Edelman, Gerald Maurice
Immunologo statunitense (n. New York 1929). Dal 1966 al 1992 professore presso il Rockefeller Institute for Medical Research; si trasferisce nel 1992 allo Scripps Research Institute di San Diego, con l’incarico di direttore del Dipartimento di Neurobiologia. Dal 1981 è direttore del Neuroscience Institute di La Jolla (California), da lui stesso fondato. Premio Nobel per la medicina o la fisiologia con R. Porter nel 1972.
Sviluppando gli esperimenti di Porter, basati sulla digestione degli anticorpi con enzimi proteolitici, nel 1959 E. dimostrò che gli anticorpi sono costituiti da due catene leggere e due pesanti, quest’ultime con peso molecolare doppio rispetto a quelle leggere. Analizzando gli anticorpi prodotti da pazienti affetti da mieloma multiplo, biochimicamente uniformi, ottenne, dieci anni dopo, la prima struttura lineare completa di un anticorpo e dimostrò che la sua struttura tridimensionale è organizzata in domini.
Agli inizi degli anni Settanta si è dedicato allo studio della regolazione dei meccanismi di controllo della crescita cellulare e dello sviluppo degli organismi multicellulari. In partic., si è concentrato sulle interazioni cellulari nelle prime fasi dello sviluppo e sulla funzione del sistema nervoso. In questo contesto ha scoperto che le molecole di adesione cellulare hanno la funzione di governare le dinamiche di sviluppo da cui emergono struttura e forma degli animali, nonché di controllare la costruzione della morfologia del cervello. Sulla scia di questi studi ha altresì scoperto la comune origine evolutiva delle molecole di adesione delle cellule nervose e di quelle dell’immunità adattativa.
Nel 1987 E. ha pubblicato Neural Darwinism (trad. it., 1995), il primo di una trilogia di testi che cambiano il modo di guardare ai processi di sviluppo e alla fisiologia del sistema nervoso, nonché alle basi neurologiche della coscienza. Gli altri due sono Topobiology (1988, trad. it. 1993) e The Remembered present: a biological theory of consciousness (1989, trad. it. 1991). L’approccio di E. ai problemi delle funzioni cognitive superiori partono dal presupposto che le prestazioni mentali, inclusa la coscienza, dipendono dal tipo di organizzazione del cervello in cui hanno luogo processi cellulari estremamente complessi governati da una logica di tipo darwiniano. Per E. ne consegue che i modelli computazionali delle funzioni mentali non servono a capire il cervello, perché si basano sull’idea di una programmazione ‘disincarnata’ e, al meglio, possono servire per costruire artefatti con cui verificare se le regole che governano i rapporti tra le strutture nervose producono comportamenti coerenti rispetto agli assunti di partenza.
Biografia
1929 Nasce a New York
1954 Master alla Scuola medica dell’Università della Pensilvania
1966 È professore titolare presso la Rockefeller University
1969 Ottiene la prima struttura lineare di un anticorpo
1972 Premio Nobel per la Medicina o la Fisiologia con R. Porter
1981 Direttore del Neuroscience Insitute di La Jolla (California) da lui fondato
1987-89 Pubblica una trilogia sullo sviluppo e la fisiologia del sistema nervoso e sulle basi neurologiche della coscienza (Neural darwinism, Topobiology, The Remembered present: a biological theory of consciousness)