Chaucer, Geoffrey
, Il celebre scrittore inglese (1340?-1400) aveva una buona conoscenza dell'Italia, dove era venuto per missioni diplomatiche nel 1372 e nel 1378, e della letteratura italiana. Con ogni probabilità egli per primo portò in Inghilterra un codice dantesco, di cui si poté valere ripetutamente. ,Il nome di D. appare infatti sei volte in diversi suoi poemi, e risulta che un centinaio di versi sono tradotti dalla Commedia (un preciso esame dei luoghi più interessanti si può leggere in W. P. Friederich, Dante's Fame Abroad 1350-1850, Roma 1950, 182-190; e in C. Dédéyan, D. en Angleterre, I, Parigi 1961, 8-50). L'opera in cui l'influenza dantesca appare più evidente è senz'altro The House of Fame. Si tratta di una ‛ visione ' in tre cantiche, nella quale il poeta ha come guida verso il palazzo della Fama, posto tra cielo, mare e terra, un'aquila che lo istruisce. Invocazioni alle muse e ad Apollo, l'aquila, Stazio, e altre rassomiglianze minori con la Commedia, hanno indotto il poeta suo contemporaneo John Lydgate a chiamare questo poema Daunt in Englysch; tuttavia non pochi studiosi moderni si mostrano più prudenti e ridimensionano notevolmente la diretta dipendenza di C. da Dante. Un'altra indicazione dell'influenza di D. si trova nel fatto che C. adoperò la terza rima in due poesie del Compleynt to his Lady (scritte nell'anno 1373 o 1374), primo esempio di questo metro nella poesia inglese.
Oltre alla già menzionata House of Fame, imitazioni o traduzioni di versi della Commedia si trovano in altri poemi di C.: nel Troilus and Criseyde, ín The Legende of Good Women, nella Legende of Dido, e soprattutto in The Parliamente of Foules. Nei Canterbury Tales, la sua opera maggiore, oltre a minori echi, c'è tutta la storia di Ugolino (De Hugelino, Comite de Pisa) assunta con altre, nel Monk's Tale, a dimostrazione della variabile fortuna dei principi; C. sfronda il racconto dantesco, puntando quasi esclusivamente sulla situazione atróce di un padre costretto ad assistere, impotente, alla morte dei figli (che in C. sono tre). La preghiera alla Vergine (Pd XXXIII 1 ss.) è liberamente tradotta nel prologo al Second Nun's Tale, e ci sono allusioni a D. o imitazioni di brani della Commedia in diverse altre storie di quest'opera. L'interesse mostrato dal C. per il ‛ cor gentil ' e la ‛ gentilezza ' deriva senza dubbio dai poeti dello Stilnovo e principalmente da D. stesso.
Prima del suo viaggio in Italia il C. subì l'influenza francese, e a questo periodo appartengono The Boke of the Duchesse e una traduzione, ora perduta, del Roman de la Rose. Ma dopo l'esperienza diretta dell'Italia e dei poeti trecentisti italiani, il suo orizzonte letterario si estese: adoperò nuovi metri e nuove materie. Senza dubbio l'influenza principale fu quella del Boccaccio, ma " the wise poete of Florence, / that highte Dant " (" il saggio poeta di Firenze, / chiamato D. ") ebbe importanza tutt'altro che secondaria nella formazione culturale del poeta inglese.
Bibl. - R. Rambeau, Chaucer's House of Fame' in seinem Verhältniss zu Dante's Divine Comedy, in " Englische Studien " III (1880) 209-268; E. Köppel, Chauceriana: III Dante, in " Anglia " XIII (1890) 184-186; C. Chiarini, Di una imitazione inglese della D.C.: la Casa della Fama di C., Bari 1902; D.L. Lowes, C. an Dante's Convivio, in " Modern Philology " XIII (1925); C. Loeten, C. et D., in " Revue de littérature comparée " V (1925); P. Toynbee, D. in English Literature from C. to Cary, Londra 1909.