GELOS (Γέλως)
Personificazione del ridere. Era oggetto di culto a Sparta, dove, secondo Sosibio, Licurgo gli avrebbe eretto una colonna con una piccola statua (Frag. Hist. Graec., ii, 628, 12) e a Hypata, nella Tessaglia, dove ogni anno si celebravano ludi in suo onore (Apul., Met., i, 31, 167; iii, 11, 193). Filostrato (Imag., i, 25) ricorda un dipinto in cui G. era raffigurato insieme a Dioniso, Sileno e Komos. Alcuni credono di riconoscere G. nel giovane citaredo vestito di un lungo chitone raffigurato su un anfora a figure rosse da Vulci del British Museum (E 265 iscrizione: Γέλος [?] καλός, il cui lato opposto mostra Dioniso che avanza col capo rivolto all'indietro verso il suonatore. Il Klein legge invece Λέ(α)γ(ρ)ος.
Bibl.: H. Steuding, in Roscher, I, col. 1610; Waser, in Pauly-Wissowa, VII, c. 1018; anfora al British Museum: E. Gerhard, Auserlesene Vasenbilder, Berlino 1840-58, IV, pp. 90 ss., tav. CCCXIX; C. V. A., British Museum, fasc. 3, III, I c, tav. 8, I; W. Klein, Die griechischen Vasen mit Lieblingsinschriften, II ed., Lipsia 1898, p. 80; J. D. Beazley, Red-fig., p. 931, 52.