GEMMA (fr. bourgeon; sp. yema; ted. Knospe; ingl. gem, bud)
La gemma è l'estremità non ancora completamente sviluppata del germoglio, con le due parti costitutive di esso allo stato embrionale e accorciato, cioè l'apice vegetativo del fusto e le sue appendici laterali, le foglie sviluppate in serie acropeta, di cui quelle più vicine all'estremità dell'apice appaiono in forma di semplici gibbosità dette "protuberanze o bozze fogliari", mentre quelle più lontane, più vecchie e già laminari, oltrepassano l'apice e, per maggiore accrescimento della loro pagina inferiore o esterna (iponastia), lo incappucciano e proteggono insieme con le foglioline più giovani e delicate. Poiché l'apice del fusto è tipicamente conico, la gemma ha pur essa forma conica o cilindro-conica.
Nelle piante legnose (alberi, arbusti) dei climi variabili, le gemme dei fusti aerei che devono sfidare i rigori dell'inverno (gemme ibernanti) ricorrono a difese anche più valide, in quanto le loro foglie esterne involucranti diventano squame o scaglie cuoiose, dure, dette "perule" (gemme perulate) e spesso (es., castagno d'India), sono spalmate da trasudamenti vischiosi non bagnabilì dall'acqua, mentre fra le tenere foglioline interne si sviluppano feltri di peli pieni d'aria. Nelle ascelle fogliari della gemma apicale si vedono, in una sua sezione longitudinale mediana, già abbozzati i primordî di apici vegetativi laterali, alcuni persino già con le rispettive protuberanze fogliari e da essi proverranno poi le gemme laterali così frequenti nelle Angiosperme Dicotiledoni. Le foglie delle gemme, rappresentate spesso dalla sola base fogliare, assumono forme e disposizioni diverse, ben visibili nelle sezioni trasversali, e che vanno sotto i nomi di "vernazione" e "prefogliazione" (v. queste voci) fornendo buoni caratteri diagnostici sussidiarî specialmente d'inverno quando mancano altri caratteri più importanti. Le gemme sono destinate ad aprirsi in condizioni propizie (primavera), cioè ad allungare il loro asse e a distendere le loro foglie, che crescendo di più dalla faccia superiore o interna, dianzi concava, diventano piane e s'arrovesciano in fuori (epinastia).
Si distinguono varie sorta di gemme secondo a) la qualità del germoglio che ne proviene, b) la posizione che occupano, c) il loro modo d'origine.
a) Gemme fogliari, gemme fiorali, gemme miste, a seconda che sviluppano soli germogli vegetativi, soli germogli fiorali, gli uni e gli altri promiscuamente. Le prime sono tipicamente più sottili delle seconde.
b) Gemme apicali, gemme laterali. Le prime sono quelle che occupano l'estremità di ogni germuglio il quale normalmente non può a meno di terminare in forma di gemma. Le seconde si trovano invece sui lati del germoglio, sia nel centro dell'ascella fogliare (gemme ascellari) sia a fianco o al disotto di essa (gemme extra-ascellari). Le gemme ascellari variano poi per altri caratteri. Tipicamente in numero di una per ascella, talvolta vi si trovano in maggior numero, sia sovrapposte in fila verticale, sia affiancate o giustapposte o collaterali. Tali gemme multiple vengono dette anche suppletive o riparatrici, perché nel caso che alcuna di esse venga a mancare, le rimanenti assicurano lo sviluppo di germogli laterali, che talora possono essere diversi l'uno dall'altro. In certi casi le gemme ascellari sono anche protette, temporaneamente o permanentemente, dal picciolo della foglia ascellante (gemme intrapeziolari); così, ad es., nei Platanus. Infine certe gemme ascellari anziché svilupparsi a tempo debito, cioè nella primavera successiva alla loro formazione, rimangono quiescenti (gemme dormienti), conservando la potenzialità di sviluppo per anni e decennî, nascoste nella corteccia. Di tali gemme dormienti sono copiosamente fornite le essenze forestali dei boschi cedui (Querce, Faggi, ecc.). In antitesi alle dormienti può darsi il caso di gemme a sviluppo anticipato, cioè nello stesso periodo vegetativo in cui si sono formate, quando ciò si renda necessario per cause occasionali come nella totale distruzione delle foglie di un albero da parte d'insetti.
c) In quanto all'origine le gemme si distinguono in normali e avventizie. Le prime si formano in punti prestabiliti di parti tuttora giovani del fusto (gemma apicale, gemme ascellari); le seconde in punti qualsiasi di parti giovani o adulte del fusto stesso o anche da radici, foglie e persino da talli. Le gemme normali e le avventizie da foglie si formano alla superficie del membro generatore (gemme esogene), mentre le avventizie da fusti o da radici hanno origine profonda (gemme endogene) e devono lacerare i tessuti sovrastanti per affiorare. La posizione superficiale o profonda non è tuttavia carattere sicuro per giudicare se una gemma è d'origine normale o avventizia, poiché ad esempio le gemme dormienti, pur essendo normali, si trovano sepolte nella corteccia mentre in origine erano superficiali. Del pari la presenza di una gemma fuori dell'ascella fogliare in un punto qualsiasi dell'internodio non basta per qualificarla di avventizia, potendo trattarsi di una gemma originariamente ascellare successivamente spostata in alto da allungamento intercalare del fusto localizzato tra la base della gemma e della sua foglia ascellante. Le gemme avventizie che si sviluppano da ceppaie di tronchi abbattuti, quando sono frammiste a gemme normali dormienti non si distinguono da esse che per il maggior tempo che impiegano a vegetare, dovendo formarsi ex novo mentre le altre sono già preformate (vedi bulbillo).