CASSIANI, Gennaro
Nacque a Spezzano Albanese (Cosenza), il 13 sett. 1903, da Ferdinando, avvocato, e da Teresa Arabia. Nel 1925 si laureò in giurisprudenza all'università di Napoli con una tesi sul "Diritto alla resistenza individuale e collettiva. Diritto alla ribellione dei popoli". Tale argomento poneva il C. in cattiva luce presso le autorità fasciste, al punto che egli venne escluso dal corso allievi ufficiali con la motivazione che professava idee incompatibili con l'interesse nazionale. A Cosenza - dove visse fino al 1944 - il C. si affermò presto come uno dei maggiori avvocati penalisti e, al tempo stesso si distinse tra i più attivi organizzatori del movimento cattolico calabrese. Sulla sua formazione ebbero influenza soprattutto i rapporti con il nonno materno, il cattolico liberale A. Arabia, che fu anche sindaco di Cosenza, nonché il sodalizio con due religiosi, don Carlo De Cardona e don Luigi Nicoletti, impegnati in attività politiche e sociali. A partire dalla metà degli anni Trenta il C. intensificò il suo impegno politico, chiamando a raccolta sul periodico cosentino Parola di vita gli intellettuali cattolici della sua città. Per la sua attività politica, invisa al fascismo, subì la diffida di polizia.
Nel 1942 egli organizzò i primi nuclei clandestini democratici cristiani nel Cosentino. L'anno successivo, riconoscendone le capacità politiche ed organizzative, A. De Gasperi e G. Spadaro affidarono al C. il compito di costituire la struttura della nuova Democrazia cristiana calabrese. Già nel gennaio 1944 egli partecipò, in rappresentanza della DC di Calabria, al congresso di Bari dei Comitati di liberazione nazionale. Nel luglio dello stesso anno, al congresso nazionale democristiano di Napoli, il C. emerse come uno dei più giovani e rappresentativi esponenti della DC meridionale: fu infatti eletto nel consiglio nazionale del partito, riportando un numero di voti inferiore soltanto a quello ottenuto da De Gasperi e da G. Rodinò. Entrò quindi, essendone il più giovane membro, a far parte della direzione del partito. L'ascesa politica dei C. venne confermata nello stesso anno da un incarico di governo, il primo di una lunga serie, attribuitogli nel secondo gabinetto Bonomi, in cui ricoprì dal 13 dic. 1944 al 10 giugno 1945 la carica di sottosegretario ai Lavori Pubblici. Nel successivo governo di F. Parri (21 giugno-10 dic. 1945) il C. fu sottosegretario del ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. Membro della Consulta nazionale su designazione della DC e poi eletto nel 1946 deputato all'Assemblea costituente, il C. rimase sottosegretario del dicastero del Lavoro anche nei due successivi governi presieduti da De Gasperi fino al 2 febbr. 1947. Fu altresì segretario generale del Comitato permanente del Mezzogiorno e venne incaricato dal governo di missioni diplomatiche all'estero; nel 1947 il Crappresentò l'Italia al congresso internazionale dei lavoro, tenutosi a Londra. Nel 1948 fu eletto deputato, per la circoscrizione Catanzaro-Cosenza-Reggio Calabria.
Nel corso della prima legislatura fu, dall'8 maggio al 1° giugno 1948 e dal 4 febbr. 1950 al 6 ag. 1951, componente della giunta delle elezioni, quindi dall'11 giugno 1948 al 1951 membro della commissione Giustizia ed infine della commissione Lavori Pubblici. Il C. tornò anche al governo come sottosegretario alla Giustizia nel quinto gabinetto De Gasperi, dal 23 maggio 1948 al 27 genn. 1950. In questo. periodo presiedette le commissioni per la riforma della Corte d'assise e della previdenza per gli avvocati. Nel 1951 il C. fu ambasciatore straordinario in Uruguay e visitò l'Argentina ed il Brasile. Dal 26 luglio 1951 al 17 ag. 1953 fu sottosegretario al Tesoro nel settimo e nell'ottavo governo De Gasperi e in tale veste curò la preparazione della legge sui danni di guerra. Rieletto deputato nel 1953 per la stessa circoscrizione, il C. mantenne l'incarico di sottosegretario al Tesoro anche nel governo presieduto da G. Pella, dal 17 ag. 1953 al 18 genn. 1954. Fu nominato ministro delle Poste e Telecomunicazioni nel primo governo Fanfani, formato il 18 gennaio e caduto il 10 febbr. 1954 per non aver ottenuto la fiducia dei Parlamento. La designazione dei C. a titolare del ministero delle Poste venne confermata dal nuovo presidente del Consiglio, M. Scelba, in carica dal 10 febbr. 1954 al 6 luglio 1955. Nel successivo governo, guidato da A. Segni dal 6 luglio 1955 al 19 maggio 1957, il C. cambio dicastero andando a reggere le sorti di quello della Marin a Mercantile. Mantenne la medesima responsabilità ministeriale anche nel successivo governo, presieduto da A. Zoli dal 19 maggio 1957 al 1° luglio 1958. Confermato deputato per la stessa circoscrizione nella terza e nella quarta legislatura, non ebbe incarichi governativi. Il 19 maggio 1968 fu eletto nel collegio senatoriale di Castrovillari-Paola. In questa legislatura il C. fu presidente della commissione Giustizia e autorizzazioni a procedere, fino a che, dal 17 febbr. al 12 giugno 1972 fu ancora ministro della Marina Mercantile nel primo governo presieduto da G. Andreotti. Confermato senatore il 7 maggio 1972, il C. fece parte nel corso della sesta legislatura della commissione Esteri. Sciolte anticipatamente le Camere nel 1976, egli rinunciò a candidarsi per le nuove elezioni, anche perché deluso dal nuovo modo di far politica, da lui ritenuto troppo lontano dalla tradizione del cattolicesimo sociale (si veda il suo volume Pietre. Dalle due Italie alla ricostruzione nazionale, Roma s.a., pubblicato alla fine degli anni Settanta).
In oltre trent'anni di vita politica e parlamentare l'impegno del C. era stato soprattutto rivolto ai problemi del Mezzogiorno e in particolare della Calabria (fu tra l'altro ispiratore della legge speciale per la Calabria del 26 nov. 1955). Alle questioni economiche e sociali del Meridione e alla politica di intervento della Cassa del Mezzogiorno dedicò anche vari opuscoli (tra gli altri ricordiamo: Problemi del Mezzogiorno, Roma 1946, Il problema della terra nella nuova Costituzione italiana, ibid. 1947).
Il C. morì a Roma il 14 luglio 1978.
Fonti e Bibl.: Atti parlamentari, Consulta nazionale, ad Indicem; Assemblea Costituente, ad Indicem; Camera, legisiature I-IV, ad Indices; Senato, legislature V-VI, ad Indices; G. Tupini, I democratici cristiani. Cronache di dieci anni, Milano 1954, pp. 65, 73, 86, 133, 137; G. Spataro, I democratici cristiani dalla dittatura alla Repubblica, Milano 1968, pp. 246, 358-359; G. Staffa, Il partito dei democratici cristiani dal 1941 al luglio 1944, Roma s.a., pp. 40, 54, 60; F. Cassiani, I contadini calabresi di Carlo De Cardona 1898-1936, Roma 1976, pp. 23, 24, 126, 163, 167, 169, 170, 171, 175, 176, 183-186; G. Galli, Storia della DC, Bari 1978, pp. 45, 58, 82, 296; C. Brezzi, Il cattolicesimo politico in Italia nel '900, Milano 1979, pp. 218-219, 241; G. Cingari, Storia della Calabria dall'Unità a oggi, Bari 1982, pp.259, 314, 363, 371, 458-459, 463, 469. Si veda inoltre: I deputati e i senatori del primo Parlamento repubblicano, Roma 1949, ad vocem; I deputati e i senatori del secondo Parlamento repubblicano, Roma 1954, ad vocem; Chi è?. Diz. biografico degli Italiani d'oggi, Roma 1961, p. 149; F. Bartolotta, Parlamenti e governi d'Italia dal 1848 al 1970, I-II, Roma 1971, ad Indices; I deputati e i senatori del sesto Parlamento repubblicano, Roma 1974, ad vocem; Diz. storico del movimento cattolico in Italia, III, Le figure rappresentative, I, Casale Monferrato 1983, pp. 193-194.