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AXELROD, George

di Marzia G. Lea Pacella - Enciclopedia del Cinema (2003)
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Axelrod, George

Marzia G. Lea Pacella

Sceneggiatore e regista cinematografico statunitense, nato a New York il 9 giugno 1922. Da autore di commedie con dialoghi brillanti e raffinati, plasmate sul modello del vaudeville francese, A. divenne sceneggiatore di satire acute e penetranti, talvolta aggressive, della società statunitense, incentrate su personaggi confusi e disorientati, in balìa dei propri miti e dei propri fantasmi, ma quasi sempre capaci da ultimo di riscattarsi. Molte di esse sono nate da rimaneggiamenti di suoi testi teatrali oppure da adattamenti di opere teatrali o letterarie di altri autori. Entrato nel mondo dello spettacolo a soli diciotto anni, dapprima come attore e impresario teatrale, si dedicò poi dal 1942 alla radio e alla televisione, per le quali scrisse in un decennio circa quattrocento sceneggiature. Nel 1952 la sua prima commedia, The seven year itch, in cui prendeva di mira con ironia le ossessioni erotiche dell'americano medio, ottenne un grande successo a Broadway, tale da aprirgli le porte di Hollywood. Ne scrisse infatti, insieme al regista Billy Wilder, l'omonima versione cinematografica (1955; Quando la moglie è in vacanza), di cui fu protagonista Marilyn Monroe nel ruolo di un'irresistibile svampita. La satira sui vari aspetti dell'American way of life (il sesso, la pubblicità, la televisione, il mondo degli affari) ritorna anche nella sceneggiatura del successivo Bus stop (1956; Fermata d'autobus) di Joshua Logan, dalla pièce di W. Ince, e in Will success spoil rock hunter? (1957; La bionda esplosiva) di Frank Tashlin, tratto da una sua commedia e per il quale scrisse anche il soggetto. Risale invece al 1961 la nomination all'Oscar ottenuta per l'adattamento del romanzo di T. Capote Breakfast at Tiffany's (Colazione da Tiffany), diretto da Blake Edwards. Modificando la struttura temporale dell'originale e trasformando il narratore in uno dei due protagonisti, A. accentua lo stile leggero ed elegante di Capote, realizzando una commedia sofisticata che, al contrario del romanzo, vira poi al sentimentale. In seguito ha tratto abilmente da un romanzo di R. Condon la sceneggiatura per uno dei film di fantapolitica più originali degli anni Sessanta, The Manchurian candidate (1962; Va' e uccidi) diretto da John Frankenheimer, che ricrea con efficacia il claustrofobico clima di sospetto di quegli anni. Con Paris when it sizzles (1964; Insieme a Parigi) di Richard Quine, costruito secondo la struttura del film nel film e ispirato al soggetto di La fête à Henriette (1952) di Julien Duvivier, ha elaborato un divertito gioco sulle scelte e le convenzioni della scrittura cinematografica. Prima con Vincente Minnelli (Goodbye, Charlie!, 1964, Ciao, Charlie!, tratto da una sua commedia) e successivamente ancora con Quine (How to murder your wife, 1965, Come uccidere vostra moglie) ha quindi affrontato il tema dell'omosessualità inconscia presente talvolta nell'amicizia e quelli della misoginia e del matriarcato. Occasionalmente si è dedicato anche alla regia e alla produzione, oltre che alla scrittura: nel 1966 con Lord love a duck, da un romanzo di A. Hine, commedia di ambiente scolastico venata di humour nero; nel 1968 con The secret life of an American wife (Diario segreto di una moglie americana), rivisitazione a ruoli rovesciati della vicenda di The seven year itch. Dalla fine degli anni Sessanta ha lavorato nel cinema solo sporadicamente, allontanandosi dalle sue usuali tematiche, con esiti poco felici, nel giallo-rosa The lady vanishes (1979; Il mistero della signora scomparsa) di Anthony Page, pallido remake dell'omonimo film del 1938 di Alfred Hitchcock, e in due thriller alquanto convenzionali, The Holcroft cov-enant (1985; Il ritorno delle aquile) di Frankenheimer, da un romanzo di R. Ludlum (sceneggiato insieme a Edward Anhalt), e The fourth protocol (1987; Quarto protocollo) di John Mckenzie, dal best seller di F. Forsyth.A. è anche autore del romanzo Beggar's choice (1947) e del libro di memorie Where am I now when I need me? (1971).

Vedi anche
Broadway È una delle più celebri strade di New York e taglia obliquamente l'isola di Manhattan; nel tratto attorno a Times Square è il centro della vita teatrale e notturna della città, dove si concentra la maggior parte dei teatri. Broadway è diventata sinonimo di un certo tipo di teatro spettacolare (che offre ... Blake Edwards Edwards ‹èduëdʃ›, Blake (propr. William Blake McEdwards). - Regista e sceneggiatore cinematografico statunitense (Tulsa 1922 - Santa Monica 2010). Segnalatosi come brillante sceneggiatore di film, per il regista R. Quine, e di popolari serie radiofoniche e televisive, nel 1955 diresse Bring your smile ... Billy Wilder Wilder ‹u̯àildë›, Billy (propr. Samuel). - Regista cinematografico austriaco naturalizzato statunitense (Sucha, Polonia, 1906 - Los Angeles 2002); reporter, poi sceneggiatore cinematografico, dal 1934 negli USA, esordì nella regia, nel 1942, con The mayor and the minor (Frutto proibito). I successivi, ... sceneggiatura La ripartizione in scene di un’opera teatrale, cinematografica o radiotelevisiva e il testo in cui è fissata. ● Nella cinematografia, la sceneggiatura è l’ultima fase dell’elaborazione scritta del soggetto del film: infatti designa la costruzione della struttura narrativa del film che precede le riprese, ...
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georgiano1 georgiano1 agg. e s. m. (f. -a). – 1. Della Georgia, regione e repubblica del Caucaso merid. (situata sulla costa orientale del Mar Nero) già incorporata nell’URSS e, dal 1991, stato indipendente; lingua g. (o georgiano s. m.),...
georgiano²
georgiano2 georgiano2 (o giorgiano) agg. [dall’ingl. Georgian, der. di George «Giorgio»]. – Dell’epoca in cui regnavano in Inghilterra i re di nome Giorgio, e in partic. i primi tre (sec. 18°): letteratura g.; stile g., stile dell’architettura...
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