GE‛EZ (pron. ghe‛ez)
Nome indigeno della lingua etiopica. Esso deriva, pare, da quello di una delle genti degl'immigrati Arabi meridionali in Etiopia. Questa gente Ge‛ez (plurale: Ag‛āzyān) si stabilì, secondo un'ipotesi molto verosimile, nello Scimezana e nell'Acchelè Guzai meridionale (Eritrea); e nell'iscrizione (greca) di Adulis, copiata nel 525 d. C. da Cosma Indicopleuste, figura già il Γάξη ἔϑνος. Attraverso vicende oggi a noi ignote la gente Ge‛ez giunse ad avere un'importanza politica tale che il linguaggio semitico della regione settentrionale dell'Etiopia fu detto lesāna ge‛ez "lingua geez". Etimologicamente il nome della gente Ge‛ez sembra in relazione con ga‛aza, ge‛eza "castra movere, migrare".
Il ge‛ez è scritto nell'alfabeto etiopico (v. etiopia: Scrittura). Esso, che è da secoli una lingua morta, è rimasto a lungo in uso soltanto come lingua letteraria, e non sono mancati, ancora recentemente, pur dopo che l'amarico ha avuto una sua letteratura, i tentativi di una neoletteratura in ge‛ez (v. etiopia: Lingue; Letteratura). La pronuncia attuale del ge‛ez nell'Etiopia si è fissata nelle scuole religiose in un complesso di regole, le quali, per altro, pur costituendo una ben determinata tradizione locale, sono di origine e attendibilità dubbie. D'altra parte l'alfabeto etiopico, mancando di segno del raddoppiamento delle consonanti ed avendo inoltre un solo segno per la consonante seguita da e breve e per la consonante senza vocale, non permette una ricostruzione completa della effettiva pronuncia antica del ge‛ez. Si aggiunga che, nella pronunzia attuale, le lettere s e š dell'alfabeto etiopico sono egualmente pronunziate s; così le lettere h, ḥ, ḫ sono tutte pronunziate h; ed ancora la ' e la ‛ sono pronunziate egualmente ': né è possibile riconoscere con precisione a quale periodo risalga questa pronunzia, nella cui formazione - specialmente per la perdita della ḥayn e della distinzione fra h, ḥ e ḫ - è facile scorgere l'influenza di lingue non semitiche. Ancora ṣ e ḍ dell'alfabeto etiopico sono entrambe pronunziate ts, seguita da una rapida chiusura delle corde vocaliche che la separa dalla vocale seguente (Absatz dei tedeschi). Egualmente il q non è la velare semitica comune, ma un k postpalatale seguito dall'Absatz; così il ṭ dell'alfabeto etiopico non è una enfatica, ma un t labiodentale con Absatz, ecc. Anche in questa pronunzia delle enfatiche sono chiari gl'influssi non semitici. La morfologia del ge‛ez è molto vicina ai tipi semitici noti. Alcune particolarità (come il -k dei suffissi del perfetto del verbo invece del -t delle altre lingue semitiche), spiegabili del resto nel semitico stesso, non ne alterano il carattere fondamentale. La sintassi è semplice e molto chiara, onde qualcuno ha voluto addirittura vedere in essa tracce d'influssi dell'elocuzione greca. Il lessico ge‛ez è fondamentalmente semitico, pur avendo in parte accolto voci delle lingue camitiche dell'Etiopia.
Per la letteratura in lingua ge‛ez (etiopica) v. etiopia.
Bibl.: Mariano Vittorio, Chaldeae seu Aethiopicae linguae institutiones, Roma 1548; Ludolf, Grammatica Aethiopica, Francoforte sul Meno 1661; Dillmann, Grammatik der Äthiopischen Sprache, Lipsia 1857 (2ª ed. 1899); Praetorius, Gramm. Aethiop., Lipsia 1886; Chaine, Gramm. éthiopienne, Beirut 1907.