BUCHANAN, George
Nacque a Killearn, nello Stirlingshire (Scozia), nel febbraio 1506, da Tommaso e da Agnese Heriot. Andò, ancora giovanissimo, a Parigi per studî; e decisivo per la sua formazione spirituale fu il secondo soggiorno ch'egli fece nella capitale francese dal 1525 al 1535. Allora insegnò anche nel collegio di Sainte-Barbe; ma soprattutto importa notare che in quegli anni il B. formava il suo gusto nello studio dei classici latini. È di questo periodo, oltre alla traduzione in latino della grammatica di Livacre, il poema Quam misera sit conditio docentium literas humeniores Lutetiae: interessante assai per la vivace descrizione della vita universitaria parigina. Nel 1535 il B. ritorna in Scozia, con il conte di Cassillis di cui è precettore, e comincia la sua opera di polemista traducendo in latino una satira di Dunbar, sotto il nome di Somnium: violento attacco contro l'ordine francescano, in cui si rivela già l'animo anticattolico del giovane scrittore. La satira gli vale l'inimicizia del clero: ed egli, che pur è stato dal 1536 al 1538 precettore del figlio naturale di Giacomo V di Scozia, Giacomo, deve nel '39 fuggire a Londra, e di qui, per l'ostilità di Enrico VIII, nuovamente in Francia. Per tre anni insegna a Bordeaux, dove ha per allievo Montaigne; dal 1544 al 1547 insegna a Parigi; poi se ne va a Coimbra nel Portogallo. Ma nel 1548, quando muore il suo protettore, Andrea Govea, è accusato dall'Inquisizione e imprigionato in un convento. Nel 1552 torna in Inghilterra; ma vi rimane poco, ed eccolo nuovamente a Parigi, poetando; diviene precettore del figlio del maresciallo di Brissac, governatore francese del Piemonte, e si reca anche in Italia.
La dimora in Francia lo conduce definitivamente alle dottrine calviniste, e quand'egli ritorna in Scozia, nel 1560 o 1561, il processo di formazione intellettuale e morale è chiuso. In Scozia prende da allora parte agli affari pubblici, legandosi col conte di Moray (che lo fa nominare direttore del St. Leonard's College, nella St. Andrew's University, 1566) al punto da divenire poi uno degli accusatori più aspri di Maria Stuarda e da prendere parte alla conferenza del dicembre 1568. Poi è nominato precettore del giovane Giacomo VI (1570); poi ancora lord del sigillo privato. I suoi nemici lo accusano di gravi colpe e lo fanno citare davanti al Consiglio; ma egli muore prima del processo, il 28 settembre 1582.
Riflessi dell'attività pratica si fanno avvertire nelle opere del B.: così nelle opere di polemica religiosa, di cui occorre ricordare, oltre al Sommium già citato, l'aspra satira Franciscanus et Fratres, acritta tra il 1536 e il 1538; così nel De iure regni apud sotos (1579), che afferma il principio della sovranità popolare e del contratto bilaterale tra popolo e monarca con conseguente diritto di resistenza del primo al secondo, quand'egli si faccia tiranno. Principî, questi, comuni a quelli enunciati per parte dei pubblicisti ugonotti francesi dopo la S. Bartolomeo.
Assai meno invece si risente l'eco dell'attività pratica del B. nella Rerum Scoticarum historia (1582), il massimo prodotto dell'annalistica umanistica in Francia. Nessun rilievo vi hanno infatti le questioni religiose, anche quelle in cui pure lo scrittore era stato parte operante: il tono è quello della storia retorica, pomposamente ammantata di forme classiche sul modello di Livio. V'è solo, di proprio, un fortissimo nazionalismo, che esalta le tradizioni scozzesi; in più, un'acre partigianeria quando si entri nell'età del B. Nonostante questi difetti, l'opera storica del B. ebbe larghissima rinomanza, divenendo classica per la sua forma.
Delle altre opere del B., tutte frutto di un ingegno umanisticamente formato, ricorderemo le tragedie Baptistes, Medea, Jephtes e Alcestis; le composizioni latine: Elegiaca, Silvae, Epigrammata; il poema De Sphaera, in cui il B. difende il sistema tolemaico contro i principi di Copernico.
Opere: Sono state edite dal Ruddiman (voll. 2, 1715) e dal Burman (voll. 2, 1725).
Bibl.: P. H. Brown, George Buchanan, humanista and reformer, Londra 1890; id., George Buchanan and his times, Londra 1906; D. Macmillan, George Buchanan, biography, Londra 1906. Cfr. anche The Cambridge history of English Literature, III, Cambridge 1918, pp. 157-165.