GEMELLI (lat. gemini; fr. jumeaux; sp. gemelos; ted. Zwllinge; ingl. twins)
Fra i fattori dai quali dipende il grado della prolificità nei Mammiferi è da considerare il numero dei prodotti del concepimento nelle singole gravidanze. In alcune specie, di regola, viene procreato un solo figlio; in altre, di regola, più figli, potendosene avere, in questo caso, secondo le specie, da 2 fino a 12 e oltre. Da ciò la distinzione delle gravidanze in semplici e multiple. Nella specie umana il caso più comune è che in ciascuna gravidanza il prodotto del concepimento sia unico, ma può anche aversi, come normalmente in altri Mammiferi, la pluriparità (gravidanza multipla), il più spesso con due prodotti (gemelliparità).
Quanto alla frequenza della pluriparità nella donna, il Patellani. che ha fondato i suoi calcoli sui parti avvenuti in Italia in un periodo di 43 anni (dal 1872 al 1914), ha trovato che in 47.782.180 parti erano compresi 565.176 parti multipli, ossia 1 parto multiplo su 83,54 parti semplici. La proporzione delle gravidanze multiple con differente numero di prodotti rispetto al totale dei parti semplici è data dal seguente prospetto:
Si trovano pochissime osservazioni di gravidanze con 6 prodotti. Il Wilder fa menzione di una gravidanza multipla con 7 prodotti e di un'altra con 8. Alcune donne hanno una particolare disposizione alle gravidanze multiple: si cita il caso di una siciliana, che ebbe da due mariti ben 22 gravidanze tutte gemellari (P. Berretta Giuffrida), e quello della donna A. M. Helm, nata quadrigemella, maritata a un gemello, che in 11 parti ebbe 32 figli tutti gemelli, due quadrupli, sei tripli, tre doppî (Boer). Secondo alcune statistiche la gemelliparità si verifica in differente grado nelle differenti razze e popolazioni.
Dalla statistica del Patellani risulta che la multiparità ha in Italia una zona di massima frequenza nella bassa Valle Padana, che comprende le provincie di Rovigo e di Ferrara (un parto multiplo per 54,0 e 54,3 parti semplici). È minima nelle provincie di Catanzaro e di Reggio Calabria (un parto multiplo per 129,1 e 128,8 parti semplici). Si può indurre da questi dati che sulla multiparità influisce il fattore etnico, il che è confermato dal confronto fra la frequenza della multiparità e i valori medî della statura e dell'indice cefalico nelle varie regioni d'Italia. Ma anche altri fattori, non tutti determinabili, concorrono alla frequenza della multiparità. Fra questi, verosimilmente la limitazione volontaria della prole, in quanto i parti multipli più spesso ricorrono in pluripare e in quelle di una certa età. In Europa sembra sicura la maggior frequenza dei parti multipli nei paesi nordici, nella penisola Scandinava, in Finlandia e in Danimarca. Le minori frequenze si avrebbero, in ordine decrescente, in Italia, in Francia e nel Belgio; la minima nella Spagna. Intermedia sarebbe la posizione delle popolazioni germaniche.
La pluriparità è spesso ereditaria. Da alcune statistiche risulta che nella parentela di gemelli si trova una percentuale di gemelli più alta che nella popolazione ordinaria. Lo studio delle modalità con le quali si trasmette una tale attitudine incontra difficoltà gravi, tra le quali principalissima questa: che dei gemelli esistono due tipi, nettamente distinti. Si hanno cioè gemelli che ripetono la loro origine dalla fecondazione e dallo sviluppo indipendente di altrettante uova e altri che provengono da un unico uovo: i biovulari (pluriovulari, se sono più di due) e gli uniovulari. Anche a prescindere dalla difficoltà di rintracciare attraverso più generazioni, in una serie di famiglie, i casi di gravidanza multipla, vi è quella di sapere se si trattava di gemelli biovulari o uniovulari. Una tale determimzione, anche per l'ultima generazione, può spesso essere impossibile o riuscire incerta, mentre sarebbe di un'importanza essenziale, perché il fenomeno ereditario deve compiersi secondo leggi differenti nei due casi.
La produzione di gemelli pluriovulari non può essere riferita che a qualche attributo particolare della madre, in grazia del quale essa può mettere contemporaneamente o quasi contemporaneamente a disposizione dello sperma fecondante due o più uova; la trasmissione ereditaria di questa tendenza (come è provato dalle statistiche) ha luogo perciò soltanto attraverso la femmina, cioè può avere gemelli biovulari una donna nata da parto gemellare o che abbia avuto gemelli nella sua fraternità, mentre è senza influenza sul fenomeno il fatto che il marito sia gemello o appartenga a famiglia nella quale esista tendenza alla gemelliparità. Peraltro un maschio con tali attributi può trasmettere alla sua discendenza femminile la tendenza, in lui latente, a procreare gemelli biovulari.
Diverso è il caso dei gemelli uniovulari: tanto l'uno quanto l'altro dei genitori o ambedue possono aver parte nell'imprimere all'uovo, nell'atto della fecondazione, quella particolare struttura che lo mette in grado di svilupparsi in due o più embrioni.
Quando in più generazioni di una stessa famiglia si ripetono varî casi di gravidanza gemellare, e in ciascuna coppia di gemelli questi sono del medesimo sesso, è presumibile che si tratti di gemelli uniovulari, perché, come vedremo, l'eguaglianza del sesso è una caratteristica costante di questa specie di gemelli. Dalle poche osservazioni attendibili al riguardo risulta la trasmissione della tendenza alla gemelliparità uniovulare, tanto nella linea maschile quanto nella femminile, anche con l'intermezzo d'individui non nati da un parto gemellare, nei quali evidentemente questa tendenza era latente. Starebbe a prova di eredità dal lato paterno della gemelliparità uniovulare la possibilità che una stessa donna abbia da un primo marito una serie di gravidanze gemellari e da un secondo marito una serie di gravidanze semplici; o anche che due donne differenti abbiano gravidanze gemellari dal medesimo maschio. Qualche osservazione di tal genere è stata registrata.
Nella gravidanza gemellare i due nati sono quasi sempre, come si desume dalla loro lunghezza e dal peso, meno sviluppati del normale, anche quando, il che è raro, nascono tutti e due a termine. I trigemelli e i quadrigemelli nascono anche meno sviluppati e hanno poca probabilità di vivere. Lo sviluppo raggiunto dai varî feti suol essere diseguale; nel maggior numero dei casi si può calcolare la differenza in peso fra i 100 e i 200 gr. Può darsi che dei due feti uno venga espulso per aborto, l'altro continui a crescere fino al termine della gravidanza. Può avvenire anche che uno dei due feti muoia, e quando viene alla luce il feto vivo venga espulso, o in stato di macerazione più o meno avanzata, o mummificato (feto papiraceo), cioè appiattito e disseccato per la forte compressione cui fu sottoposto. Ché se la morte di un embrione ha avuto luogo in fase precoce, può scomparire totalmente, o rimanerne tracce riconoscibili soltanto con un accurato esame degli annessi.
Un punto importante nella storia naturale delle gravidanze gemellari è quello della disposizione in esse degli annessi fetali, che non è sempre la stessa (cfr. fig. 1, B-D). In base a ciò possiamo classificarle in due ordini principali, le dicoriali e le monocoriali.
1. Nella gravidanza dicoriale ciascun feto è contenuto in un sacco coriale suo proprio; essa offre due varietà principali: a) Le due vescicole coriali hanno rapporto con tratti di decidua fra loro discosti, e perciò esistono due distinte placente e du̇e decidue capsulari (fig.1, B). Queste peraltro possono parzialmente aderire l'una all'altra nelle superficie di reciproco contatto, o anche essere fuse ivi in una sola membrana, interposta alle due vescicole coriali. b) Le due vescicole coriali hanno rapporto con tratti di decidua vicinissimi l'uno all'altro. Si trovano allora due placente a contatto e tra loro fuse, pur rimanendo indipendenti i rispettivi sistemi vascolari. Le due decidue capsulari presto s'incontrano e si fondono, o fin da principio un tramezzo deciduale comune ai due nidi li separa l'uno dall'altro. Col progresso dello sviluppo, dato anche che la decidua capsulare sollecitamente degenera, i due sacchi deciduali, per scomparsa del tramezzo, possono formarne uno solo, che comprende due corion (fig. 1, C).
2. Nella gravidanza monocoriale un solo sacco coriale contiene ambedue i feti. Unico è il rivestimento che la decidua forma al corion, unica è la placenta. A questa fanno capo i due cordoni ombelicali, e i vasi ombelicali entrano sulla placenta in stretta anastomosi (fig. 1, D). Due varietà secondarie si distinguono in questo tipo di gravidanza gemellare, secondo che i due feti, il che è la regola, sono inclusi ciascuno in un amnios proprio, oppure, evenienza assai rara, hanno l'amnios in comune. Il Patellani, riunendo i dati offerti da parecchie statistiche, che comprendono 4041 casi di gravidanze doppie, stabilisce una percentuale di 22,59 gravidanze monocoriali di fronte a 77,41 bicoriali. Ma oltre che degli annessi ovulari, si deve tener conto, nello studio dei due tipi di gravidanza gemellare, anche dei caratteri dei gemelli. Nelle gravidanze dicoriali (o policoriali) i gemelli appartengono alla categoria dei fraterni (o eterologhi): possono essere dello stesso sesso, ma anche di sesso differente; la somiglianza fra loro non suole essere maggiore e più perfetta di quella che ordinariamente si osserva fra i figli nati in tempi differenti dagli stessi genitori. In generale, anche quando è notevole, riguarda qualche tratto fondamentale della fisionomia e della persona, ma non si estende alle particolarità più minute dei caratteri morfologici, delle funzioni e della psiche. Nelle gravidanze monocoriali i gemelli sono della categoria dei duplicati (o identici o omologhi): sono costantemente dello stesso sesso, e hanno tra loro, specialmente nell'età giovanile, una strettissima rassomiglianza non soltanto nell'abito generale e nella fisionomia, ma fino in minute particolarità morfologiche e capacità funzionali, nelle attitudini psichiche, nelle tendenze, nelle predisposizioni morbose.
Poiché i gemelli fraterni provengono dalla fecondazione e dallo sviluppo indipendente di due uova e i gemelli duplicati dalla fecondazione di un unico uovo, si distinguono le gravidanze gemellari in biovulari e in uniovulari, e analogamente si indicano come biovulari i gemelli fraterni e come uniovulari i duplicati.
Alla indicata correlazione nelle gravidanze gemellari fra il comportamento del corion da una parte, il sesso e i caratteri dei gemelli dall'altra, si attrìbuiva in passato il valore di legge. Si ammetteva che costantemente i gemelli biovulari o fraterni fossero contenuti in corion separati e i gemelli uniovulari o duplicati in uno atesso corion. Oggi si ritiene che eccezioni, per quanto rare, siano possibili: che cioè in qualche caso di gravidanza gemellare biovulare avvenga la fusione dei due sacchi coriali in uno solo; e per contro che, in gravidanze gemellari uniovulari, i due feti siano contenuti in corion separati. Sicché la diagnosi differenziale fra le due specie di gravidanza può essere di grande probabilità, ma non di assoluta certezza. Nel giudizio, più che degli annessi embrionali è da tener conto dei caratteri dei gemelli, cioè della eguaglianza o diseguaglianza del sesso e del grado della loro rassomiglianza.
Ci si fermi ora a considerare l'interessante fenomeno della somiglianza fra i gemelli. Talvolta i gemelli bicoriali fraterni o biovulari si assomigliano molto; l'eguaglianza dell'età rende la somiglianza anche più evidente. Senza dubbio dipende da cause congenite, ma è rafforzata dall'identità delle condizioni nelle quali si è compiuto lo sviluppo intrauterino dei due individui, che è stato contemporaneo, e fors'anche da quelle che si sono realizzate dopo la nascita, se essi hanno preso latte dalla medesima nutrice. Può anche darsi che due fratelli o due sorelle nati in tempi differenti dai medesimi genitori siano fra loro tanto somiglianti quanto potrebbero esserlo due gernelli duplicati o uniovulari. D'altra parte la rassomiglianza fra due gemelli di quest'ultima specie non è assoluta, perfetta; non esiste mai fra loro una vera identità, nemmeno alla nascita, quando fattori esterni ad azione diretta o indiretta non hanno avuto ancora tempo e modo d'esercitare su essi la loro influenza, che potrebbe essere diseguale sull'un gemello in confronto all'altro.
La rassomiglianza fra gemelli uniovulari, già in passato riconosciuta con un esame d'insieme, è stata più di recente oggetto di ricerche metodiche d'indole anatomica e fisiologica, le quali, se proseguite su larga base, porteranno un contributo importante allo studio dell'eredità. Meritano a questo proposito di essere segnalate lo osservazioni eseguite dal Wilder sulle creste cutanee della palma e delle dita della mano e su quelle della pianta del piede. È ben noto che l'ordinamento delle creste e i disegni che esse formano rispondono a tipi differenti, ricchi di numerose varietà. Orbene, il Wilder ha potuto dimostrare che nei gemelli duplicati i disegni delle creste cutanee presentano una rassomiglianza assai più marcata che non nei gemelli fraterni, nei quali non è maggiore di quanto suol essere fra i membri di una stessa famiglia.
Anche il padiglione dell'orecchio ha spiccate caratteristiche individuali, spesso ereditarie, che si riscontrano nella sua forma generale, nella sua grandezza, nella maniera dell'impianto, nel vario aspetto dei suoi rilievi e infossamenti. Secondo le osservazioni del Della Volta le note morfologiche del padiglione sono nell'insieme più distintamente simili nei gemelli duplicati che nei fraterni, nei quali si manifestano evidenti disarmonie. Le proporzioni del corpo, la forma del cranio, i lineamenti della faccia, il colore dei capelli e degli occhi e qualche altro carattere esterno possono essere presi in considerazione per differenziare i gemelli duplicati dai fraterni. Meno di frequente è possibile l'esame di organi interni, ma vi sono ricerche, con risultati simili a quelli già indicati, sull'apparecchio muscolare, sull'apparecchio vascolare, sulle circonvoluzioni cerebrali.
Oltre che nei caratteri morfologici, una rassomiglianza di alto grado nelle funzioni è propria dei gemelli duplicati. Si somigliano nel modo di camminare, nella voce, nel tipo della scrittura, almeno se hanno avuto la stessa scuola; e anche in tutte le manifestazioni della vita psichica, intellettuale e affettiva.
Di recente è stata messa in luce nei gemelli duplicati una corrispondenza anche nel comportamento sierologico in relazione ai gruppi sanguigni. Sono soggetti alle stesse malattie costituzionali.
Fu osservato che una stessa anomalia di sviluppo, che può determinare una mostruosità grave (ad es., anencefalia, ciclopia, spina bifida), spesso s'incontra in gemelli duplicati.
A proposito di somiglianza fra gemelli duplicati è stata segnalata in alcuni casi una particolarità assai curiosa. Alcuni caratteri si presentano nei due individui della coppia in tal maniera, che si potrebbe dire che l'uno è l'immagine speculare dell'altro: ciò che nell'uno si trova al lato destro, nell'altro si trova al lato sinistro.
Infine va notato che, anche nei casi nei quali alla nascita la rassomiglianza fra gemelli duplicati è di altissimo grado, col progredire dell'età va senza eccezioni attenuandosi, però soltanto in quanto strutture e funzioni possono sentire l'influenza dell'ambiente e delle condizioni di vita, quando queste siano diseguali per i due soggetti.
Se i gemelli duplicati di regola si assomigliano moltissimo fra loro, esistono casi nei quali la rassomiglianza si attenua, e possono anche diversificare notevolmente. Principalmeate ciò è da riferire a una differenza iniziale nelle loro dlmensioni; per quanto questa sia tenue in origine, andrà esagerandosi nel corso dello sviluppo: in quello tra i due individui cui è toccata in sorte una minore dopia di materiale formativo i processi dello svìluppo e dell'accrescimento si effettueranno con intensità e rapidità minore, e ciò potrà influire sulla maniera con la quale si perfezionano le sue strutture. Specialmente in fasi avanzate si aggiunge sicuramente il danno che il soggetto più grosso e più vigoroso può produrre sull'altro con l'occupare nell'utero un maggiore spazio, esercitare compressione e attirare una maggiore quantità di nutrimento.
La diseguaglianza di grandezza iniziale, se è di alto grado, può condurre allo sviluppo mostruoso di uno dei due soggetti.
Genesi della gravidanza gemellare biovulare. - Di regola, nel corso del ciclo mestruale viene a maturazione e scoppia, mettendo in libertà l'uovo, un solo follicolo ooforo. Se per eccezione si abbia la maturazione e la deiscenza contemporanea, o quasi, di due follicoli in una stessa ovaia, o di uno per ovaia, e le rispettive uova vengano fecondate, si formeranno due embrioni coi rispettivi annessi, che si svilupperanno indipendentemente l'uno dall'altro. La gravidanza biovulare è possibile anche per la deiscenza di un follicolo contenente due uova, se ambedue vengono fecondate.
È stato detto sopra che i gemelli nella gravidanza biovulare possono essere del medesimo sesso o di sesso diverso e avere fra loro una rassomiglianza che non si discosta per grado da quella che si suole incontrare fra i figli nati dagli stessi genitori. Ciò si spiega per la loro origine indipendente: ciascuno proviene dalla fusione di elementi sessuali differenti, e perciò non possiedono un identico patrimonio ereditario.
A proposito del sesso nelle gravidanze biovulari va ricordata una eventualità che può verificarsi nella vacca e nella capra. In questi Ruminanti il prodotto del concepimento di regola è unico; ma per eccezione duplice, con gemelli biovulari che possono essere di sesso eguale o differente. Se sono di egual sesso si sviluppano normalmente, se sono di sesso differente nasce un maschio normale e una femmina a tipo intersessuale e sterile (free-martin degli autori inglesi), e ciò in conseguenza di anastomosi vascolari che si stabiliscono fra i due corion primitivamente separati, e dell'influenza che il maschio può esercitare per mezzo del sangue, in maniera non ancora chiarita, sullo sviluppo della femmina. Un fenomeno simile può prodursi anche nel maiale (v. sesso).
La gravidanza gemellare biovulare si determina in seguito a un unico accoppiamento; ma è stato ammesso che più uova del medesimo ciclo mestruale possono essere fecondate in differenti accoppiamenti, se arrivano nell'utero a breve intervallo di tempo l'uno dall'altro, quando la mucosa uterina è ancora in condizioni da prestarsi all'annidamento. Si sovrappone in questo caso una gravidanza all'altra e si ha la sovrafecondazione. In alcuni Mammiferi la possibilità della sovrafecondazione è stata bene dimostrata. Ma che possa verificarsi nella donna non è sicuro. Si parla anche di superfetazione, che consisterebbe nella fecondazione di due uova appartenenti a due periodi differenti di ovulazione; il secondo uovo dovrebbe arrivare perciò nell'utero a distanza di tempo di almeno tre a quattro settimane dal primo uovo, quando lo sviluppo di questo è alquanto progredito. La possibilità della superfetazione è stata molto discussa, e anche di recente ammessa e negata; se pure si verifica, ciò non può essere che in condizioni affatto eccezionali.
Genesi della gravidanza gemellare uniovulare. - È opinione comune che la gravidanza gemellare ripeta in alcuni casi la sua origine dallo sviluppo di un uovo unico. Così possiamo renderci ragione dell'identità del sesso dei gemelli, della loro grande rassomiglianza e della quasi costante unicità del corion in questo speciale tipo di gravidanza. La supposizione trova una solida base in dati di embriologia comparata e sperimentale, e di teratologia.
Le ricerche sperimentali, sebbene non siano state per ordine di tempo le prime a dimostrare che più embrioni possono formarsi da un uovo, hanno qui particolare importanza, perché in esse il materiale di esperimento è costituito da uova normali, normalmente fecondate, le quali, nelle condizioni ordinarie, si sarebbero sviluppate senza l'intervento dell'operatore in un solo embrione.
È stato dimostrato che, in condizioni sperimentali adatte (v. embriologia, XIII, p. 873 segg.), si può ottenere un embrione intero da un frammento di uovo o da cellule (blastomeri) isolate durante la segmentazione dell'uovo (fig. 2); in qualche caso anche da uova sezionate in due in fase di sviluppo più avanzata (fase gastrulare). Con speciali procedimenti si ottengono da un uovo mostruosità col carattere di duplicità embrionali di differente tipo (figg. 3, 4).
È anche noto che in alcune specie normalmente da un unico uovo prendono origine più embrioni. Di ciò si hanno varî esempi in Invertebrati e anche in alcuni Mammiferi, più precisamente in Armadilli (Sdentati). Ad es., nel Litomastix truncatellus Dalm., imenottero parassita, da un uovo si sviluppano, secondo le osservazioni del Silvestri, un migliaio di germi sessuati e qualche centinaio di larve asessuate. In un armadillo, Tatusia hybrida, si formano, secondo il Fernández, regolarmente da un unico uovo una dozzina di embrioni (fig. 6). In Pesci, Anfibî, Rettili e Uccelli non è rara la spontanea formazione di duplicità embrionali da un solo uovo (fig. 5).
Ammesso che anche nella nostra specie, per eccezione, possa aversi gravidanza gemellare da un unico uovo, sorge il problema del processo col quale il fenomeno si produce e delle condizioni che lo rendono possibile. Varie ipotesi sono state avanzate. È stato sostenuto che la genesi della duplicità poteva dipendere da una insolita costituzione degli elementi sessuali. In generale essa si è attribuita ad una anomalia nell'elemento sessuale femminile, che in questi casi sarebbe provvisto di due nuclei invece che di uno solo, talché, a fecondazione avvenuta, potrebbero costituirsi in esso due distinti centri di formazione. Ma le conoscenze attuali sui fenomeni intimi, che, con la partecipazione dell'elemento maschile e del femminile, si producono nell'atto della fecondazione, ci autorizzano a escludere la possibilità che dalla suddetta anomalia di costituzione dell'uovo, come da quelle che sono state prese in considerazione da pochi a riguardo degli spermatozoidi, possano prendere origine embrioni normalmente conformati capaci di arrivare a perfetto sviluppo. Molto più plausibile è invece la supposizione che sia possibile lo sviluppo di gemelli da un uovo normale normalmente fecondato, qualora si verifichino le condizioni necessarie per lo sviluppo autonomo di parti del germe. In mancanza di osservazioni dirette nella nostra specie, i risultati sperimentali ottenuti in Invertebrati e in Vertebrati e alcune osservazioni di embriologia comparata autorizzano l'ipotesi. La divisione del germe per portare alla formazione di gemelli deve avvenire in fase molto precoce, quando il germe non abbia superato il primitivo periodo di relativa indifferenza, verosimilmente fino alla fase della gastrulazione. Non si può escludere che ciò si produca all'inizio dello sviluppo, quando l'uovo fecondato si divide in due cellule, i primi due blastomeri, qualora i rapporti di questi si facciano meno estesi e intimi, e acquistino in conseguenza una capacità evolutiva come quella propria dell'uovo intero; in maniera analoga a quanto avviene nei primi blastomeri artificialmente separati l'uno dall'altro nelle uova degli Echinodermi, dell'Amphioxus e di altre specie (v. embriologia). Ma forse più facilmente la divisione del germe può effettuarsi un po' più tardi, e, in particolare, terminato che sia il processo della segmentazione dell'uovo, cioè della risoluzione di esso in molti blastomeri, alcuni disposti in uno strato superficiale, altri in una massa interna. Allora, per la comparsa eccentrica e l'ampliamento di una cavità fra lo strato superficiale e la massa interna, questa si sposta verso un punto della periferia e diventa il nodo embrionale, dal quale prenderà origine il corpo dell'embrione, con alcuni dei suoi annessi. Se avvenga che nel corso di questo processo la massa cellulare si frazioni in due parti eguali, formandosi due nodi embrionali ben distinti e a sufficiente distanza fra loro, da essi, che saranno dotati di una potenza evolutiva eguale e perfetta (che saranno cioè totipotenti), potranno prendere origine due embrioni a sviluppo autonomo. Un'osservazione dello Streeter in un caso di precoce duplicità uniovulare in Sus scrofa dimostra questa maniera di sviluppo della duplicità (figura 7). I gemelli uniovulari, come s'è visto, sono nella specie umana costantemente dello stesso sesso. Ciò si verifica anche nella poliembrionia normale, per gl'individui provenienti da un unico uovo, nelle specie a sessi separati. Dal che si può supporre che nell'uomo e in tutte le specie per le quali sussistono condizioni simili, il sesso, a fecondazione avvenuta, sia già definitivamente determinato.
Duplicità embrionali. - Le gravidanze gemellari uniovulari si trovano a stretto confine con un gruppo numeroso e vario di anomalie di sviluppo, che conducono alla formazione di mostri doppî, duplicità embrionali (v. teratologia).
La gravidanza multipla, che alla prolificità reca un tenue contributo, non è un fenomeno vantaggioso per la specie, né meritevole di essere selettivamente favorito. Infatti nelle gravidanze gemellari sono relativamente frequenti gli aborti e i parti prematuri, le anomalie di sviluppo e i fatti patologici in genere. Uno dei tipi di gravidanza gemellare, l'uniovulare, è strettamente collegato per la sua genesi con le mostruosità doppie. Dei due soggetti, uno può morire nel corso della gravidanza. È maggiore nei gemelli il numero dei nati morti, ed è più elevata del normale la mortalità dei nati vivi fino a un certo periodo della loro vita. Le gravidanze gemellari e i parti relativi sono accompagnati da maggiori pericoli. Nelle femmine nate da parti gemellari la sterilità è abbastanza frequente. Per analogia si può ricordare che gli zootecnici conoscono per lunga esperienza la frequente sterilità delle femmine nate da un parto gemellare nelle specie normalmente unipare. Gli allevatori di cavalli scartano per la riproduzione gli stalloni e le giumente nati da parti gemellari anche se presentano caratteri somatici perfetti.