GENGA
. Borgo in provincia di Ancona, posto, a 320 m. s. m., sopra un poggio alla destra del torrente Sentino. Nel 1921 il comune (vasto kmq. 73,41) aveva 4113 ab., 81 dei quali nel paesello capoluogo, i rimanenti distribuiti in una ventina di agglomerati o in case sparse; nel 1931 la popolazione del comune risultò di abitanti 4630. Genga è stazione ferroviaria sulla Roma-Ancona (stazione di Genga-Arcevia). Genga diede i natali a papa Leone XII (1760-1829). Nella chiesa di S. Clemente sono conservate due opere firmate di Antonio da Fabriano, e a lui è attribuito anche un S. Girolamo, che forse appartiene alla sua scuola; quivi si vede pure una tavola con Cristo crocifisso, di scuola fabrianese del sec. XV. Nella chiesa dell'Assunta, all'ingresso del paese, è una tela all'altare maggiore attribuita a torto a Dosso Dossi (L. Venturi) o a Battista (Berenson), ma che risulta di Ercole Orfeo da Fano (1584).
Nel territorio del comune di Genga, appena usciti dalla grandiosa gola montana detta di Frasassi, scavata dal Sentino fra il M. di Frasassi e il M. Valmontagnana, si trova la chiesa di S. Vittore di Chiusi, uno dei più puri monumenti romanici italiani, che risale al principio del sec. XI. Ha leggiadra e singolare pianta quadrangolare, con tre absidi nella parete di fondo e una in ciascuno dei lati, che ne modellano la forma in musicali cadenze bizantine; quattro colonne formano il quadrato centrale e sopportano la cupolina poligonale che con la sua vaga eleganza conferisce mirabile slancio alla massa, contribuendo anche all'animazione dell'organismo esterno che all'angolo sinistro del prospetto presenta una torre cilindrica scalare.
Bibl.: L. Venturi, A traverso le Marche, in L'Arte, XVII (1914), pagine 213, 217, 218; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I, Il Medioevo, Torino 1927, pp. 574-75; L. Serra, L'Arte nelle Marche, Pesaro 1929, pp. 52-55, 58-59; B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932, p. 173.