TERTSÉTĒS, Geōrgios (Γεώργιος Τερτσέτης)
Poeta neoellenico, nato a Zante nel 1800, morto ad Atene nel 1874. Amico e segretario di Teodoro Colocotronis, lo difese nel processo del 1833, e ne raccolse le memorie nell'interessante Διήγησις τῶν συμβάντων τῶς ἑλληνικῆς ϕωλῆς, 1770-1836 (Racconto degli avvenimenti del popolo greco, 1770-1836, Atene 1851 e 1889). Dimessosi dall'ufficio, andò a Parigi, dove frequentò i corsi di Michelet, Fauriel e Pellegrino Rossi. Dal 1844 sino al 1874 (anno della sua morte) fu bibliotecario del parlamento ellenico. Nel 1860 e nel 1866 fu anche incaricato di missione diplomatica in Italia. Fervente patriota, raccolse le memorie di Nikitara, e di altri eroi dell'indipendenza greca, e ogni anno nel giorno commemorativo (25 marzo) celebrava nell'aula della biblioteca davanti ad eletto uditorio i fasti della patria.
Delle sue liriche, scritte in volgare e ispirate ai canti popolari, sono da ricordare Il bacio (Τὸ ϕίλημα), le Nozze di Alessandro Magno, il Sogno del re Ottone. Scrisse in italiano una commemorazione di Santorre di Santarosa e il dramma La morte di Socrate (con prefazione del Tommaseo, Firenze 1866). Ammiratore e seguace del Solomós, credette di poter nobilitare la poesia cleftica intrecciando, con freddo procedimento accademico, motivi aulici e classici a motivi popolareschi. Altre opere: Δοκίμιον ἑλληνικῆς ποιήσεως (Saggio di poesia greca, Nauplia 1833); ‛Απλῆγλῶσσα (Lingua volgare, Atene 1847); Κόριννα καὶ Πίνδαρος (Corinna e Pindaro, 1853; narrazione di un contrasto poetico tra i due poeti tebani, che spesso si esprimono con accenti della poesia popolare neoellenica).
Bibl.: D. Stefani, G. T., in Διαλέξεις περί ‛Ελλήνων ποιητῶν τοῦ XIX αἰῶνος, 2a ed., Atene 1925; N. Beis, in 'Ελληνικά, III (1930), pp. 163-196.