CUVIER, George-Léopold-Chrétien-Frédéric-Dagobert
Naturalista, nato il 23 agosto 1769 a Montbéliard (Mömbelgard), cittadina del Giura francese, soggetta allora al Württemberg, morto a Parigi il 13 maggio 1832. Entrò alla Karlsschule di Stuttgart e vi seguì gli studî amministrativi. A metà del 1788 accettò il posto di precettore presso il conte di Héricy a Fiquainville (Normandia), dove iniziò i suoi studî sui Brachiopodi e sui Molluschi, nell'intento di portar luce sull'organizzazione e sui veri rapporti di parentela del vasto gruppo linneano dei Vermes. Nel 1794 Étienne Geoffroy Saint-Hilaire lo persuase a venire a Parigi e gli ottenne, sui primi del 1795, la nomina a professore di scienze naturali nelle scuole centrali del Pantheon e dopo poco quella di aiuto del Mertrud, al Jardin des Plantes, dove iniziò un'importante collezione anatomica. Lo stesso anno fu eletto membro dell'Istituto. Ebbe nel 1800 la cattedra di storia naturale al Collège de France, già occupata dal Daubenton, e nel 1802 successe al Mertrud nella cattedra di anatomia comparata degli animali. Nel 1831 fu nominato barone e pari di Francia e stava per divenire ministro dell'Interno, quando lo colse la morte. Negli ultimi anni di vita ebbe molti avversarî, dichiarati e segreti, in seno all'accademia, fra essi lo stesso Geoffroy, cui per lungo tempo lo aveva legato una fraterna amicizia. Il merito principale del C. è di aver riordinato su nuove basi l'anatomia comparata e di averle dato un più rilevante impulso, precisando i caratteri differenziali degli organi nei diversi gruppi zoologici e determinando l'estensione e il valore delle variazioni in uno stesso apparecchio funzionale; influenzato, però, dalla concezione fisiologica dell'organismo, allora dominante, non riuscì a elevare questa branca della biologia a vera dottrina morfologica o delle forme.
Egli considerò l'organismo animale come un'unità inscindibile in cui le singole parti, e per esse le funzioni relative, si trovano connesse in equilibrio tale, che una di esse non potrebbe essere modificata senza produrre cambiamenti in tutte le altre, cioè senza alterare il suo piano o tipo fondamentale di struttura (legge della correlazione delle parti). L'unità delle parti costituisce lo scopo dell'organismo, e il rapporto tra organi e funzioni lo scopo dei primi; epperò dalla legge di correlazione viene dedotto il concetto della conformità allo scopo. E poiché tra l'organismo e l'ambiente intercedono rapporti determinati, ossia vi sono condizioni esterne necessarie alla vita di un animale, la forma e l'attività di un organismo, essendo adattate a queste condizioni, sono a loro volta conformi allo scopo (legge delle condizioni d'esistenza). Gli organi, unità elementari fisiologiche, hanno diversa importanza o valore, che viene indicata dalla maggiore o minore costanza della loro forma (legge della subordinazione delle parti). Seguendo il concetto della gerarchia dei caratteri, introdotto da A. L. de Jussieu, il C. sviluppò logicamente il concetto della subordinazione dei caratteri, che indicò pure come suddivisione dei caratteri distintivi, e lo applicò alla classificazione degli animali.
La concezione dell'unità dei piani di struttura e la legge di correlazione delle parti costituiscono la base del sistema di classificazione; se l'una e l'altra in teoria furono sviluppate razionalmente, in pratica ebbero applicazione empirica. Il C. non seguì il Geoffroy nell'idea dell'unità di struttura e in quella posteriore dell'analogia di costituzione di tutti gli animali, né accettò le speculazioni di Charles Bonnet e dei suoi seguaci sui diversi gradi d'organizzazione e sul concatenamento degli esseri; stabilì quattro tipi superiori o embranchements corrispondenti a quattro diversi piani di organizzazione, secondo i quali tutti gli animali gli sembravano essere costituiti, e suddivise ciascun tipo in categorie minori (classi, ordini, generi, specie). Per le divisioni, opinò che le classi isolate dei tipi fondamentali, collocate indipendentemente l'una accanto all'altra, non costituiscono una serie continua e non sono soggette ad alcun ordine di subordinazione. Gli embranchements (tipi, ceppi) sono stati stabiliti con criterio fisiologico, tenendo conto della legge di subordinazione delle parti; in un primo tempo (1795), sotto l'influsso linneano, assegnò la massima importanza agli organi della generazione, in seguito (1812), seguendo il Virey, ritenne di maggior valore il sistema nervoso, la cui conservazione costituisce lo scopo necessario di tutti gli altri sistemi, accentrando esso in sé l'individualità dell'animale. Senza dubbio, rispetto alla classificazione artificiale del Linneo, quella del C. segna un gran progresso, è un primo tentativo verso un sistema naturale degli animali: si trovano nell'embranchement dei Vertebrati riunite e giustamente ravvicinate le classi linneane dei Mammalia, Aves, Reptilia, Pisces e ad esso coordinati gli embranchements dei Molluschi, Articolati e Radiati (Zoofiti); negli Articolati sono compresi però gli Anellidi del Lamarck, nei Radiati i vermes intestini del Linneo, ma con nuova comprensione, e gl'Infusorî.
Il C., applicando alla ricostruzione dei Mammiferi fossili il metodo comparativo; divenne uno dei più attivi cultori e promotori della Paleontologia, e ben presto il suo nuovo indirizzo fu seguito per altri gruppi dai paleontologi di tutti i paesi. Fu anche il primo che si avvalse della conoscenza dei fossili nella determinazione delle epoche geologiche. Dalle osservazioni geognostiche sul bacino terziario di Parigi dedusse: che i fossili rappresentavano animali i quali avevano popolato la terra in tempi remoti, differenti dalle specie attuali, e che pur dovevano far parte del sistema zoologico. Costretto dalle sue stesse ricerche a prendere in considerazione le trasformazioni successive dei viventi e ad ammettere la graduale comparsa e il continuo progresso dell'organizzazione, per non contraddire al dogma della creazione, assertore convinto della fissità delle specie e della costanza in natura, ideò la teoria dei cataclismi, cioè dei subitanei e violenti sconvolgimenti della crosta terrestre, determinatisi in periodi successivi e accompagnatisi ad alterne trasgressioni e regressioni del mare e delle acque dolci, supponendo che il Creatore avesse realizzato in più volte (creazioni successive) un piano prestabilito, conclusosi con la comparsa dell'uomo sulla terra, del quale non potevano quindi esistere resti fossili. E la convinzione in questo dogma lo tenne lontano dagli studî di ontogenesi, che erano in sul nascere, e gli fece respingere l'ipotesi del Lamarck, che le razze attuali avessero potuto essere semplici variazioni di razze preesistite, e definire l'ipotesi di Benoit de Maillet sullo sviluppo storico del mondo animale, come l'idea più superficiale e sterile fra tutte quelle che aveva dovuto confutare.
Le opere principali del C., edite tutte a Parigi, sono le seguenti: Tableau élémentaire de l'histoire naturelle des animaux, in Journal de Physique, XLVI (1798); Leçons d'anatomie comparée recueillies et publiées sous les yeux de G. Cuvier par C. Duméril, anno VII-XII (1800-1805); Sur un nouveau rapprochementà établir entre les classes qui composent le règne animal, in Ann. mus. hist. nat., XIX (1812); Recherches sur les ossements fossiles (1812); Discours sur les révolutions de la surface du globe (1815); Mémoires pour servir à l'histoire et à l'anatomie des Mollusques (1817); Le règne animal distribué d'après son organisation pour servir de case à l'histoire naturelle des animaux et d'introduction à l'anatomie comparée (1815-17); Histoire des progrès des sciences naturelles depuis 1879 iusqu'à ce jour (1828-36).
Bibl.: J. Th. Lacordaire, Mémoires du baron G. C. publiées sur les docuemnts fournis par sa famille, Parigi 1833; G. L. Duvernoy, Notice historique sur les ouvrages et la vie de M. le Baron C., Parigi e Strasburgo 1833; M. J. P. Flourens, Éloge historique de G. C., in Mém. Acad. Sc., Parigi, XIV (1838); id., Histoire des travaux de C., Parigi 1858; W. F. G. Behn, Cuvier's Briefe an C. H. Pfaff aus den Jahren 1788 bis 1792, Kiel 1845; J. V. Carus, Geschichte der Zoologie bis auf Joh. Müller und Ch. Darwin, Monaco 1872; K. E. von Baer, Lebensgeschichte Cuvier's, in Arch. Anthropol., XXIV (tradotto in francse da L. Vaillant, in Ann. sc. nat. zool., s. 9ª, VI 1907); E. Rádl, Geschichte der biol. Theorien seit dem Ende des siebzehnten Jahrhunderts, Lipsia 1905; E. S. Russel, Form and function. A contribution to the hist. of animal morphology, Londra 1916; H. Daudin, Cuvier et Lamarck (1790-1830), Parigi 1926.