MANNA, Gennaro
Nacque all'Aquila il 26 apr. 1861 da Cesare, professore di medicina, e dalla baronessa Amalia Antonelli. Compì gli studi liceali nella città natale e, dopo essersi laureato in giurisprudenza all'Università di Roma, intraprese la carriera di avvocato e fu tra i civilisti più apprezzati del foro della capitale. Fra il 1885 e il 1888 pubblicò alcune monografie di argomento giuridico, perlopiù inerenti questioni di diritto romano, che furono tradotte anche in Germania e gli valsero la libera docenza di istituzioni di diritto romano all'Università di Roma. Più avanti ottenne incarichi di insegnamento presso l'Università di Ferrara.
Nel 1892 si accostò alla vita politica, candidandosi a deputato nel collegio dell'Aquila ma si ritirò alla vigilia del voto per favorire l'elezione dell'amico M. De Amicis. Si trattò di una sorta di prova per il tentativo, più convinto e coronato dal successo, fatto per le elezioni politiche del 1895, nelle quali il M. riportò una netta affermazione sui suoi avversari, il principe M. Sciarra (Barberini-Colonna di Sciarra) e il socialista C. Camerini, e fu eletto deputato dell'Aquila per la XIX legislatura con 1004 voti di preferenza. Divenne in breve un potente notabile e, in virtù del prestigio e delle relazioni costruite nella capitale, trasformò quello dell'Aquila in un collegio feudo, dove fu regolarmente rieletto fino alla XXIV legislatura. In particolare, nel 1900 prevalse ancora su Camerini con 1681 voti contro 494, mentre nelle elezioni del 1904, del 1909 e del 1913 ebbe sempre la meglio sul candidato radicale E. Lopardi, rispettivamente con 1586 voti contro 722, 1813 voti contro 1041 e 4600 voti contro 3912.
Il 6 ott. 1919 fu, infine, nominato senatore per la terza categoria (prestò giuramento l'11 dicembre) e poté così evitare il rischio di una campagna elettorale resa incerta dal nuovo quadro politico-sociale del dopoguerra e dall'introduzione del sistema proporzionale.
Liberale progressista, alla Camera sedette a sinistra e partecipò in modo assiduo ai lavori parlamentari, tenendo costantemente una linea ministeriale, che non gli impedì tuttavia di assumere, su talune questioni, posizioni indipendenti. Fra i suoi primi interventi si segnalano quello del luglio 1897, quando svolse un'interpellanza per rilevare alcune anomalie emerse dall'applicazione del codice penale, di cui propose la riforma, e quello del 30 novembre seguente, quando spese la sua competenza giuridica per sostenere l'eleggibilità di A. Cipriani, il rivoluzionario anarchico la cui elezione a deputato era stata in passato sempre respinta dalla Camera a causa delle sentenze di condanna emesse nei suoi confronti. Una questione cui il M. dedicò particolare attenzione fu quella relativa alla tutela degli infortuni sul lavoro, sulla quale intervenne nel maggio 1896, nel marzo 1898 e nell'aprile 1902, sempre sostenendo la necessità di un ampliamento della tutela legislativa in favore dei lavoratori e di un'estensione delle responsabilità a carico degli imprenditori.
L'unico incarico governativo lo ebbe tra il 28 ott. 1899 e il 24 giugno 1900, quando fece parte del gabinetto Pelloux in qualità di sottosegretario di Stato al ministero della Pubblica Istruzione; del bilancio di questo dicastero il M. fu poi relatore per vari esercizi finanziari.
Nei primi anni del Novecento si segnalò alla Camera per il partecipe interesse con cui seguì alcune proposte di legge riguardanti l'ordinamento giudiziario: quella per la riforma del casellario giudiziale (approvata nel gennaio 1902 e della quale il M. si occupò ancora nel 1905); le modifiche all'istituto della riabilitazione dei condannati, previsto dal codice penale; o ancora, nel 1907, a completamento dell'iter di riforma, le norme relative alle categorie e al numero dei magistrati.
Il M. seguì inoltre il suo collegio elettorale e si adoperò, fra l'altro, per impiantare la linea telefonica dall'Aquila a Roma, per realizzare la filovia dall'Aquila stazione alla città, per istituire scuole e istituti di formazione superiore nella sua terra di origine. Fu consigliere provinciale e presidente dell'Esposizione abruzzese dell'Aquila del 1902.
Politicamente vicino a G. Giolitti, assunse una posizione critica nei suoi confronti nel 1911, quando la Camera fu chiamata a discutere il progetto di legge per la creazione dell'Istituto nazionale delle assicurazioni (INA), che avrebbe dovuto gestire le assicurazioni sulla vita in regime di monopolio. Il M., presidente della Compagnia assicuratrice "La Tutelare", espresse un orientamento contrario all'allargamento dell'intervento pubblico nella vita economica, suggerendo di limitare il monopolio alle piccole assicurazioni e di mantenere il regime di concorrenza per le maggiori. Al momento della votazione, nel luglio 1911, optò in ogni caso per l'astensione anche per ragioni di delicatezza personale, imitando la scelta di altri deputati meridionali più interessati nelle società assicurative.
Nella sua lunga carriera parlamentare il M. fece parte alla Camera della giunta delle petizioni e di quelle del bilancio e dei consuntivi; fu membro inoltre della Commissione per il Mezzogiorno, di quella per la riforma del codice penale e di quella d'inchiesta sulla Marina. Fu insignito del titolo di grande ufficiale della Corona d'Italia e di commendatore dell'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro. Fu consigliere della Società Dante Alighieri e delegato del ministero della Pubblica Istruzione presso l'Istituto superiore di commercio di Roma. Fu appassionato cultore dei classici latini (tradusse alcune odi di Orazio).
Il M. morì a Roma il 27 maggio 1932.
Opere: Carattere giuridico della sostituzione pupillare, Napoli 1885; Degli argentarii in diritto romano, Lanciano 1886; Delle sostituzioni fede-commissarie, considerate principalmente nelle donazioni: (diritto romano), ibid. 1887; Quinto Orazio Flacco, Le Odi purgate e l'epistola ai Pisoni, interpretate per aiuto ai giovani…, Aversa 1891; Discorso pronunziato… al banchetto politico offertogli dal Comitato elettorale permanente di Aquila il giorno 16 genn. 1900…, Roma 1900; Discorso pronunziato agli elettori del collegio di Aquila il giorno 2 giugno 1900…, ibid. 1900; Per la inaugurazione di una lapide commemorativa in memoria di Umberto I di Savoia, secondo re d'Italia. Discorso…, ibid. 1902.
Fonti e Bibl.: Necr., in L'Illustrazione italiana, 12 giugno 1932; si vedano inoltre: Quarant'anni di politica italiana. Dalle carte di G. Giolitti, III, Dai prodromi della Grande Guerra al fascismo, 1910-1928, a cura di C. Pavone, Milano 1962, p. 48; E.R. Papa, Magistratura e politica. Origini dell'associazionismo democratico nella magistratura italiana (1861-1913), Padova-Venezia 1973, p. 130; F. Barbagallo, Stato, Parlamento e lotte politico-sociali nel Mezzogiorno (1900-1914), Napoli 1980, pp. 65, 294, 344, 346, 369, 384, 483 s.; U. Dante, Il socialismo dei notabili ed i notabili dei socialisti, _in Le Italie dei notabili: il punto della situazione. Atti del Convegno, Pescara… 1998, a cura di L. Ponziani, in Abruzzo contemporaneo, 2000 [ma 2001], n. 10-11, pp. 482 s.; R. Colapietra, I ceti politici: un profilo, in Storia d'Italia (Einaudi), Le Regioni dall'Unità a oggi, L'Abruzzo, a cura di M. Costantini - C. Felice, Torino 2000, p. 713; T. Firmi, I deputati aquilani dall'Unità alla prima guerra mondiale: cenni di prosopografia, tesi di laurea, Univ. degli studi di Teramo, a.a. 2003-04; T. Sarti, Il parlamento subalpino e nazionale, Roma 1896, p. 1064; A. Tortoreto, I parlamentari italiani della XXIII legislatura. Cenni biografici dei deputati e senatori, Roma 1910, pp. 220-222; Repertorio biografico dei senatori dell'Italia fascista, a cura di E. Gentile - E. Campochiaro, Napoli 2004, pp. 1479 s.; Enc. biografica e bibliografica "Italiana", A. Malatesta, Ministri, deputati e senatori d'Italia dal 1848 al 1922, II, p. 145.