Righelli, Gennaro (propr. Gennaro Salvatore)
Regista cinematografico, nato a Salerno il 12 dicembre 1886 e morto a Roma il 6 gennaio 1949. Nel corso della sua carriera diresse più di cento film, di medio livello ma di grande successo commerciale, realizzati con uno stile omogeneo ma poco personale, volto a conquistare un vasto pubblico. Onesto artigiano del cinema, rimase lontano da ogni sperimentazione formale, riproponendo modelli narrativi e recitativi standard, e quindi economicamente poco rischiosi, allineati con le esigenze produttive dell'industria cinematografica dell'epoca. In particolare le sue commedie popolari, che costituiscono il settore più cospicuo della sua produzione, furono caratterizzate da una spiccata retorica dei sentimenti e da una vena di moralismo di matrice cattolica, ma furono altresì contraddistinte da precise notazioni realistiche che finivano per affermare, anche in contrasto con la trionfalistica politica del regime fascista, i modelli sociali della piccola e media borghesia.
Esordì come sceneggiatore per la Cines di Roma e dal 1911 iniziò a dirigere film muti. In seguito, si trasferì a Berlino, dove lavorò come regista dal 1923 al 1929. Nel 1930 diresse il primo film sonoro italiano, La canzone dell'amore, che riscosse un grande successo soprattutto per il suo leitmotiv: la canzone nota come Solo per te Lucia, composta da Cesare Andrea Bixio. Tratto dalla novella In silenzio di L. Pirandello e distribuito anche in Francia e in Germania, il film è considerato un melodramma modesto dal punto di vista narrativo, ma innovativo sotto il profilo tecnico. R., infatti, riuscì a mettere bene in risalto le possibilità del sonoro, amplificando ogni sorta di rumore, dallo strepitio del treno in corsa al rintocco delle campane, dalle molte canzoni dei protagonisti fino ai vagiti del neonato. A partire dai suoi primi lungometraggi, trasse la maggior parte dei suoi soggetti dalle grandi opere della letteratura, aderendo a tutto un filone calligrafico della cinematografia italiana. Ne sono prova i film Decamerone ‒ Tre episodi (1912), ispirato alle novelle di G. Boccaccio; Il viaggio (1921), tratto da Pirandello, in cui R. seppe restituire il senso di disperazione del quale è intriso il testo dello scrittore siciliano, attraverso una messa in scena lenta e ricca di suggestioni funebri; come anche, negli anni successivi, la commedia Pensaci, Giacomino! (1936), sempre da Pirandello, e il dramma Storia di una capinera (1945) dal romanzo di G. Verga.
Diresse inoltre numerosi film con vedettes provenienti dal mondo del teatro. Dopo la divertente commedia Patatrac (1931) con Armando Falconi e la successiva L'aria del continente (1935), tratta da una pièce di N. Martoglio, dove il grande attore dialettale Angelo Musco impersona un comicissimo agricoltore siciliano, R. accentuò i toni patetici proprio in Pensaci, Giacomino!, sostenuto dalla commovente interpretazione di Musco. Nel 1935 ebbe modo di lavorare anche con Eduardo e Peppino De Filippo che per lui interpretarono Quei due, una farsa tratta dall'atto unico di Eduardo Sik Sik l'artefice magico. Sempre negli anni Trenta diresse le commedie sentimentali Il signore desidera? (1933) e Hanno rapito un uomo (1938), con Vittorio De Sica e, dopo la guerra, girò Abbasso la miseria! (1945) e Abbasso la ricchezza! (1946), entrambi ambientati a Roma e interpretati da Anna Magnani, segnati, pur nei toni di un evidente populismo, da alcuni tratti riconducibili al Neorealismo nell'evidenziare il disagio e le difficoltà economiche del Paese all'indomani della Seconda guerra mondiale. Nel 1947 realizzò il suo ultimo film, il drammatico Il corriere del re, tratto dal romanzo Le rouge et le noir di Stendhal.
Ricordo di Gennaro Righelli, in "Cinema", gennaio 1949, 7, p. 213; La canzone dell'amore, in "Rivista del cinematografo", agosto 1981, 8, pp. 443-44; R. Gilodi, Salvati per voi, in "Rivista del cinematografo", novembre 1981, 11, p. 570.