GALBIATI, Gennaro
Nato nel 1776 a Napoli e ivi formatosi alla scuola di noti maestri (B. Amantea per l'anatomia, D. Cotugno per la medicina, M. Troja per la chirurgia, D. Ferrara per l'ostetricia e la ginecologia), esercitò nella capitale partenopea dapprima come chirurgo di 1ª classe nella R. Marina, poi come primario chirurgo presso la maternità dell'ospedale degli Incurabili. Fu socio e fondatore dell'Accademia medico-cerusica di Napoli, socio onorario della R. Società borbonica delle scienze, corrispondente dell'Accademia medica di Sicilia e cavaliere del R. Ordine di Francesco I.
Il G. si rese noto soprattutto per gli interventi di sinfisiotomia e di pelviotomia, la cui esecuzione perfezionò e divulgò e per la cui attuazione progettò una particolare strumentazione.
La sinfisiotomia, consistente nella resezione dell'articolazione interpubica allo scopo di facilitare il parto per le vie naturali, fu praticata dal G. in casi di eclampsia per accelerare l'espletamento del parto senza ricorrere al taglio cesareo, più cruento e causa di più abbondante sanguinamento (Operazione del taglio della sinfisi del pube, Napoli 1819). Successivamente estese le indicazioni all'intervento, includendovi i casi di viziature pelviche, di eccessivo volume della testa fetale, di retroversione uterina, di tumori dello scavo pelvico. Per poter superare gli ostacoli più gravi al normale espletamento del parto, seguendo in parte i precetti della scuola chirurgica inglese, praticò poi abitualmente un intervento allargato, la pelviotomia, consistente nell'incisione dei rami pubici, delle branche ischiatiche e della sincondrosi pubica, per la cui esecuzione progettò un nuovo tipo di forbice falcata munita di due branche terminali a guisa di sega con cui procedere alla resezione ossea. Questo metodo operatorio, che il G. illustrò nella memoria La pelviotomia. Ragguaglio di una nuova operazione di chirurgia che può con vantaggio sostituirsi alla cesarea, edita a Napoli nel 1832, fu largamente adottato nell'ospedale degli Incurabili.
Nel campo dell'editoria scientifica il G. si impose all'attenzione degli studiosi per la sua traduzione dal francese dell'opera di P. Sue senior Istoria del galvanismo ed analisi delle diverse opere pubblicate su questa scoperta dalla sua origine sino al presente, I-III (Napoli 1804), la cui divulgazione contribuì non poco alla fama di L. Galvani a Napoli.
Autore di articoli scientifici sui periodici specialistici napoletani - Filiatre Sebezio, Giornale di chirurgia di Napoli, L'Osservatore medico -, il G. dette alle stampe anche alcune interessanti memorie, non solo su argomenti chirurgici (Memoria sulla maniera di costruire i cateteri flessibili ed ogni altro strumento di gomma elastica per uso della chirurgia, Napoli 1805) ma anche di interesse più specificamente medico: tra queste ultime meritano di essere ricordate quelle sulla pratica della vaccinazione, per la cui esecuzione, allo scopo di scongiurare il pericolo della trasmissione delle malattie veneree incombente sul metodo diretto braccio a braccio, utilizzava la linfa prelevata a una giovenca alla quale aveva in precedenza inoculato il vaccino (Lettera apologetica sulla vaccina in cui si esaminano le opposizioni di ogni genere fatte alla vaccinazione in Napoli, ibid. 1803; Memoria sulla inoculazione vaccina coll'umore ricavato immediatamente dalla vacca precedentemente inoculata, ibid. 1810). Nel 1835 pubblicò, sempre a Napoli, Memorie chirurgiche, raccolta di osservazioni e di metodiche adottate nella pratica giornaliera ordinata in vari articoli: Sull'apoplessia uterina, pp. 5-22; Sul volvolo pel trattenimento di materie fecali negl'intestini, pp. 23-36; Memoria sugl'ingorgamenti e suppurazioni delle mammelle delle donne lattanti, pp. 37-56; Nuovo metodo per togliere un vizio di conformazione delle bambine (nelle parti naturali, cioè con le picciole labbra, o ninfe, unite fra loro perfettamente), pp. 57-61 (descrizione di un semplice metodo digitale, incruento, per correggere l'imperfezione senza ricorrere al bisturi); Metodo non nuovo ma breve per guarire la fistola lagrimale in una sola visita, pp. 62-68; Memoria su di un'altissima fistola all'ano, pp. 69-78; Osservazione di una porzione di dito indice della mano sinistra perfettamente recisa ed innestata, pp. 79-84 (interessante descrizione di omoinnesto in seguito ad amputazione traumatica dell'ultima falange di un dito esitata in perfetta guarigione per il ripristino completo della vascolarizzazione, ma con perdita della sensibilità per deficit irreversibile dell'innervazione); Memoria sulla ritenzione di orina detta nascosta, o paradossa, pp. 85-108; Memoria sulle gravidanze vere, distrutte nei primi mesi, e ritenute nell'utero, pp. 130-143. L'ultima sua pubblicazione fu Saggio ed osservazioni sulla cossalgia, Napoli 1838.
Il G. morì a Napoli il 27 ott. 1844.
Fonti e Bibl.: Necr. in L'Omnibus, XII (1844), 28, p. 2; O. Viana - F. Vozza, L'ostetricia e la ginecologia in Italia, Milano 1933, pp. 280, 814; A. Ferrannini, Medicina italica (Priorità di fatti e di direttive), Milano 1935, p. 38; A. Castiglioni, Storia della medicina, Milano 1936, p. 618; F. Garofano Venosta, Sviluppi della ostetricia napoletana nel XVIII secolo. La sinfisiotomia e la pelviotomia, Capua 1967, ad indicem; U. Tucci, Il vaiolo, tra epidemia e prevenzione, in Storia d'Italia (Einaudi), Annali 7, Malattie e medicina, a cura di F. Della Peruta, Torino 1984, p. 408; A. Hirsch, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, II, p. 660; Enc. Italiana, XVII, p. 123.