GENTILE o Gentili
Famiglia di maiolicari di Castelli (Teramo), che lavorò ininterrottamente per due secoli e più, se vogliamo credere, come è verosimile, che appartenga alla casata quel Bernardino G., che i documenti estensi chiamano da Aversa e che troviamo operante in Tivoli nel 1568 attorno ai "quadroni di terra cotta depinti et invedriati", che dovevano servire per il pavimento fatto eseguire dal card. Ippolito d'Este per la sua villa di Tivoli. Un Bernardino seniore risulta ancora al lavoro di ceramista un secolo dopo e i suoi discendenti valicano il sec. XVIII. La ceramica castellana, che si distingue così nettamente da quella delle altre officine italiane per i suoi peculiari caratteri tecnici e decorativi (v. grue; maioliche), non è facilmente attribuibile ai varî suoi maestri. Nullameno Bernardino seniore ci ha lasciato lavori firmati col nome intero e la data (es. l'anno 1670) oppure col solo nome (Berardino Gent. P.) come si vede in una grande lastra del museo di San Martino a Napoli. Carmine, suo figlio, dedicatosi più specialmente a opere di soggetto storico e religioso, dove ci mostra la sua predilezione per il colore giallo ampiamente usato e per le lumeggiature d'oro, segnava le sue opere con la marca C. G. P., oppure C.ne Gli P. Più scarse sono le sigle dei figli di Carmine: Giacomo iuniore, eccellente paesista in lastre e in stoviglie, e il fecondissimo Bernardino iuniore, di cui si hanno alcuni lavori firmati Berardino Gent. P. Va notato che Giacomo iuniore figura altresì fra i pittori della real fabbrica di Capodimonte. (V. tavv. XCVII e XCVIII).
Bibl.: v. grue.