GÉRARD d'Amiens
Poeta francese, fiorito sul finire del sec. XIII. Compose tre poemi, di cui due sono inediti: il Méliacin e il Roman de Charlemagne. Edito invece è il terzo: Escanor.
Il primo è un romanzo d'avventura, che meriterebbe d'essere pubblicato dai quattro manoscritti che ce lo hanno tramandato, perché contiene episodî graziosi e scene eleganti, che si svolgono durante i viaggi aerei del protagonista sopra un magico cavallo di legno. Inforcato il cavallo, egli discende, ad es., dalla torre di un castello e trova, in una ricca stanza, una bellissima fanciulla addormentata che bacia sulla bocca. Ne parte con l'immagine di lei nel cuore e compie, col suo cavallo fatato, molte e varie prodezze. Per gran tempo si è creduto che G. d'A. avesse plagiato il Cleomadès di Adenet li Roi che tratta materia identica; ma ora, istituiti i debiti raffronti, si deve pensare che i due autori abbiano attinto indipendentemente a uno stesso testo e ne abbiano colorito ciascuno diversamente gli episodî. Più sobrio Adenet, più prolisso e meno efficace G. d'A. La stessa prolissità si nota in Escanor, altro romanzo d'avventura, in cui si raccontano gli amori di Keu e Andrivette.
L'altro poema (Charlemagne) fu scritto verso il 1300 e dedicato a Carlo di Valois. Vi si narrano avventure della giovinezza di Carlomagno ricalcate su quelle di un poema del sec. XII giunto a noi frammentario, il Mainet: come l'erede legittimo del trono di Pipino abbia dovuto lottare con due fratelli bastardi e come abbia dovuto fuggire in Spagna e quindi in Italia. La seconda parte è attinta alle cronache di S. Dionigi, allo pseudo Turpino, e ad altre fonti ignote. Tomato in Francia, Carlo compie la sua vendetta sui due usurpatori. È un poema di poco o punto valore letterario, che segna la decadenza della poesia epica carolingica.
Bibl.: Il giudizio sui rapporti del Méliacin con il Cleomadès è fondato su un esame dei mss. della Nazionale di Parigi (f. fr. 1455; 1633; 1689) e della Riccardiana di Firenze (n. 1578). Cfr. G. Paris, G. d'A., in Hist. litt. dela France, XXXI (1893), pp. 151-205; un rapido raffronto dei mss. in G. Bertoni, in Zeitschr. f. roman. Philol., XXVII (1903), p. 616; H. Michelant, Escanor, Tubinga 1866 (cfr. A. Tobler, in Zeitschr. f. roman. Philol., XI, 1887, p. 421). Per il Charlemagne (e il Mainet), G. Paris, in Romania, IV (1875), p. 304, e P. Rajna, Origini dell'epopea francese, Firenze 1884, pp. 199 e 400. Un sunto del poema in L. Gautier, Épopées, Parigi 1878-82, III, pp. 30-52; K. Nyrop, Storia dell'epopea francese, Torino 1888, pp. 53 e 84; P. Rajna, Fonti dell'Orlando Furioso, 2ª ed., Firenze 1900, p. 115.