Politzer, Georges
Filosofo ungherese, naturalizzato francese (Nagyvárad, od. Romania, 1903 - Mont-Valérien 1942). Costretto all’esilio per aver preso parte all’insurrezione ungherese del 1919, P. si stabilì in Francia, dove studiò filosofia alla Sorbonne e insegnò nei licei. Sostenitore del materialismo dialettico e militante comunista, P. fu anche un organizzatore di cultura: oltre a fondare varie riviste (Philosophie nel 1923; La revue marxiste nel 1928; Revue de psychologie concrète nel 1929; La pensée nel 1939), diede vita a un circolo di filosofi critici verso il bergsonismo (di cui fece parte anche Lefebvre) e contribuì all’istituzione dell’Università operaia (1929-39), dove tenne i suoi corsi sul materialismo dialettico. Nel 1940 aderì alla Resistenza e due anni più tardi, catturato dai tedeschi, venne fucilato. P. manifestò un vivo interesse anche per la psicologia, sviluppando una critica della psicologia classica e della psicoanalisi il cui scopo era giungere – anche grazie ai contributi del comportamentismo e della psicologia della forma – alla fondazione di una «psicologia concreta», che rendesse conto del vissuto concreto dell’individuo. Tra le sue opere si segnalano: Critique des fondements de la psychologie (1928); Le bergsonisme, une mystification philosophique (1940); Principes élémentaires de philosophie (corsi del 1935-36; trad. it. Principi elementari di filosofia); Écrits (2 voll., 1969, 1973). In italiano sono stati pubblicati anche I fondamenti della psicologia (trad. it. di un volume degli scritti) e un’opera intitolata Freud e Bergson.