizilien,Heidelberg 1914, cfr. Indice.