DUHAMEL, George
Poeta, critico e romanziere francese, nato a Parigi il 30 giugno 1884. Fu, con Charles Vildrac, tra i fondatori del gruppo dell'Abbaye (v.), ed è spesso annoverato, accanto a Jules Romains, fra gli "unanimisti", sebbene a tale movimento sia stato legato da una certa parentela spirituale soltanto nelle origini. Fin dai suoi primi libri di liriche (Des légendes, des batailles, 1907; Selon ma lois, 1909; Compagnons, 1912; Le combat, 1913), il suo naturale atteggiamento è quello di un'interiorità raccolta e meditativa, dominata da quel senso di fraterna pietà per le umane sofferenze, che doveva ispirargli, durante la guerra mondiale, le pagine della Vie des Martyrs (1917), e l'ironia dolorosa di Civilisation (1918). Dalla guerra - a cui il D. partecipò come medico - trassero i loro definitivi sviluppi a un tempo il suo pensiero (Entretiens dans le tumulte, 1919; La possession du monde, 1919) e la sua arte. Procedimenti analitici, quasi da clinico dell'anima umana, dànno innegabile forza tanto alle sue Elégies (1920) quanto alle sue ultime composizioni narrative-riflessive (La confession de minuit, 1920; Les hommes abandonnés, 1924; La nuit d'orage, 1928, ecc.). Le stesse delicate pagine sull'infanzia (Les plaisirs et les jeux, 1923) nascondono un volto pensoso dietro la loro freschezza sorridente. Il suo pensiero è di natura lirica più che critica (v. ad es., la Géographie cordiale de l'Europe, 1931, e l'amaro giudizio sulla civiltà americana in Scènes de la vie future, Parigi 1930); serî e interessanti sono tuttavia i suoi saggi letterarî (Paul Claudel, 1913; Les poètes et la poésie, 1914; Lettres au Patagon, 1926).
Bibl.: Una bibliogr. degli scritti del D. è stata pubblicata da C. Aveline, Parigi 1925. V. inoltre Antoine, G. Duhamel, Parigi 1926.