RITA, Geo
RITA, Geo. – Nacque a Vignanello, in provincia di Viterbo, il 29 ottobre 1911 da Giuseppe, maestro elementare, e da Delia Rosati.
Nel 1929 si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Roma, conseguendo la laurea nel 1935. La sua attività di ricerca iniziò nel 1937 presso l’Istituto di microbiologia, diretto dal noto microbiologo e igienista Vittorio Puntoni. A questi anni si devono le sue prime ricerche microbiologiche.
Si occupò dei metodi per l’isolamento dei virus batteriofagi e della loro relazione, come strumento di riconoscimento specie-specifico tramite lisi (lisotipia), con il bacillo della dissenteria Shigella presente nelle acque del Tevere (Sul comportamento del batteriofago..., 1940).
Dal giugno del 1938, per diversi mesi Rita lavorò con Salvatore Luria, futuro premio Nobel e duraturo amico, giunto l’anno prima da Torino per specializzarsi in radiologia e fisica nell’Ateneo romano. Luria frequentava i ‘ragazzi di via Panisperna’, il gruppo di fisici delle particelle capeggiato da Enrico Fermi. Con i loro esperimenti sulla lisogenicità, Rita e Luria misurarono la quantità minima di batteriofagi necessari a uccidere (lisare) un batterio, ricerche che servirono poi al collega torinese nell’esilio americano per gettare le basi della genetica batterica. A causa delle leggi razziali imposte dal fascismo (1938-39), i risultati vennero pubblicati separatamente: a Rita fu vietato di firmare i contributi con un ricercatore appartenente alla minoranza ebraica e Luria dovette pubblicarli in Francia un anno dopo.
A quello stesso periodo appartengono alcuni lavori di Rita sui meccanismi infettivi del virus della rabbia (Essais d’infection expérimentale..., 1939) – tema sul quale il maestro Puntoni aveva dato contributi rilevanti – e le ricerche d’igiene pubblica incentrate sulla diffusione e rilevamento, con tecniche di sierodiagnosi, di alcune malattie come la dissenteria batterica infantile (Ricerche batteriologiche..., 1940), tifo, paratifo, salmonella (Sulla coagulazione del plasma..., 1945), stafilococco (Ricerche sulla coagulazione..., 1945) e haemophilus influenzae.
Nel 1940 divenne assistente ordinario in microbiologia; l’anno seguente sposò Anna Maria Baldani. Ebbero quattro figli: Giuseppe (deceduto nel 1977), Margherita, Francesca Maria, Carla Maria. Nel decennio successivo Rita ampliò le proprie conoscenze occupandosi di microbiologia veterinaria, potabilità delle acque (Ricerche su leptospire..., 1946), sierodiagnosi (Osservazioni sul fenomeno paradosso..., 1950) e infettivologia (Demonstration..., 1951).
Nel 1951 iniziò la sua collaborazione con il Service du bactériophage dell’Institut Pasteur e fu ternato nel concorso alla cattedra di microbiologia dell’Università di Bologna. Nel 1953 fu chiamato alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Siena, ateneo nel quale rimase sino al 1968. Qui Rita condusse importanti ricerche in campo virologico, focalizzando i propri esperimenti sui fagi (Studio morfologico..., 1950; Ricerche sul processo di lisogenizzazione..., 1954), ma anche sul virus del morbillo (Alcune proprietà chimiche..., 1966), sui Coxsackie virus (Epidemiologia da infezione..., 1960) e sugli adenovirus. Sviluppò una nuova e originale linea di ricerche antisettiche centrate sui diversi fattori capaci di inibire la replicazione virale.
In una prima fase si concentrò sullo studio in vitro e in vivo di numerose sostanze chimiche antivirali (1965), dedicandosi poi allo studio dell’interferone, proteina prodotta dal sistema immunitario in risposta a infezioni virali, che occupò gran parte della fase matura della sua carriera (Produzione di interferone..., 1966; Interferon and friend...,1977). Alcune delle ricerche sull’interferone, condotte in collaborazione con Samuel Baron e Hilton B. Levy del Laboratory of viral diseases dei National institutes of health di Bethesda (Stati Uniti), ebbero echi internazionali. Nel 1967 organizzò a Siena il Simposio internazionale sugli interferoni, di cui curò egli stesso gli atti (The interferons..., 1968).
Nel 1969 tornò all’Università di Roma La Sapienza per ricoprire la prima cattedra italiana di virologia. Negli ultimi anni della sua carriera affrontò, utilizzando modelli murini, le capacità litiche dei lisosomi cellulari (The vacuolar..., 1969; Solubilizzazione..., 1970; Molecular basis..., 1972), il ruolo delle infezioni virali (herpesvirus) nel linfoma di Burkitt (Rapporti tra herpesvirus e tumori..., 1971) e nel più generico processo di oncogenesi (Oncogenesi da herpesvirus..., 1972; Herpes-virus..., 1973). Infine, si dedicò allo studio dei meccanismi infettivi dei mengovirus, agenti virali di ridotte dimensioni a singolo filamento di RNA, utilizzati come modello di laboratorio per virus patogeni umani come il poliovirus e il virus dell’epatite A, appartenenti alla stessa famiglia dei Picornaviridae (Infectivity of mengovirus..., 1974; Infectivity of mengovirus replicative form..., 1979). Nel 1987 fu nominato professore emerito presso l’Università di Roma La Sapienza.
Morì a Roma l’11 settembre 1994.
Sensibile all’impegno politico e civile dello scienziato, che interpretò in chiave progressista, Rita si distinse sin dal primo incontro con Luria per il suo netto antifascismo. Come ricorderà lo stesso premio Nobel: «Lo ricordo in mezzo a centinaia e centinaia di provette che inoculavamo con batteri e batteriofagi nel caldo giugno del 1938. [...] Geo mi parlò di “Shigella” nell’acqua del Tevere e anche di antifascismo…» (Mei Del Testa, 1989, p. 236).
Uomo schivo e silenzioso, prodigo di incoraggiamenti per gli allievi, si distingueva per l’impegno, la serietà e il rifiuto del compromesso nell’attività professionale, nonché per l’estrema cordialità ed equilibrio nei giudizi. Il suo magistero ha creato una scuola di virologia nota a livello internazionale; tra i suoi allievi si ricordano Ferdinando Dianzani (NIH, University of Texas, Università di Torino e Università di Roma La Sapienza), Ninella Dolei (Università di Sassari), Anna Marta Degener (Università di Roma La Sapienza), Marina Russi e Velio Bocci (Università di Siena).
Nel 1967 ricevette il Premio internazionale Guido Lenghi dell’Accademia nazionale dei Lincei per gli studi di virologia biologica e clinica. È stato presidente del comitato di medicina del Consiglio nazionale delle ricerche, presidente della Società italiana di microbiologia, direttore dell’Istituto di virologia dell’Università di Roma La Sapienza e vicepresidente della sezione italiana dei Medici per la prevenzione della guerra nucleare (IPPNW). A Geo Rita è stata intestata una via nella località natale di Vignanello.
Opere. Essais d’infection expérimentale de l’embryon de poulet en voie de développement avec le virus rabique fixe, in Bollettino della sezione italiana. Società internazionale di microbiologia, 1939, vol. 1, pp. 1-7; Sul comportamento del batteriofago nelle acque del Tevere, in Bollettino dell’Istituto sieroterapico milanese, 1940, vol. 19, n. 1, pp. 27-34; Ricerche batteriologiche e osservazioni epidemiologiche sulla dissenteria batterica infantile a Roma, in Annali d’igiene, L (1940), 10, pp. 513-535 (con C. Cammarella); Sulla coagulazione del plasma citratato ad opera dei bb. paratifici e di altre salmonelle, in Bollettino della Società italiana di biologia sperimentale, 1945, vol. 20, n. 6-7, pp. 1-3; Ricerche sulla coagulazione del plasma da parte di microorganismi (sul comportamento dei coaguli da b. paratifico B e da stafilococco), ibid. (1945), n. 12, pp. 1-2; Ricerche su leptospire isolate dalle acque potabili, in Annali d’igiene, LVI (1946), pp. 141-150; Osservazioni sul fenomeno paradosso nella sieroreazione di Wright, in Bollettino della Società italiana di biologia sperimentale, 1950, vol. 26, n. 6, pp. 960 s. (con B. Levi Della Vida); Studio morfologico della modificazione del cosiddetto nucleo in cellule batteriche infettate con virus (batteriofagi), I, Escherichia coli e virus della serie T, ibid. (1950), pp. 954-957 (con L.G. Silvestri); Demonstration, par l’epreuve des bacteriophages Vi, d’une analogie physiologique entre les antigenes Vi presents chez des especes bacteriennes differentes, in Annales de l’Institut Pasteur, 1951, vol. 81, n. 5, pp. 473-488 (con P. Nicolle e M. Huet); Ricerche sul processo di lisogenizzazione di E. coli, in Nuovi annali d’igiene e microbiologia, 1954, vol. 5, n. 3, pp. 222-225 (con L. Fischer Fantuzzi); Epidemiologia da infezione di ECHO virus, in Rivista dell’Istituto sieroterapico italiano, 1960, vol. 35, pp. 243-287; Further experiments on the action of CCl-4 on lysosomes in vitro, in Enzymologia, 1965, vol. 29, n. 3, pp. 169-184 (con F. Baccino e M.U. Dianzani); Alcune proprietà biologiche di due varianti di placca del virus del morbillo, in Giornale di malattie infettive e parassitarie, 1966, vol. 18, n. 2, pp. 55-81 (con F. Dianzani); Produzione di interferone da parte di frammenti in sospensione di organi di scimmia, in Nuovi annali di igiene e microbiologia, 1966, vol. 17, n. 1, pp. 51-52 (con A. Quercioli e L. Del Grande); The Interferons: an international symposium…, Siena… 1967 (curatela), New York 1968; The vacuolar degeneration of cells (congestive enlargement of lysosomes), in Acta anatomica. Supplementum, 1969, vol. 73, pp. 152-181 (con M.U. Dianzani e F.M. Baccino); Solubilizzazione differenziale di idrolasi acide di fegato di ratto, in Bollettino della Società italiana di biologia sperimentale, 1970, vol. 46, n. 6, pp. 332-336 (con F.M. Baccino); Rapporti tra herpesvirus e tumori: il modello del linfoma di Burkitt, in Giornale di malattie infettive e parassitarie, 1971, vol. 23, n. 7, pp. 764-770 (con R. Perez-Bercoff e G. Carrara); Oncogenesi da herpesvirus, in Giornale di batteriologia, virologia ed immunologia, 1972, vol. 65, n. 9, pp. 233-247 (con R. Perez-Bercoff - G. Carrara - F. Ameglio); Molecular basis of gouty inflammation: interaction of monosodium urate crystals with lysosomes and liposomes, in Nature new biology, 1972, vol. 240, n. 101, pp. 167-172 (con G. Weissmann); Herpes-virus and double-stranded RNA, in Experientia, 1973, vol. 29, n. 9, pp. 1171-1174 (con R. Perez-Bercoff - G. Carrara - A. Dolei); Infectivity of mengovirus replicative form. Relationship to cellular transcription, in Journal of general virology, 1974, vol. 25, n. 1, pp. 53-62 (con R. Perez-Bercoff et al.); Interferon and friend leukemia cells in culture, in Texas reports on biology and medicine, 1977, vol. 35, pp. 420-428 (con G.B. Rossi et al.); Infectivity of mengovirus replicative form, IV, Intracellular conversion into replicative intermediate, in Virology, 1979, vol. 96, n. 1, pp. 307-310 (con R. Perez-Bercoff et al.).
Fonti e Bibl.: L’archivio personale e i collected papers di Rita sono custoditi dalle figlie Margherita, Francesca Maria e Carla Maria e sono destinati al Museo di storia della medicina dell’Università di Roma Sapienza.
S.E. Luria, Sur l’unité lytique du bactériophage, in Comptes rendus des séances de la Societé de biologie et de ses filiales, 1939, 130, pp. 904-907 (in partic. p. 905); Storia di geni e di me, Torino 1984, pp. 30, 79 s.; A. Mei Del Testa, Un illustre scienziato fanese d’adozione: G. R., in Nuovi studi fanesi, 1989, n. 4, pp. 231-239; Il Laboratorio d’epoca come Museo (catal.), a cura di G.M. Fara et al., Roma 2003, pp. 140 s.