GERACE Superiore
Antica città della Calabria, nella provincia di Reggio, già capoluogo di distretto prima del 1860, poi di circondario. È situata a 479 m. s. m., su una caratteristica rupe tabulate di arenaria strapiombante a nord, a sud e a ovest su un lungo contrafforte ionico della montagna tra le Serre e l'Aspromonte; a est l'abitato scende su un fianco meno scosceso della rupe formando alla sua base un sobborgo (il Borghetto); dinnanzi a questo si stende una vasta spianata (il Piano di Gerace), su cui sorge un piccolo monumento commemorativo della fucilazione, ivi avvenuta il 2 ottobre 1847, dei martiri politici geracesi. Il complesso dell'abitato ha carattere pittoresco e monumentale. Soffrì spesso danni dai terremoti (1720, 1783, 1784, 1907, 1908). Nel 1595 Gerace fu tassato per 1327 fuochi, scese a 1295 nel 1648 e a 1166 nel 1669; la popolazione del comune risultò di 3688 ab. nel 1815, di 4953 nel 1871, di 4935 nel 1901. Nel 1901 la frazione Marina si staccò da Gerace, che prese il nome di Superiore per distinguersi dal nuovo comune, il cui capoluogo presto soppiantò economicamente e amministrativamente la città originaria; ad essa è stata conservata la vetusta sede vescovile, suffraganea di Reggio Calabria. Nel 1921 la popolazione del comune di Gerace Superiore era di 4804 ab., dei quali 2610 nel centro capoluogo, gli altri sparsi nella campagna; nel 1931 è risultata di 5199 ab. La superficie territoriale del comune è di kmq. 33,43, quella agraria di ha. 2861; il prodotto principale è dato dall'olio d'oliva, vengono poi il vino e i bozzoli. Stazione ferroviaria di Gerace Marina a 10 km.
Monumenti. - La cattedrale dedicata all'Assunta fu consacrata nel 1045, rifatta nel 1222 e restaurata dopo il terremoto del 1783. L'interno è basilicale a tre navate, con colonne, provenienti dai templi di Locri, su cui poggiano archi pieni a centro. Colonne di spoglio sostengono pure l'ampia cripta, in cui vi è la cappella di S. Giuseppe alla quale un grazioso portale ogivale dà accesso dall'esterno. Al posto dell'abside destra è la gotica cappella del Sacramento (1431): goticheggiante è anche la sacrestia. Nel braccio destro del transetto si trovano i due sepolcri trecenteschi di Giov. e Batt. Caracciolo e di N. Palizzi. Nella diruta chiesa di S. Francesco (1252), che ha due portali ogivali e avanzi di un chiostro, rimane il bel monumento sepolcrale di Nic. Ruffo (morto nel 1372), di derivazione meridionale di scuola toscana. Notevoli la chiesetta normanna di S. Giovannello e il pittoresco castello diruto, più volte rifatto.
Storia. - Si disse un tempo che sorgesse sulle rovine di Locri. Fu saccheggiata dai Saraceni nel 986 e presa da Roberto Guiscardo nel 1089. Divenne sede d'una chiesa di rito greco, che fu soppressa da Sisto IV. Nel 1430 era in possesso di Tommaso Caracciolo, conte di Terranova e marchese di Gerace. Ferrante d'Aragona la concesse in feudo al nipote Luigi nel 1479 e Ferdinando il Cattolico la comprese fra le terre donate a Gonsalvo il Gran Capitano nel 1507. Nello stesso secolo fu comprata da Tommaso de Marinis, duca di Terranova.