geoeconomia
Termine introdotto dall’economista e geopolitico statunitense E.N. Luttwak per indicare un campo di ricerca e di applicazione enucleatosi nell’ultimo quindicennio del 20° sec. dall’economia internazionale, dalla geografia economica e dalla geopolitica, e ampiamente sviluppato anche dall’economista statunitense P.R. Krugman (➔). La g. ha come oggetto le strategie più efficaci per la crescita della produttività e della competitività dei Paesi. La sua nascita è uno dei risultati del nuovo ordine internazionale delineatosi dalla fine del Novecento, soprattutto con il crollo dei regimi socialisti, la globalizzazione, il parziale declino degli Stati-nazione. Questa disciplina si è sviluppata, infatti, a partire dalla constatazione che gli equilibri delle relazioni economiche internazionali non ruotano più attorno alle barriere protezionistiche (sia barriere tariffarie e quantitative, sia sussidi e regolamentazioni) delle economie nazionali e si pone l’obiettivo di studiare le modalità con cui si svolge la competizione tra ‘sistemi-Paese’ nel nuovo scenario economico e politico globale, e le caratteristiche che rendono competitivo un sistema economico o un apparato industriale. La g. non analizza soltanto le politiche attuate dai singoli Stati, ma prende in esame l’azione globale svolta da organizzazioni internazionali o da sottosistemi privati o misti, cioè privati e pubblici (compagnie petrolifere, banche e società di assicurazioni, imprese di telecomunicazioni, società multinazionali). Nel vincolo posto alla sovranità economica e monetaria dei singoli Stati dalle decisioni di consessi più ampi creati da accordi sovranazionali liberamente sottoscritti, perdono rilevanza i confini territoriali, che vengono sostituiti con quelli dei flussi di attività economica mondiale (mercati dei beni, dei servizi e dei capitali, del lavoro). La spinta alla competizione internazionale spinge le nazioni ricche a ridurre il grado di regolamentazione dei processi economici (liberalizzando l’iniziativa individuale) e l’intervento pubblico nel sociale, provocando nel livello di benessere dei cittadini un abbassamento, che viene contrastato da forme cooperative tra Stati analizzate dalla g., e dall’affermarsi di una nuova divisione internazionale del lavoro a favore di Paesi caratterizzati da politiche di bassi salari, debole rete di protezione sociale e scarsa tutela dell’ambiente. Questo ‘favore’ porta poi in quei Paesi a innalzamenti dei livelli salariali e a una pressione sociale per irrobustire le reti di protezione e per meglio tutelare l’ambiente. Considerandone il contenuto normativo, la g. è lo studio delle regole che governano la competizione tra sistemi-Paese o loro sottosistemi territoriali e settoriali.