SHACKLE, George Lennox Sharman
Economista britannico, nato a Cambridge il 14 luglio 1903, morto a Aldeburgh il 3 marzo 1992. Prima di laurearsi, svolse diversi lavori, fra i quali quello di insegnante di scuola e conseguì un external degree dell'università di Londra solo nel 1931. Vinta una borsa di studio, nel 1935 si iscrisse alla London School of Economics, dove ottenne il Ph. D. (1937) con la tesi Expectations, investment and income, pubblicata come libro nel 1938. Nel 1937 divenne assistente di E.H. Phelps Brown a Oxford, dove rimase fino allo scoppio della guerra. Durante il conflitto, lavorò come statistico nel gruppo di ricercatori che collaborava con W. Churchill. Dopo la guerra lavorò nella sezione economica del Cabinet Office sotto la direzione di J.E. Meade e tornò alla vita universitaria nel 1950 divenendo reader dell'università di Leeds. Nel 1951, fu nominato Brunner Professor of Economic Science dall'università di Liverpool, dove rimase fino al termine della carriera (1969).
Profondamente influenzato da Keynes, S. ha dedicato gran parte della sua copiosissima produzione all'analisi dei processi economici in un contesto caratterizzato da incertezza, sempre sottolineando con il massimo vigore che la nozione di incertezza rilevante in economia − e, più in generale, nelle scienze sociali − non è in alcun modo assimilabile alla nozione di incertezza propria dei risultati di esperimenti ripetuti di laboratorio. In quest'ultimo caso essa può essere misurata; nel caso di decisioni e azioni da parte di soggetti economici − in particolare, da parte degli imprenditori che effettuano investimenti − gli ''esperimenti'' sono unici (irripetibili), avvengono in un preciso momento del tempo e danno vita a risultati con una probabilità di verificarsi non misurabile in modo definito. Sulla base della sua visione di fondo, S., da una parte, propose e sviluppò un metodo alternativo di trattare i processi decisionali in economia e, dall'altro, portò avanti una reinterpretazione radicalmente critica della teoria economica tradizionale. Il suo metodo alternativo di trattazione dell'incertezza si basa sul concetto di sorpresa potenziale: i risultati attesi di decisioni alternative possono essere classificati e ordinati secondo il grado di sorpresa che il loro effettivo verificarsi provocherebbe nel decidente stesso. Per quanto riguarda la critica della teoria economica, di rilevante importanza sono soprattutto i libri The years of high theory: invention and tradition in economic thought (1967; trad. it., 1984) e Epistemics and economics: a critique of economic doctrines (1972), in cui pur riconoscendo la grande eleganza formale dei tradizionali modelli economici, nega radicalmente la loro efficacia come strumenti di comprensione della realtà per la mancanza di una nozione e trattazione adeguata dell'incertezza. S. ha influenzato molti economisti appartenenti alla ''scuola post-keynesiana'', ma è stato accusato da altri economisti di ''nichilismo'', in quanto le sue concezioni condurrebbero all'impossibilità di sviluppare una qualsiasi forma di teoria economica.
Fra le sue numerosissime pubblicazioni ricordiamo inoltre: Expectations and employment, in Economic Journal (1939); Expectations in economics (1958); Decision, order and time in human affairs (1961); I tre principali significati del tempo nella trattazione economica marshalliana, in Rivista Internazionale di Scienze Economiche e Commerciali (1963); The nature of economic thought: selected papers 1955-64 (1966); Keynesian kaleidics (1974); Means and meaning in economic theory, in Scottish Journal of Political Economy (1982); Il mio schema generale di studioso, in Moneta e Credito (1984); Controlling industrial economies, in Kyklos (1985); Business, time and thought. Collected essays 1964-1988 (1988); Time, expectations and uncertainty in economics (1990).