geomante
I g. erano indovini che praticavano la ‛ geomanzia ', arte divinatoria nella quale si usava segnare sul suolo, o su sabbia gettata su un tavolo, dei punti senza ordine, unirli con linee e studiare le figure che così si formavano.
La geomanzia ebbe origine in oriente e larga diffusione presso gli Arabi che la chiamarono ‛ scienza della sabbia ' e l'introdussero in Europa, ove fu praticata fino ai tempi moderni.
Secondo le regole della geomanzia, potevano essere ottenute sedici figure a ognuna delle quali veniva attribuito un particolare significato oroscopico.
In Pg XIX 4 D. dice che gli apparve in sogno la femmina balba quando i geomanti lor Maggior Fortuna / veggiono in orïente, innanzi a l'alba. La Maggiore Fortuna era una delle figure tipiche della geomanzia, e veniva formata con sei punti che avevano la disposizione di un quadrilatero munito di coda, simile a quella delle stelle della metà orientale della costellazione dell'Acquario e della metà occidentale della costellazione dei Pesci. I g. potevano osservare quelle stelle a oriente innanzi l'alba all'inizio della primavera, quando, trovandosi il sole in Ariete, le costellazioni dell'Acquario e dei Pesci (che rispetto all'Ariete si trovano a ponente) sorgono nelle ultime ore della notte, e l'Acquario precede i Pesci; tale condizione può verificarsi quando quella parte del cielo è ancora oscura per quel tanto che rende visibile la luce delle stelle. Una condizione astronomica, verificatasi, appunto, proprio nei giorni del viaggio dantesco. Il termine deriva dal latino geomantis (cfr. il greco γεώμαντις, da γὴ " terra " e μάντις " indovino ").