Poeta e scrittore inglese (Bentworth, Hampshire, 1588 - Londra 1667). La raccolta di satire Abuses stript and whipt (1613) gli procurò la prigione, dove scrisse The shepheards hunting (1615) come seguito a The shepheards pipe (1614), che aveva scritto in collaborazione con W. Browne. Il suo amore per la natura lo inserisce nella tradizione della poesia pastorale; né l'interferenza dell'allegorista puritano riesce a offuscare la freschezza di molte sue descrizioni. L'elegia Fidelia apparve fuori commercio nel 1615, poi di nuovo nel 1617 e 1619. L'elogio di sé stesso in Motto: Nec habeo, nec careo, nec curo (1621) lo fece imprigionare di nuovo; ma continuò a elogiarsi sotto il nome di Philarete in Faire vertue or the Mistresse of Phil'Arete (1622), panegirico della sua amante Arete (La Virtù). Nello stesso anno pubblicò alcune delle sue poesie migliori nella raccolta Juvenilia. Divenuto puritano militante, pubblicò Halelujah (1641), in cui sono raccolte le sue più belle poesie religiose, una serie di trattatelli devoti (Hymnes and songs of the church, 1623), una Collection of emblems (1635) in cui commenta con versi le incisioni di G. Rollenhagen (Nucleus emblematum, 1611). Durante la guerra civile arruolò uno squadrone di cavalleria e tenne il comando di Farnham Castle (1642).