DIMITROV, Georgi
Uomo politico bulgaro, nato il 18 giugno 1882 a Radomir. Nel 1902, dopo studî compiuti in modo non regolare per la povertà della sua famiglia, si dedicò all'organizzazione del movimento operaio bulgaro, entrando nel comitato centrale del partito dei lavoratori; a lui si deve la costituzione della confederazione generale dei sindacati bulgari. Lo stato di guerra quasi continuo in cui si trovò la Bulgaria dal 1912 al 1919 aggravò nel paese gli elementi di tensione e di lotta, e D. fu pronto a utilizzarli in favore delle sue idee rivoluzionarie. L'insurrezione comunista del 1923, da lui guidata, fu però soffocata e D. costretto a fuggire all'estero. Riparò a Belgrado e a Vienna e quindi (1924) a Mosca, dove fu nominato commissario per l'emigrazione e membro dell'Ispolkom, organo direttivo del movimento bolscevico nei Balcani. Il 22 aprile 1925 assunse la direzione delle operazioni politiche e militari nei Balcani. Come commissario dell'emigrazione dell'Unione sovietica ebbe modo di compiere diverse missioni all'estero. Si trovava in Germania allorché, il 5 marzo 1933, fu incendiato il Reichstag e le autorità naziste lo arrestarono sotto l'imputazione di esserne l'autore. Il processo che ne seguì lo rese noto in una più vasta cerchia internazionale, soprattutto per la fermezza del suo atteggiamento, per la singolare abilità con la quale passò da accusato ad accusatore. Il processo si chiuse a dicembre con la sua assoluzione. Rientrato a Mosca, fu eletto segretario generale del Komintern, carica che conservò sino allo scioglimento di esso, il 23 marzo 1943. In tale posizione diede il maggior contributo all'impostazione ed elaborazione, durante i congressi del Komintern, specie al VII congresso del 1935, alla teoria del Fronte popolare che rappresentò una svolta nell'azione dei partiti comunisti europei. Dopo la vittoriosa insurrezione del Fronte patriottico, il 9 settembre 1944, tornò in Bulgaria e riprese la direzione del movimento operaio, senza in un primo momento assumere funzioni governative. Le elezioni del 27 ottobre 1946, concluse con una vittoria a larga maggioranza del suo partito, contestata tuttavia, nella sua legittimità, dai partiti di opposizione e da una rimostranza ufficiale dei governi inglese e statunitense, lo portarono alla presidenza del consiglio, che tuttora mantiene. Mentre all'interno ha realizzato profondi mutamenti di struttura nella vita politica ed economica, in politica estera è dei più attivi fautori di una federazione di stati balcanici, che dovrebbe iniziarsi con una lega doganale (dichiarazioni di D. a Bucarest, il 17 gennaio 1948); ma un comunicato ufficiale russo ha sottolineato che l'URSS non approvava questo indirizzo.
Bibl.: *** Gueorgui Dimitrov; brèves notes sur sa vie, Sofia 1946.